Archivio della parola chiave: Vladimir Putin

Navalny, la coscienza e il potere

Aleksej Navalny (4 giugno 1976 – 16 febbraio 2024)

«Era il principale oppositore del regime di Putin e il regime lo ha eliminato. Aleksej Navalny è morto il 16 febbraio scorso a 47 anni nel carcere più duro della Siberia. Ha lasciato una moglie, Yulia, due figli, Daria e Zahar, e i genitori, Lyudmila e Anatoly.

Una domanda se la sono posta in tanti: perché nel gennaio di tre anni fa era ritornato in Russia? Stava al sicuro in Germania, perché era rientrato sapendo che pendeva su di lui un mandato di arresto?» (Vincenzo Passerini)

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A due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina ricordiamo con le vittime anche i pacifisti e gli oppositori russi

Pensiero del giorno

Ucraina: Bucha, familiari davanti a una fosse comune con i corpi delle vittime degli eccidi commessi dall’esercito russo.

«L’organizzazione OVID-Info (https://en.ovdinfo.org) ha documentato 19.747 casi (al 30 settembre 2023) di pacifisti incarcerati, tra cui molti giovani e donne, per aver protestato contro l’invasione. Alcuni sono rimasti in prigione pochi giorni, altri vi resteranno anni. Forse 1 milione i russi fuggiti all’estero.

Ma ci sono oppositori che, con enorme coraggio, sono ritornati in Russia, sapendo a cosa andavano incontro, per sfidare apertamente Putin nel proprio Paese. Come Vladimir Kara-Murza, condannato poi a 25 anni di carcere di massima sicurezza in Siberia, e Aleksej Navalnyj, condannato a 19 anni di colonia penale.

Sono loro e le altre coscienze libere che stanno salvando la Russia che amiamo. E che un giorno, speriamo vicino, anche grazie all’appassionata azione di papa Francesco, potrà costruire una pace vera, fondata sulla giustizia, con la sorella massacrata Ucraina.»

Vincenzo Passerini

da “Tanya in fuga dall’inferno di Bucha”,

un paragrafo del libro “La speranza che muove il mondo. Umanità migrante”.

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Il discorso di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, quando conferì ad Aleksej Navalny il premio Sacharov (testo e video)

(dal sito del Parlamento europeo)

Fu l’ultimo discorso pronunciato da David Sassoli. Era il 15 dicembre 2021. Poi la malattia lo piegò rapidamente e Sassoli morì l’11 gennaio 2022. Navalny era in carcere. Il premio fu consegnato alla figlia Daria. Aleksej Navalny è morto in carcere il 16 febbraio 2024, ucciso dal regime di Putin. Ricordiamo questo grande testimone della libertà con le parole, forti, sincere, appassionate di David Sassoli.

«Il coraggio dimostrato da Aleksej Naval’nyj desta stupore e ammirazione. Lo hanno minacciato, maltrattato, avvelenato, arrestato, incarcerato, ma non sono riusciti a metterlo a tacere. Ha lottato instancabilmente per il popolo russo, in veste di attivista contro la corruzione, candidato politico, blogger e avvocato, per il diritto di far sentire la sua voce, di fare domande e di dissentire. O, in altre parole: per la libertà di pensiero e di espressione, sua e degli altri cittadini russi.» (David Sassoli)

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Lettera 1/ Vladimir Kara-Murza: “Alle urne dite no alla guerra. Smascheriamo il male per liberarcene”. La lettera dal carcere del dissidente e pacifista russo pubblicata da “Avvenire”

Vladimir Kara-Murza, condannato dal regime di Putin a 25 anni di carcere per reati di opinione, con la moglie Evgenia. La coppia ha tre figli.

«Molti anni fa ho visitato il Museo del Nazionalsocialismo a Colonia, che si trova in un ex edificio della Gestapo. Hanno un’esposizione ampia e molto forte. Una cosa nella mostra mi ha particolarmente colpito. Si trattava della scheda elettorale di uno dei tanti “plebisciti” degli anni ’30 di fiducia per il Führer, nella quale qualcuno aveva accuratamente messo una crocetta nella colonna “Nein”. L’ho guardata e ho pensato che quest’uomo, ovviamente, non ha fermato i crimini che i dittatori tanto amano commettere per conto di “tutto il popolo”, ma almeno ha detto loro il suo personale e consapevole “no”. E questo è già un gesto civile.» (Vladimir Kara-Murza, Lettera dal carcere)

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Vladimir Kara-Murza, grande testimone di pace e di giustizia: condannato a 25 anni di galera per aver criticato la guerra all’Ucraina e il regime di Putin (editoriale su “Vita trentina” di V. Passerini)

Vladimir Kara-Murza

«Questo, al momento, è il prezzo che si paga in Russia per non voler stare zitti. Ma so anche che verrà il giorno in cui le tenebre sul nostro paese si disperderanno. In cui il nero sarà chiamato nero e il bianco, bianco; in cui si riconoscerà ufficialmente che due più due fa comunque quattro; in cui la guerra sarà chiamata guerra e l’usurpatore, usurpatore; e saranno detti criminali quelli che l’hanno fomentata e scatenata, e non quelli che hanno cercato di fermarla.»

(Vladimir Kara-Murza ai giudici)

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Libri da leggere e da regalare/3 – “Proteggi le mie parole”. Raccolti in un libro i discorsi pronunciati dagli imputati politici sotto il regime di Putin

“Proteggi le mie parole”, edizioni e/0, 2022, pag. 178, euro 16,50.

Lo storico Marcello Flores intervista Giulia De Florio e Sergej Bondarenko, esponenti dell’associazione Memorial che ha vinto il premio Nobel per la Pace 2022, insieme al Centro per le libertà civili dell’Ucraina e al dissidente bielorusso Ales Bialiatski, che sarà consegnato il 10 dicembre.

Hanno curato il libro, “Proteggi le mie parole”, che raccoglie i discorsi pronunciati dagli imputati politici sotto il regime di Putin.

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Drammatico appello di papa Francesco per la pace in Ucraina. Le parole più forti, più vere, più necessarie in questo momento

Ucraina, Zaporizhia, 30 settembre 2022. Almeno 25 morti e 50 feriti nel convoglio di profughi bombardato dai russi. L’ennesimo crimine denunciato ancora una volta da papa Francesco.

Domenica 22 ottobre 2022 all’Angelus papa Francesco salta il commento alle letture bibliche della messa del giorno e lancia un drammatico appello per fermare la guerra in Ucraina e scongiurare l’assurda minaccia dell’uso di armi nucleari da parte dei russi.

Francesco non fa un generico appello alla pace, non fa il neutrale, non mette sullo stesso piano l’aggressore e l’aggredito, non tace sulle responsabilità e sui crimini dei russi.

Elenca la geografia dei loro orrori, Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhia, le migliaia di vittime innocenti, le distruzioni, i profughi senza più casa e  denuncia l’aggressione subita dall’Ucraina, le violazioni del diritto internazionale da parte della Russia con l’annessione di territori ucraini.

Si rivolge direttamente a Putin perché fermi la spirale di violenza e di morte. E si rivolge a Zelensky perché, pur di fronte all’aggressione subita che ha causato al popolo ucraino immani sofferenze, sia aperto a serie proposte di pace.

Le parole più forti, più vere, più necessarie in questo momento.

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Povera Ucraina. Mentre entriamo nel quarto mese di guerra si manifesta in tutta la sua devastazione la strategia russa di aggressione (di Paolo Bergamaschi)

Ucraina, distruzioni del’esercito russo a Mariupol. (Ansa)

«D’altronde anche in Italia c’è una parte dell’opinione pubblica che insiste nel considerare Kiev corresponsabile del conflitto convalidando, quindi, le tesi di Vladimir Putin. Un po’ come nei casi di violenza sulle donne quando, purtroppo, ci sono sempre quelli che, affetti da una primitiva e avvilente cultura machista che incancrenisce la società italiana, sono pronti a criticare il comportamento “spregiudicato” delle vittime che avrebbe provocato il violentatore.» (Paolo Bergamaschi)

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Ragazze russe contro la guerra nel nome della Rosa Bianca

Le ragazze della rete femminista russa contro la guerra nel nome della Rosa Bianca (da “Specchio”).

Mentre il popolo ucraino resiste con enorme coraggio alla feroce invasione dell’esercito di Putin che ogni giorno si macchia di indicibili atrocità (come fece in Cecenia e in Siria), bagliori di opposizione interna alla guerra illuminano l’orrenda notte in cui è precipitata la Russia. Come le proteste delle ragazze femministe che si richiamano all’opposizione antinazista dei giovani tedeschi della Rosa Bianca.

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Un’altra agghiacciante predica del patriarca di Mosca Kirill che santifica le stragi. Mentre troppi pacifisti sono scandalosamente equidistanti e silenziosi

Putin bacia l’icona mentre Kirill, a sinistra, guarda compiaciuto. Trono e altare sono saldamente uniti nella “guerra santa” all’Ucraina. L’asfissiante propaganda politico-religiosa costruisce il consenso popolare alla feroce aggressione.

 

Domenica 3 aprile 2022, nella cattedrale delle Forze Armate (dove nei mosaici dovevano esserci anche Stalin e Putin), il patriarca ortodosso di Mosca Kirill è tornato a santificare la feroce aggressione all’Ucraina dopo l’allucinante omelia pronunciata il 6 marzo nella cattedrale di Cristo Salvatore. Ha ripetuto, facendone lo stesso uso blasfemo, il passo del Vangelo di Giovanni citato da Putin all’adunata del 18 marzo. Per lui gli ucraini e l’Ucraina non esistono, esistono solo “russi“. Gli altri sono nazisti da eliminare, o corrotti e depravati per colpa dell’Occidente che vanno “corretti” con le bombe e riportati, vivi o morti, all’ovile russo. Questo il motivo della guerra “santa” voluta da lui e da Putin. Non la Nato. Il feroce disegno imperialista politico-religioso, però, sta fallendo per la resistenza del popolo ucraino.

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Col gas finanziamo le armi di Putin. Altri orrendi crimini del suo esercito

Lo strazio di Tanya Nedashkivs’ka per l’uccisione del marito nella strage di Bucha (Getty e Ap – da “Corriere della sera”, 7 aprile 2022).

 

“Perché sono vissuta per vedere questo?”. Nello straziante lamento di una donna di Bucha, testimone delle atrocità dell’esercito russo che per un mese ha occupato con metodi nazisti il sobborgo di Kiev prima di ritirarsi, c’è la disperazione  di un popolo seviziato e massacrato oltre l’indicibile dagli invasori. Atrocità che sono già viste a Irpin, a Mariupol, nel Sud Est del Paese… È ora di sabotare il gas dei russi. Basta armarlo con i nostri soldi!” (Editoriale di V. Passerini su “Vita trentina”)

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L’orrore di Mariupol: crimini contro l’umanità

A Mariupol crimini come ad Aleppo. “Fanno il deserto e lo chiamano pace” (Tacito). (Immagine tratta da avvenire.it)

«A Mariupol ogni pietà è morta. Cittadini ammazzati volutamente dai cecchini russi, bombardati nei rifugi e negli ospedali, lasciati morire tra le fiamme causate dai bombardamenti, sepolti nelle fosse comuni.» (Vincenzo Passerini, editoriale su “l’Adige”, 30 marzo 2022).

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Ucraina, “guerra santa” e ripugnante

Mariupol, fosse comuni.

Papa Francesco all’Angelus di domenica 20 marzo ha condannato con parole durissime la guerra santa scatenata da Putin e dal patriarca ortodosso di Mosca Kirill contro l’Ucraina.

Essa non è altro che “una violenta aggressione”, “un massacro insensato”, una “guerra ripugnante”. Una crudeltà disumana e sacrilega”.

Francesco non a caso usa la parola “sacrilega”. Perché vuole condannare le aberranti e sacrileghe giustificazioni religiose dell’aggressione all’Ucraina espresse da Putin e Kirill.

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Dai crimini di Stalin all’invasione dell’Ucraina, Putin ha “ricostruito” la storia russa. Marcello Flores: “Uso del passato totalmente strumentale” (intervista di Davide Leveghi)

Stalin

Il 28 dicembre 2021, la Corte suprema di Mosca ha dichiarato fuori legge l’organizzazione Memorial, impegnata dalla fine degli ’80 a recuperare la memoria delle vittime dello stalinismo e a difendere i diritti umani (…)

«Putin ha ribadito l’idea che l’Ucraina sia una proprietà russa – continua Flores – per farlo, il presidente russo ha nel tempo utilizzato la storia in maniera totalmente strumentale»

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Le disumane giustificazioni del Patriarca di Mosca della guerra di aggressione all’Ucraina. Il testo dell’omelia di Kirill

Il patriarca orotodosso di Mosca Kirill con Putin.

La guerra, ha detto il patriarca Kirill, è una necessaria difesa dall'”orgoglio gay” …

«…per entrare nel club di quei paesi bisogna fare una parata dell’orgoglio gay… Quindi ciò che sta accadendo oggi nelle relazioni internazionali non riguarda solo la politica. Si tratta di qualcos’altro e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove l’umanità si troverà alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore…»

Una disumana e anticristiana giustificazione dell’aggressione della Russia all’Ucraina. 

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270 sacerdoti ortodossi russi si schierano contro la guerra all’Ucraina: « “Sii maledetto!”, disse Dio a Caino »

«Noi siamo addolorati per il calvario che immeritatamente stanno subendo i nostri fratelli e sorelle in Ucraina. Affermiamo che la vita di ogni singola persona è un dono inestimabile e irripetibile di Dio… Riteniamo che il popolo ucraino debba poter fare la sua scelta in modo autonomo

“La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello” (Gen 4,10-11), così disse Dio a Caino…»

Coraggiose coscienze libere si ribellano a Kirill e a Putin e condannano la guerra all’Ucraina.

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Anna Politkovskaja, implacabile con i forti, tenera con i deboli

Anna Politkovskaja (1958-2006) in un ritratto di Peter Endig (da “Anna Politkovskaja, “Per questo”, Adelphi).

«Anna Politkovskaja visita i villaggi, gli ospedali, i campi profughi, parla con le persone, descrive le inaudite sofferenze della popolazione civile.

“È il genocidio di un popolo”, scrive. “Perché ti preoccupi per certa gente? Sono bestie” le dicono spesso i militari. » (da “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni”)

Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006, denunciò la ferocia di Putin in Cecenia a un Occidente incantato dall’ex colonnello del Kgb (o indifferente). Quella ferocia che adesso vediamo in Ucraina.

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Morire per la libertà

Ucraina, criminali bombardamenti delle abitazioni civili da parte dell’esercito russo.

«Questa non è la guerra della Russia alla Nato, ma la guerra che l’esercito russo invasore fa al popolo ucraino sovrano a casa propria. Una feroce guerra alle sue donne, ai suoi bambini, ai suoi vecchi, ai suoi malati, ai suoi disabili, ai suoi giovani, ai suoi uomini. È la distruzione di vite, sogni, speranze, normalità quotidiana per lo schifoso disegno imperiale di un prepotente.»

«Noi italiani non sappiamo cos’è la Resistenza di un popolo in difesa della propria libertà. Ci siamo consegnati al dittatore interno, Mussolini, cedendogli facilmente pezzo dopo pezzo la nostra libertà. Per vent’anni. Una minoranza resistette e fu spazzata via, uccisa, imprigionata, esiliata. Gli italiani resi schiavi applaudirono l’invasione dell’Etiopia. Fu il momento più alto del consenso di Mussolini. Perché meravigliarci del consenso di Putin? Le invasioni esaltano lorgoglio miserabile dei popoli

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Anna Politkovskaja e Garri Kasparov dissero: Noi denunciamo i crimini di Putin, ma i leader occidentali – Berlusconi, Blair, Schröder, Chirac e Bush junior – lo osannano

Anna Politkovskaja (1958 – 2006)

Mentre l’esercito di Putin bombarda le città ucraine e distrugge case, università, ospedali, ammazza civili, costringe alla fuga centinaia di migliaia di profughi, in Occidente scoprono ipocritamente la natura dittatoriale e criminale del personaggio e dimenticano che a legittimarlo e a renderlo sempre più forte sono state non solo le responsabilità della Russia, ma anche quelle dei leader occidentali liberali, democratici, socialdemocratici. Come dissero Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006, e Garri Kasparov, ex campione di scacchi e oppositore di Putin. E lo scrittore tedesco Peter Schneider racconta di Putin arrivato con tre aerei al compleanno del cancelliere tedesco Schröder.

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“Fanno il deserto e lo chiamano pace” (Tacito). Putin in Ucraina come ieri ad Aleppo. Menzogne e orrori delle guerre di civiltà

Il nostro articolo della vigilia di Natale del 2016 quando le truppe di Putin e di Assad, presidente dittatore della Siria, rasero al suolo la città siriana di Aleppo e proclamarono la pace. Anche ieri, 3 marzo 2022, Putin ha spudoratamente dichiarato che sta portando la pace in Ucraina. Menzogne e orrori delle “guerre di civiltà”.

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Liberali ipocriti e senza coraggio. Da Galli della Loggia, Panebianco e Mieli nessuna parola su Berlusconi amico di Putin

Putin e Berlusconi amici da sempre. Perché non lo ricordano in questi giorni gli editorialisti liberali?

Il 7 ottobre 2011, compleanno di Putin e (quinto) anniversario dell’assassinio di Anna Politkovskaja, coraggiosa giornalista che non taceva le verità scomode per il regime (il legame tra i due eventi è stato da sempre sottolineato), Silvio Berlusconi correva a Mosca a festeggiare l’amico ex colonnello del Kgb.

Uno dei tanti amichevoli incontri tra i due.

Un’amicizia ignorata in questi giorni dai “grandi” editorialisti liberali del “Corriere”. Davvero coraggiosi.

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Beppe Grillo (5 Stelle): “Putin e Trump? Li considero un beneficio per l’umanità”

 

“Li considero un beneficio per l’umanità. La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come loro”. Beppe Grillo in un’intervista esclusiva al settimanale francese Journal du Dimanche parla apertamente su Putin e Trump, elogiandoli. Si dice “abbastanza ottimista” sul presidente degli Stati Uniti, mentre liquida come “un fallimento assoluto” il bilancio dell’Ue. (22 febbraio 2017, da globalist.it)

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L’imperialismo criminale di Putin e l’invasione dell’Ucraina: “I popoli non vanno mai identificati col regime” (V. Passerini, editoriale su “Vita trentina” di giovedì 24 febbraio 2022)

Kiev, esplosione, giovedì 24 febbraio 2022.

 

“Sventoliamo idealmente la bandiera della pace davanti ai carri armati russi che hanno invaso l’Ucraina e gridiamo a gran voce: Tornatevene a casa! Basta guerra! Basta guerra!

Quei carri armati ci hanno ricordato le immagini lugubri di altre invasioni russe: l’Ungheria nel ‘56, la Cecoslovacchia nel ‘68, l’Afghanistan nel ‘79. Cosa ne è rimasto? Macerie umane e politiche, e morti. E profughi. Anche di questa guerra resteranno soltanto alla fine macerie umane e politiche. E morti, e profughi.” (Vincenzo Passerini, 24 febbraio 2022)

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