Archivio dell'area tematica: Pacifismo

È morto, quasi centenario, il vescovo Luigi Bettazzi, grande testimone di pace e di giustizia /1 Fu vescovo ausiliare di Bologna durante e dopo il Concilio

Il vescovo Luigi Bettazzi (Treviso, 26 novembre 1923 – Ivrea, 16 luglio 2023).

«Monsignor Bettazzi venne nominato vescovo ausiliare di Bologna il 10 agosto 1963 da papa Paolo VI. Fu il cardinale arcivescovo Giacomo Lercaro a chiedere al Santo Padre di averlo al suo fianco in un momento particolare per la Chiesa. »

«La capacità di Bettazzi di mettere insieme questioni apparentemente in conflitto gli fece assumere un ruolo centrale anche nella famosa vicenda della cittadinanza onoraria che l’allora sindaco di Bologna, Guido Fanti, propose a Lercaro. “Mi chiamarono dal Vaticano – raccontò Bettazzi – e mi chiesero se era il caso di accettare. Io risposi che certamente si doveva accettare questa proposta perché i bolognesi sono intelligenti e non si lasciano confondere dalle speculazioni politiche”.» (Massimo Selleri, “Il Resto del Carlino”)

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La scomparsa del vescovo Lugi Bettazzi /2 Vescovo di Ivrea dal 1966 al 1999 – Premio internazionale 1985 dell’Unesco per l’educazione alla pace

Il vescovo Luigi Bettazzi (1923-2023).

«Bettazzi è stata una delle figure più influenti nel panorama cattolico e politico, e protagonista di numerose battaglie. Celebre fu quella per l’obiezione fiscale alle spese militari. Monsignor Bettazzi sostenne l’obiezione di coscienza quando ancora si rischiava il carcere.» (…)

«Il 10 ottobre 1979 scrive all’ingegnere Carlo De Benedetti il testo di una lettera aperta pubblicata, quello stesso giorno, sul «Risveglio Popolare», settimanale diocesano. In quella lettera considerava inaccettabile la decisione di ridurre il personale [licenziamento di 4.500 lavoratori della Olivetti] per aumentare la produttività dell’impresa e mettere in salvo i conti.» (Andrea Bucci, www.lastampa.it)

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Vladimir Kara-Murza, grande testimone di pace e di giustizia: condannato a 25 anni di galera per aver criticato la guerra all’Ucraina e il regime di Putin (editoriale su “Vita trentina” di V. Passerini)

Vladimir Kara-Murza

«Questo, al momento, è il prezzo che si paga in Russia per non voler stare zitti. Ma so anche che verrà il giorno in cui le tenebre sul nostro paese si disperderanno. In cui il nero sarà chiamato nero e il bianco, bianco; in cui si riconoscerà ufficialmente che due più due fa comunque quattro; in cui la guerra sarà chiamata guerra e l’usurpatore, usurpatore; e saranno detti criminali quelli che l’hanno fomentata e scatenata, e non quelli che hanno cercato di fermarla.»

(Vladimir Kara-Murza ai giudici)

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Il premio Nobel per la pace assegnato ad attivisti democratici ucraini, bielorussi e russi

L’attivista bielorusso per i diritti umani Ales Bialiatski, attualmente in carcere.

«Il Nobel per la Pace è stato assegnato all’attivista bielorusso Ales Bialiatski e a due organizzazioni che si battono per i diritti umani: l’organizzazione per i diritti umani russa Memorial e l’associazione per i diritti umani ucraina Center for Civil Liberties.

In onore dell'”impegno in difesa dei diritti umani e del diritto di criticare il potere, di difesa dei diritti dei cittadini e contro gli abusi di potere, per aver documentato crimini di guerra“, è stato annunciato dal Comitato per il Nobel a Oslo.» (7 ottobre 2022, dal sito online di “Avvenire”)

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Josef Mayr-Nusser: contro l’uso della religione per politiche razziste, nazionaliste, di guerra

Pensiero del giorno

“È un’affermazione impertinente e menzognera quando si definisce la religione come legata al sangue e alla razza. La verità della Chiesa è sottratta all’arbitrio degli uomini, è infinitamente superiore a valori come razza, sangue, territorio…” (Josef Mayr-Nusser)

La citazione è tratta da una  relazione al corso di formazione dei giovani di lingua tedesca dell’Azione Cattolica di Bolzano (autunno 1936-primavera 1937). In pieno nazifascismo (la propaganda nazista era potentissima in Alto Adige), Josef Mayr-Nusser, giovane dirigente dell’Azione Cattolica (era nato nel 1910), criticò ripetutamente nei suoi discorsi e nelle sue relazioni il razzismo dilagante. Il suo “no” a Hitler, che gli costò la vita, aveva profonde radici.

L’incontro a Bolzano su “Resistere: quando è il momento?” (“Wiederstand: wann fängt er an?”), svoltosi il 3 ottobre 2022 in ricordo di Josef Mayr-Nusser, promosso dalla Diocesi e dal Centro Pace. Da destra: Alex Lamprecht, Brigitte Foppa, Johanna Brunner, Karin Rassler, Vincenzo Passerini.

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Drammatico appello di papa Francesco per la pace in Ucraina. Le parole più forti, più vere, più necessarie in questo momento

Ucraina, Zaporizhia, 30 settembre 2022. Almeno 25 morti e 50 feriti nel convoglio di profughi bombardato dai russi. L’ennesimo crimine denunciato ancora una volta da papa Francesco.

Domenica 22 ottobre 2022 all’Angelus papa Francesco salta il commento alle letture bibliche della messa del giorno e lancia un drammatico appello per fermare la guerra in Ucraina e scongiurare l’assurda minaccia dell’uso di armi nucleari da parte dei russi.

Francesco non fa un generico appello alla pace, non fa il neutrale, non mette sullo stesso piano l’aggressore e l’aggredito, non tace sulle responsabilità e sui crimini dei russi.

Elenca la geografia dei loro orrori, Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhia, le migliaia di vittime innocenti, le distruzioni, i profughi senza più casa e  denuncia l’aggressione subita dall’Ucraina, le violazioni del diritto internazionale da parte della Russia con l’annessione di territori ucraini.

Si rivolge direttamente a Putin perché fermi la spirale di violenza e di morte. E si rivolge a Zelensky perché, pur di fronte all’aggressione subita che ha causato al popolo ucraino immani sofferenze, sia aperto a serie proposte di pace.

Le parole più forti, più vere, più necessarie in questo momento.

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“Le vittime di guerre e conflitti ci interpellano”, 1-2 ottobre 2022, due giornate della Rosa Bianca a Cadine, Trento

La nuova fase del conflitto Russia – Ucraina iniziata il 24 febbraio di quest’anno con una violenta aggressione voluta dal regime di Putin, al potere dal 1999, si inserisce in un contesto storico caratterizzato dall’emersione negli ultimi decenni di situazioni di crisi sullo scenario internazionale in un processo di deterioramento della convivenza a livello mondiale.

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“Ciao amico mio, portatore di pace”. Michail Gorbacev nel ricordo di Dmitry Muratov, premio Nobel per la pace 2021

Il premio Nobel per la pace 2021 Dmitry Muratov, direttore della “Novaja Gazeta”, il giornale, sul quale scriveva anche Anna Politkovskaja, costretto a chiudere da Putin poco dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, ha reso omaggio alla salma di Michail Gorbacev, insieme a migliaia di persone che hanno sfidato l’aperta ostilità del regime, portando un ritratto del grande statista.

“Lui disprezzava la guerra. Lui disprezzava la real politik. Era convinto che il tempo in cui l’ordine mondiale poteva venire dettato dalla forza fosse finito. Credeva nelle scelte dei popoli. Aveva liberato i detenuti politici. Aveva fermato la guerra in Afghanistan e la corsa al riarmo nucleare.

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Nessuna equidistanza tra vittime e carnefici

Pensiero del giorno

Come ieri con i terroristi, così oggi con l’aggressione russa all’Ucraina che continua a seminare distruzioni e morte: nessuna equidistanza tra vittime e carnefici è ammissible, nessun orrore può essere dimenticato in nome di una ipocrita “complessità”. Nessun silenzio può essere giustificabile.

C’è che aggredisce e chi è aggredito, chi bombarda e chi è bombardato, chi invade e chi è costretto a lasciare la sua casa, i suoi affetti, le sue cose, il suo Paese e cercare altrove, privato di tutto, un rifugio.

Chi ama la pace può essere credibile solo se parte da una condanna esplicita, incessante, implacabile dei crimini e delle violazioni del diritto internazionale che la Russia continua a compiere contro l’Ucraina e il suo popolo.

Vincenzo Passerini

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Addio a David Trimble, politico protestante, uno degli artefici dello storico Accordo di pace del 1998 in Irlanda del Nord

David Trimble (15 ottobre 1944 – 25 luglio 2022)

David Trimble, politico protestante nordirlandese, morto a 77 anni lunedì 25 luglio, fu premiato, insieme al leader cattolico socialdemocratico John Hume, con il Nobel per la pace nel 1998, lo stesso anno dell’Accordo di pace che, grazie soprattutto a loro, aveva messo fine a decenni di terrore e a secoli di ingiustizie e repressioni in Irlanda del Nord. Riconoscimento meritatissimo, perché i due leader nordirlandesi, insieme al premier britannico Tony Blair e al presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, riuscirono in un’impresa difficilissima, superando enormi ostacoli e tenendo a bada i moltissimi nemici dell’accordo di pace.

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John Hume, il tessitore della pace in Irlanda del Nord (da “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni”)

John Hume (18 gennaio 1937 – 3 agosto 2020)

Pubblichiamo il ritratto di John Hume, tratto dal nostro libro “Tracce nella nebbia”, politico cattolico nordirlandese, scomparso il 3 agosto 2020, protagonista con David Trimble, politico protestante scomparso lunedì 25 luglio (vedi il relativo articolo su questo blog), dello storico Accordo di pace del Venerdì Santo del 1998 in Irlanda del Nord.

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Ludmila e gli oppositori russi alla guerra di Putin

Ludmila Nikolaevna Vasilyeva, sopravvissuta all’assedio nazista di Leningrado, viene arrestata mentre protesta contro la guerra di Putin all’Ucraina.

Che coraggio questi oppositori russi alla feroce guerra all’Ucraina. Denunciano l’aggressione, non sono equidistanti, chiamano le cose con il loro nome, inorridiscono per i crimini del loro esercito, attaccano Putin. Finiscono in carcere. Il simbolo è lei, l’ottantenne Ludmila Nikolaevna Vasilyeva, sopravvissuta al lunghissimo e atroce assedio nazista di Leningrado (San Pietroburgo).

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Il nostro 25 aprile con la Resistenza del popolo ucraino

Il nostro 25 aprile sarà quest’anno con la Resistenza ucraina, insieme a Liliana Segre, testimone della Shoah e senatrice a vita, insieme a Albertina Soliani, cattolico-democratica e vicepresidente dell’Anpi, e contro l’aggressore Putin, capo del neofascismo mondiale, e i suoi massacri di innocenti in Ucraina, e contro il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo e le sue vergognose posizioni filo Putin. Ma anche contro i tanti Ponzio Pilato equidistanti e a quei pacifisti che tradiscono il diritto dei popoli alla libertà e alla resistenza di fronte all’aggressore. Come diceva Gandhi, che sapeva cosa voleva dire sentirsi responsabili del proprio popolo e non solo dei propri principi:

 

«Ho ripetuto infinite volte che chi non sappia proteggere se stesso o i propri vicini e cari o il loro onore affrontando in modo non-violento la morte, può e dovrebbe farlo affrontando con violenza l’oppressore.

Chi non sappia fare né una cosa né l’altra è un peso. Non è degno di essere il capo di una famiglia. Dovrebbe o nascondersi o accontentarsi di vivere in perpetua impotenza, pronto a strisciare come un verme agli ordini di un prepotente.»

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Partecipare alle sofferenze altrui, costruire futuro per la prossima generazione. Auguri di Buona Pasqua con Dietrich Bonhoeffer

Dietrich Bonhoeffer

“Siamo stati testimoni silenziosi di azioni malvagie, ne sappiamo una più del diavolo, abbiamo imparato l’arte della simulazione e del discorso ambiguo… conflitti insostenibili ci hanno reso arrendevoli o forse addirittura cinici…

I cristiani sono chiamati ad agire e a compatire non primariamente dalle esperienze che fanno sulla propria pelle, ma da quelle che fanno i fratelli, per amore dei quali Cristo ha sofferto.”

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Ragazze russe contro la guerra nel nome della Rosa Bianca

Le ragazze della rete femminista russa contro la guerra nel nome della Rosa Bianca (da “Specchio”).

Mentre il popolo ucraino resiste con enorme coraggio alla feroce invasione dell’esercito di Putin che ogni giorno si macchia di indicibili atrocità (come fece in Cecenia e in Siria), bagliori di opposizione interna alla guerra illuminano l’orrenda notte in cui è precipitata la Russia. Come le proteste delle ragazze femministe che si richiamano all’opposizione antinazista dei giovani tedeschi della Rosa Bianca.

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La carovana della pace “Stop the war now” è arrivata a Leopoli portando una forte testimonianza di solidarietà e di pace. Ripartirà con 177 profughi

La carovana della pace “Stop the war now” è arrivata a Leopoli portando una forte testimonianza di solidarietà con la popolazione civile massacrata dalla guerra e un forte appello perché la guerra finisca. Ripartirà portando in Italia 177 persone di 7 nazionalità diverse rimaste senza alloggio. Ecco come raccontano l’iniziativa il Corriere della sera e fanpage.it e un video di repubblica.it

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“In Russia c’è il lavaggio del cervello”. La coraggiosa giornalista Marina Ovsyannikova intervistata da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, Rai 3, 27 marzo 2022

Rai 3, “Che tempo che fa”: la coraggiosa giornalista russa Marina Ovsyannikova, che inscenò la clamorosa protesta pacifista durante il telegiornale del Primo canale della tv di Stato russa, risponde alle domande di Fabio Fazio dalla sua casa di Mosca (domenica 27 marzo 2022).”Mi sento sola, le persone su cui contavo sono sparite. Ma ho trovato nuove persone che mi sono vicine e mi aiutano. Ho paura per i miei figli. Col mio gesto volevo far capire che i russi non vogliono la guerra.” (VIDEO)

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«Soldato, lascia cadere la tua arma e sarai un vero eroe!»

Pensiero del giorno

San Pietroburgo, Yelena Osipova mentre viene arrestata per la sua protesta contro la guerra (immagine da www.theguardian.com).

 

«Soldato, lascia cadere la tua arma e sarai un vero eroe!»

San Pietroburgo, 2 marzo 2022: Yelena Osipova, personaggio molto noto, artista e attivista per i diritti umani, sopravvissuta all’assedio di Leningrado (ora San Pietroburgo), viene arrestata mentre protesta contro l’invasione dell’Ucraina. Su un cartello la grande scritta: «Soldato, lascia cadere la tua arma e sarai un vero eroe!». L’immagine è tratta da un video del quotidiano britannico The Guardian (www.theguardian.com).

È lei il simbolo delle coraggiose proteste dei pacifisti russi contro l’invasione dell’Ucraina, duramente represse dal regime di Putin.

I pacifisti russi, con Yelena Osipova in prima fila, hanno dato una lezione di verità e coraggio a molti pacifisti italiani, troppo morbidi su Putin e spesso addirittura equidistanti. È questo un pacifismo che tradisce l’essenza della pace fondata sulla verità e la giustizia, sulla netta distinzione tra aggressore e aggredito, sul dovere di schierarsi con la vittima contro il carnefice.

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Da “la Repubblica”: intervista al Nobel per la pace Dmitrij Muratov: “La nostra battaglia di giornalisti russi contro le fake news”

Dmitry Muratov, premio Nobel per la pace 2021, dirige la Novaya Gazeta, il giornale sul quale scriveva Anna Politkovskaja.

«Come possono i giovani rispettare i loro anziani che dicono loro, ripetendo dopo la propaganda, che in Ucraina l’esercito russo sta combattendo i nazisti? I giovani non ci credono, non si sono lasciati manipolare dalla televisione di Stato. Siamo in uno stato di guerra civile generazionale. Quello che è successo significa che la mia generazione non potrà parlare con gli ucraini senza sentirsi in colpa. Senza sentire l’odio da parte loro. Qualcosa può cambiare solo tra i giovani; i ventenni di oggi hanno un’empatia diversa e sono categoricamente contrari alla guerra» (Dmitry Muratov intervistato da Wiktoria Bieliaszyn, “la Repubblica”, 19 marzo 2022)

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Emmanuel Mounier, “I cristiani e la pace” (Antologia di pensieri)

Emmanuel Mounier

Il grande filosofo francese Emmanuel Mounier (1905-1950), padre, con Jacques Maritain, del personalismo comunitario, fondatore della rivista “Esprit”,  e ispiratore dei movimenti politici progressisti cattolici degli anni ’30 e ’40, pubblicò nel 1939, alla vigilia dell’invasione nazista della Polonia che segnò l’inizio della Seconda guerra mondiale, un importantissimo scritto in cui ricordava il significato della pace cristiana e denunciava il falso pacifismo che nel 1938 aveva portato alla resa delle democrazie di fronte all’occupazione nazista dei Sudeti.

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270 sacerdoti ortodossi russi si schierano contro la guerra all’Ucraina: « “Sii maledetto!”, disse Dio a Caino »

«Noi siamo addolorati per il calvario che immeritatamente stanno subendo i nostri fratelli e sorelle in Ucraina. Affermiamo che la vita di ogni singola persona è un dono inestimabile e irripetibile di Dio… Riteniamo che il popolo ucraino debba poter fare la sua scelta in modo autonomo

“La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello” (Gen 4,10-11), così disse Dio a Caino…»

Coraggiose coscienze libere si ribellano a Kirill e a Putin e condannano la guerra all’Ucraina.

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Morire per la libertà

Ucraina, criminali bombardamenti delle abitazioni civili da parte dell’esercito russo.

«Questa non è la guerra della Russia alla Nato, ma la guerra che l’esercito russo invasore fa al popolo ucraino sovrano a casa propria. Una feroce guerra alle sue donne, ai suoi bambini, ai suoi vecchi, ai suoi malati, ai suoi disabili, ai suoi giovani, ai suoi uomini. È la distruzione di vite, sogni, speranze, normalità quotidiana per lo schifoso disegno imperiale di un prepotente.»

«Noi italiani non sappiamo cos’è la Resistenza di un popolo in difesa della propria libertà. Ci siamo consegnati al dittatore interno, Mussolini, cedendogli facilmente pezzo dopo pezzo la nostra libertà. Per vent’anni. Una minoranza resistette e fu spazzata via, uccisa, imprigionata, esiliata. Gli italiani resi schiavi applaudirono l’invasione dell’Etiopia. Fu il momento più alto del consenso di Mussolini. Perché meravigliarci del consenso di Putin? Le invasioni esaltano lorgoglio miserabile dei popoli

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Non è la guerra di Putin alla Nato, ma alle donne e ai bambini ucraini

© Daphne ROUSSEAU / AFP

 

Kiev, mamma e i suoi due figlioletti uccisi da una bomba mentre tentavano di scappare

La feroce aggressione di Putin alle città ucraine non ammette neutralità, silenzi, equidistanze. Questa non è la guerra tra Putin e la Nato, ma la criminale guerra di aggressione di Putin al popolo ucraino, martoriato, massacrato, costretto a cercare di fuggire dalle proprie case. Nessuna vigliaccheria: si sta con gli aggrediti contro l’aggressore. Ce lo insegna da sempre Gandhi: La nonviolenza non è mai neutralità, passività, viltà.

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Contro l’aggressione all’Ucraina: il coraggioso direttore del Teatro Bolshoi di Mosca, Tugan Sokhiev, si dimette

Il direttore dimissionario del Bolscioi Tugan Sokhiev.

Il direttore del Teatro Bolshoi di Mosca, Tugan Sokhiev, si è dimesso con effetto immediato per protesta contro l’invasione dell’Ucraina e le costrizioni alle quali avrebbe dovuto sottostare nelle scelte musicali.

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La nonviolenza non è mai neutralità, passività, viltà. Le parole di Gandhi, mentre le bombe russe uccidono donne e bambini in Ucraina

M. K. Gandhi

Di fronte all’invasione criminale dell’Ucraina da parte dell’esercito russo non ci può essere nessuna neutralità, nessuna passività, nessuna viltà. La persona nonviolenta si schiera sempre con chi è aggredito e resiste all’aggressione. Circola un’idea di nonviolenza come rassegnata contemplazione del crimine. Come equidistanza. Come vaga predica di pace mentre l’aggressore invade e massacra. Questa non è nonviolenza. Questa è vigliaccheria e non ha posto nel pensiero nonviolento di Gandhi. La nonviolenza è sempre resistenza all’aggressione e all’oppressione. Dando la propria vita, non chiedendo che la diano gli altri, mentre noi ce ne stiamo tranquilli davanti alla televisione. Ecco una scelta di brani tratti dagli scritti di Gandhi. Intanto le bombe, i carri armati e i missili di Putin uccidono donne e bambini ucraini. E centinaia di migliaia di profughi fuggono. Un crimine contro l’umanità.

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