Bloomsday. Cronache dublinesi

Vincenzo Passerini

Bloomsday

Cronache dublinesi

Tipoffset Moschini, Rovereto (TN) 2011, pp. 128.

 

Bloomsday

“La maschera ogni tanto planava, si metteva a scherzare con i bambini e poi tornava a sgambettare sopra il tappeto di teste. Lì accanto, dove Earl Street si immette in O’Connell Street, Joyce, fuso nel bronzo da Marjorie Fitzgibbon, osservava con aria imperscrutabile. Colpa della forte miopia e della fortissima presunzione”.

 

 

Introduzione

 

Forse è stato un attacco di “mal d’Irlanda” a suggerirmi di raccogliere in un volumetto gli articoli che scrissi per il quotidiano “l’Adige” di Trento durante la mia permanenza a Dublino tra il 2004 e il 2005. Forse hanno ancora un qualche interesse soltanto per me.

Ad ogni modo, riproponendoli, ho voluto rivederli, correggerli, talvolta ampliarli, pur conservandone la struttura e la sostanza.

Ho aggiunto due articoli che scrissi in Italia dopo il mio rientro, delle “note di aggiornamento” e bibliografiche.

Ringrazio “l’Adige” per aver a suo tempo pubblicato queste “cronache dublinesi” e averne ora consentito la ripresa. In calce a ogni pezzo è posta la data di pubblicazione sul giornale.

Un grazie di cuore a Giorgio Andreolli, che ha curato l’impaginazione, a Giovanna Crema Falceri, che ha letto e corretto le bozze (di eventuali errori sono responsabile unicamente io), alla tipografia Moschini, che ha eseguito la stampa. Sono stati scrupolosi e gentili, come sempre.

La mia riconoscenza va anche a Michele Dorigatti, Mara Galazzini, Armando Borgatta e a tutti quelli che a Dublino mi hanno aiutato, con grande disponibilità e generosità, a scoprire la città e l’Irlanda.

Scrivendo di cose irlandesi il pensiero va inevitabilmente all’amico Paolo Giuntella, giornalista e scrittore, che ci ha lasciato nel 2008 a sessantadue anni, proprio di questi giorni (22 maggio). Con Paolo ho condiviso trent’anni d’impegno nell’associazione Rosa Bianca da lui fondata e che riprende, con il nome, lo spirito “resistente” del gruppetto di studenti tedeschi antinazisti uccisi nel ‘43. Nel suo grande cuore Paolo ha avuto sempre un posto speciale per l’Irlanda, le sue storie, le sue canzoni, i suoi pub, i suoi preti, i suoi scrittori.

Non posso non ricordare, poi, che pochi giorni dopo Paolo, il 1° giugno, se ne andava, a sessantaquattro anni, un altro amico, Walter Micheli, politico e intellettuale che ha lasciato tanto buone impronte nella storia recente del Trentino. Nel movimento di Costruire Comunità abbiamo condiviso un pezzo importante di strada.

Paolo si ispirava al cattolicesimo democratico, Walter al socialismo democratico, ma avevano in comune una grande libertà interiore e un’indistruttibile passione per la giustizia sociale e la causa dei più deboli.

La storia dell’Irlanda è segnata profondamente, anche violentemente, dal desiderio di libertà e di giustizia. E i suoi risvolti epici e tragici, permeati da un afllato religioso senza eguali e da una struggente malinconia, continuano a rendercela particolarmente cara. Anche in questi anni, che hanno visto l’isola smarrirsi dietro l’idolo economico e trasformarsi in “Tigre celtica”, prima ubriaca di successo e ora penosamente ferita e umiliata.

Ma l’antica “isola dei santi e dei savi”, come la chiamava Joyce, ha dentro di sé così tante riserve di umanità e spiritualità che saprà uscire anche da questa notte. Come sta uscendo dalla lunga notte del colonialismo e del terrorismo.

Brentonico (Trento), 4 maggio 2011

 

“Il libro è dedicato alla memoria dei miei genitori, Marina e Francesco,

e di mio fratello Alfonso”

 

 

LEGGI LA VERSIONE ONLINE DEL LIBRO

 

Indice

Bloomsday. I cento anni dell’eroe di Joyce

Europa, una Costituzione leggera

Ieri l’Irlanda, oggi l’Africa. Grandi carestie e grandi ingiustizie

Aisling e Joyce donne prete

Primo Levi e il Duce, duello in libreria

Una parata a Belfast

La signora Irlanda

Addio Margaret

Il Cristo notturno del genio inquieto. Caravaggio a Dublino

L’Ira chiude

La lettera della vergogna. Visita al Museo ebraico di Dublino

 

 

La segnalazione su “Vita Trentina” del 18 maggio 2011

di Antonella Carlin

 

Non cercate tra gli scaffali delle librerie “Bloomsday – Cronache dublinesi” perché la sua ultima fatica letteraria Vincenzo Passerini ha voluto riservarla, come gesto d’affetto, agli amici in occasione del suo 60esimo compleanno.

“Forse è stato un attacco di mal d’Irlanda – scrive nell’introduzione – a suggerirmi di raccogliere in un volumetto gli articoli che scrissi per il quotidiano L’Adige durante la mia permanenza a Dublino tra il 2004 e il 2005”.

Gli articoli affrontano aspetti storici, sociali e religiosi della storia di Irlanda “segnata profondamente, anche violentemente, dal desiderio di libertà e giustizia”.

“Si parla anche di immigrazione – racconta l’autore – di quanti irlandesi partivano per l’Atlantico sulle coffin ships, le navi bara pericolanti e per sempre famose qui. Oggi queste navi bara attraversano il Mediterraneo, la storia dei poveri del passato si rinnova. Tuttavia – aggiunge – la storia dell’Irlanda, segnata dalla tragedia del conflitto tra cattolici e protestanti, è anche una storia di conquista della pace”.

Un processo di pace che proprio in questi giorni sta vivendo una svolta importante con la visita della Regina Elisabetta II, il primo monarca britannico a visitare la repubblica irlandese negli ultimi cent’anni e il primo dopo l’indipendenza dell’Irlanda dal Regno Unito, avvenuta nel 1922.

 

Locandina della presentazione a Mori (Tn)

 

Presentazione del libro a Mori (Tn) il 22 marzo 2012. Da sinistra: Vincenzo Passerini, Gianmario Baldi, direttore della Biblioteca Civica di Rovereto e  Giorgio Lunelli, giornalista della sede Rai di Trento.