Archivio della parola chiave: Trentino

Attenti agli sciacalli delle mafie. Troppi silenzi e complicità (editoriale su “Vita trentina”)

Una cava di porfido in Trentino (foto “Vita trentina”).

«Nel processo “Perfido” [la ‘ndrangheta nel settore del porfido trentino] sono coinvolti anche imprenditori e politici trentini. La mafia ha bisogno di sponde e le trova se non c’è un netto rifiuto della corruzione. Che non succeda in Trentino quello che è accaduto in Lombardia. Che conta, è scritto nella relazione della Dia, 25 locali (chiamiamole “sezioni”) della ‘ndrangehta (in Piemonte sono 16, in Veneto 3, in Valle d’Aosta 1, in Trentino 1, per quanto riguarda il Nord).

Le mafie si sono radicate grazie alla sottovalutazione del fenomeno e alla disponibilità di imprenditori e politici alla corruzione. Ma anche alla mancanza di reazione da parte della società. Si veda l’amara intervista ad “Avvenire” di Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano» (Vincenzo Passerini)

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La lezione del Covid: difendere la sanità pubblica (editoriale su “Vita trentina”)

Bergamo: nella notte tra il 18 e il 19 marzo 2020 un convoglio  di camion militari porta in altre città le salme per la cremazione.

“Il Covid ci ha insegnato, semmai l’avessimo dimenticato, che solo un forte sistema sanitario pubblico è in grado di affrontare emergenze simili. Cure costosissime, spesso prolungate, sono state assicurate a chi ne aveva bisogno, non a chi aveva i soldi per pagarle come è accaduto e accade in tanti Paesi del mondo, ricchi e poveri. La sanità privata può integrare quella pubblica, non può sostituirla. Quindi non si può accettare che venga indebolito il pubblico per favorire il privato.” (Vincenzo Passerini)

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Le biblioteche pubbliche, strumenti della democrazia

La biblioteca comunale di Brentonico (Tn) festeggia i 50 anni.

Noi tutti, più o meno, usiamo internet. Grande strumento di informazione. Ma un libro non è sostituibile. Un grande scrittore diceva che non apprendiamo leggendo, diventiamo qualcosa.

Non sempre accade, ma può accadere. Magari con “Guerra e pace” o  “I fratelli Karamazov”, con “Don Chisciotte” o “Moby Dick”, coi racconti di Cechov o i romanzi di Dickens, coi “Vangeli” o  “Le Confessioni” di Sant’Agostino, coi “Canti” di Leopardi o i Salmi, con Omero o Dante, con “Vita e destino” di Grossman o “Furore” di Steinbeck…

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L’omertà di casa nostra e il coraggio di Livatino

Rosario Livatino con i genitori, Rosalia e Vincenzo.

Domenica 9 maggio è stato beatificato ad Agrigento il giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990.

Un momento di festa intenso e commovente.

E di riflessione.

Anche per noi trentini, alle prese con una inquietante inchiesta della Procura sulle infiltrazioni della ‘ndgrangheta, una delle mafie più pericolose, nella nostra società.

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“Ora” e “Veglia”, le più giovani donne medaglie d’oro della Resistenza

Clorinda Menguzzato “Veglia”

Ancilla Marighetto “Ora”

Furono le più giovani donne della Resistenza italiana insignite di medaglia d’oro.

La storia, semplice e grande, di Ancilla Marighetto “Ora” e Clorinda Menguzzato “Veglia”, partigiane di Castello Tesino in Valsugana, si intreccia con quella del battaglione “Gherlenda”.

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I migranti, un tesoro di umanità da valorizzare (la lezione del vaccino)

Il vaccino ci sta salvando. È una corsa contro il tempo. 476 morti in Italia martedì 13 aprile. La strage continua. Ritardi col vaccino, ma anche miracoli di velocità, a partire dalla sua scoperta. Ricordate? Sono stati due immigrati turchi in Germania a scoprirlo per primi. Che lezione per chi pensa agli immigrati come a un peso da sopportare. E non li vuole.

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La solidarietà è marchiata a fuoco nella Costituzione (Primo editoriale sul settimanale diocesano “Vita Trentina”, giovedì 4 febbraio 2021)

L’ex macello di Mori Stazione, vicino a Rovereto, dove è morto Maati. (Foto di Gianni Zotta per “Vita Trentina”)

“Non può passare lo schema per cui le istituzioni pubbliche buttano in strada le persone, o ve le lasciano, e che ci pensino la Chiesa o i volontari e le loro associazioni, che per fortuna ci sono e si danno seriamente da fare.

La solidarietà è un dovere vincolante per le istituzioni, non un optional. E solidarietà verso tutti gli esseri umani, senza distinzione.”

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“La morte di Maati, una tragedia annunciata”. Pubblica denuncia e appello alle istituzioni di un gruppo di persone

Dal giornale “l’Adige”: un angolo dell’ex macello di Mori Stazione (Trento).

“La tragedia era annunciata, si sapeva che i posti letto per le persone indigenti in Trentino sono inadeguati per chi ha necessità di sostare d’inverno al caldo durante le ore diurne o dove stare per dormire.”

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L’Etiopia e i sogni di Agitu

Le spoglie di Agitu Ideo Gudeta torneranno nella sua amata Etiopia. Grande Paese che l’aveva fatta soffrire e poi sperare. E ancora soffrire ultimamente per la guerra civile in Tigray, la regione del Nord, al confine con l’Eritrea . Guerra scoppiata in novembre e oscurata dal governo di Abiy Ahmed, premio Nobel per la pace 2019 per l’accordo con l’Eritrea che aveva posto fine a un sanguinoso conflitto.

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Un nastro rosso per salutare Agitu

Le spoglie di Agitu Ideo Gudeta torneranno in Etiopia per il funerale e la sepoltura lunedì 11 gennaio 2021.

 

Al cimitero di Trento, sabato 9 gennaio 2021 alle ore 11, ci sarà una celebrazione religiosa per l’ultimo saluto ad Agitu da parte della comunità che l’ha accolta e che lei ha arricchito con la sua presenza, la sua intelligenza, il suo lavoro, il suo amore.

 

Il Comitato delle Associazioni per la Pace di Rovereto, la Casa delle Donne di Rovereto, il Coordinamento Associazioni Vallagarina per l’Africa, l’Anpi Trentino invitano chi vuole simbolicamente partecipare al saluto (data l’emergenza Covid che vieta gli spostamenti da un Comune all’altro) ad appendere al balcone della propria abitazione un nastro rosso.

Leggi il volantino dell’iniziativa

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Xenofobia, la Svizzera ha detto no (anche il Tribunale di Trento)

Un popolo e un tribunale hanno aperto in questi giorni un altro squarcio nel muro di discriminazione verso gli stranieri sul quale la destra italiana e internazionale ha costruito in questi anni le sue fortune elettorali. E hanno riaffermato il principio dell’uguaglianza tra gli esseri umani. Domenica 27 settembre il popolo svizzero ha bocciato il referendum anti immigrati, tra i quali ci sono moltissimi italiani, sostenuto dalla destra, Lega in testa (Lega anti italiani? Certo).

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Le scuole trentine in Madagascar

Più che emozionati, sono incantati. Per quei bambini il primo giorno di scuola è un sogno che si realizza. Sanno che non tutti possono andarci. Sentono di essere dei privilegiati e ce la mettono tutta. Lo si vede dai loro gesti, dalla voglia di apprendere, dalla disciplina, dal rispetto reciproco e dalla gratitudine nei confronti degli insegnanti, degli adulti e degli anziani. La noia non esiste.

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Se la politica commissaria la scuola (trentina)

La scuola trentina avrà un sovrintendente scolastico di nome, ma un sovrintendente politico di fatto se l’articolo che lo istituisce (il n. 20), e che è inserito nella legge di assestamento di bilancio in discussione la prossima settimana, sarà approvato dal Consiglio provinciale.

Il sovrintendente sarà di fatto nominato dal segretario politico della Lega che riveste anche il ruolo di assessore all’istruzione.

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Il falso santo Simonino. Una fake news antisemita smontata dopo cinque secoli

Facciamo sosta in questa antica contrada di Trento per ricordare che ottanta anni fa, nel 1938, il regime fascista varava le leggi razziali anti ebraiche. Non possiamo dimenticare quelle vergognose leggi con le quali gli ebrei venivano considerati esseri umani di serie B e privati dei diritti fondamentali.

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Venga nella bidonville del Trentino. Lettera aperta all’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi

L’interno di un contaniner del campo profughi di Marco. (Foto V. Passerini)

Domenica 14 gennaio la Chiesa cattolica ha celebrato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Lei l’ha ricordata con parole piene di spirito evangelico. Così è accaduto in altre chiese, almeno in quelle dove i profughi non sono ignorati, se non disprezzati.

Io sono andato a trovare i profughi al campo di accoglienza di Marco di Rovereto. Sono 234, stipati come sardine in diciassette container, quattordici persone per ogni ontainer, tranne uno che ne ospita otto.

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Situazione disumana, protesta giusta

Non è vero che la protesta dei richiedenti asilo accolti nel campo di Marco di Rovereto è incomprensibile, come ha affermato l’assessore provinciale alle politiche sociali Luca Zeni. È invece pienamente comprensibile.

Quello che non è comprensibile, oltre all’infelice risposta dell’assessore, è come mai questa situazione indecente di accoglienza duri da tempo malgrado le segnalazioni e le proteste venute ripetutamente da più parti nel recente passato.

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Il mondo povero è giovane

Il mondo ricco è vecchio, il mondo povero è giovane. America del Nord, Europa benestante, Russia, Giappone, ma anche la Cina hanno sempre più anziani e sempre meno bambini. America del Sud, Africa, Asia meridionale, Europa non benestante hanno tanti bambini e tanti giovani, ma anche tanta povertà.

E allora succede quello che è sempre successo nella storia del mondo: le persone si spostano, i poveri vanno nei Paesi più benestanti a cercare futuro e a portare futuro.

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Una coltellata a chi ne ha già subite tante

Accanto all’aspetto violento e vigliacco dell’attentato incendiario alla «Casa don Santo Amistadi» di Roncone che accoglie tredici profughi, tipico di ogni intimidazione mafiosa, c’è anche l’aspetto ridicolo. Che cosa si vuol dire con questo attentato? Che cosa si voleva dire con gli analoghi attentati di Lavarone e Soraga?

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Abbiamo bisogno di loro

Se guardiamo all’immigrazione per quello che è e non ci lasciamo prendere dalla psicosi collettiva, una verità ci si apre davanti, chiara e indiscutibile: noi abbiamo bisogno degli immigrati, così come gli immigrati hanno bisogno di noi. Non è questione di opinione, è la realtà delle cose. La società trentina – alla pari di quella italiana – non può più fare a meno degli immigrati: essi ne sono diventati una colonna portante.

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Far sparire i poveri

Come la periferia di Betlemme, allora, anche quella di Trento, oggi, ha tante capanne abitate durante la notte. Sono sotto i ponti, nelle fabbriche abbandonate, nei boschetti, nelle case diroccate. Sono fatte di lamiera, di legno, di teli di plastica, di stracci. Le Marie, i Giuseppe, i poveri Cristi che le abitano sanno che il segreto per farle durare non è la robustezza dei materiali. Quel che conta è che siano nascoste, che non si vedano.

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