Vincenzo Passerini – Giorgio Romagnoni
La solitudine di Omran
Profughi e migranti, cronache di una rivoluzione
Il Margine (TN), 2018, pp. 265, euro 15
Scheda editoriale
“C’è tutta la solitudine delle vittime nell’immagine di Omran Daqneesh, il bimbo di cinque anni salvato da un bombardamento ad Aleppo e seduto in un’ambulanza, il volto coperto di sangue e polvere, lo sguardo immobile.
È la solitudine del più indifeso degli esseri umani, il bambino, di fronte a qualcosa che può solo subire e non capire.
L’immagine suscita potenti emozioni, come quella del piccolo profugo Aylan, trovato morto su una spiaggia della Turchia.
Ma le emozioni svaniscono in fretta, la solitudine resta. Aylan è dimenticato, i profughi mal sopportati o respinti. Perfino criminalizzati, perché il nostro mondo, così perverso, è capace di trasformare le vittime in carnefici pur di salvare la propria coscienza o cercare di prendere un po’ di voti. Chiamatela, se volete, civiltà”.
Il libro “La solitudine di Omran” raccoglie tre anni di articoli e interventi pubblici ‒ appassionati, polemici, documentati ‒ del presidente regionale del Cnca Trentino-Alto Adige Vincenzo Passerini, accompagnati dalle storie disegnate di Giorgio Romagnoni che, lavorando a Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione) e Centro Astalli, conosce “in prima linea” le storie i drammi e le speranze dei profughi.
272 pagine che sono un vero e proprio manifesto per l’accoglienza e contro l’ingiustizia.
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Prefazione
UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA
di don Armando Zappolini
presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca)
Le pagine di Vincenzo Passerini e di Giorgio Romagnoni ci accompagnano in un viaggio di quelli che toccano il cuore.
Si attraversano mondi e si fanno incontri che ci restano per sempre e che ti danno una visione della realtà ben precisa, concreta, documentata, con la bellezza di un’umanità schiacciata e brutalizzata dall’ingiustizia e dalla malvagità.
Il viaggio che questo libro ci invita a percorrere ti lascia però anche tanta amarezza e ti pone molte domande, ti dà la misura di quanto sia ingiusto e spesso cattivo il nostro mondo.
Ricordo ancora il mio primo viaggio a Calcutta nel 1991, dopo l’incontro con Madre Teresa, i bambini che mi accompagnavano nei loro villaggi, la grande dignità di chi ci accoglieva nella propria misera abitazione.
Tornavo a casa ogni volta con i loro occhi impressi in modo indelebile nel mio cuore, ma anche con un profondo disagio.
Come è diverso il mondo visto da sotto! Come si può morire per la mancanza di una medicina, per fame o per sete?
Come può sopravvivere una parte considerevole dell’umanità che lotta ogni giorno per il cibo?
Mentre continui a cercare soluzioni per le molte emergenze, a portare cibo, ad attivare ambulatori e scuole, senti che tutto questo non basta, senti che non è un problema di assistenza o di carità, ma di giustizia.
E tutto questo si scontra, quando torni a casa, con il mostro dell’indifferenza, della compassione patetica e talvolta perfino dell’intolleranza.
Mi sono vergognato spesso in Africa di essere un bianco e, qualche volta, anche di essere un cristiano. Le nazioni e le società che maggiormente sfruttano le popolazioni africane fanno parte infatti del cosiddetto “mondo occidentale” di tradizione cristiana.
Dovremo rendere conto un giorno anche dei nostri silenzi.
Una volta in Uganda stavo inaugurando un ambulatorio finanziato dalla nostra Associazioni Bhalobasa di Perignano (Pisa) in una grande scuola e accanto a un villaggio.
I ringraziamenti che gli insegnanti e i presenti ci facevano mi hanno disturbato. Ho detto loro che non dovevano considerarci come dei benefattori, ma come persone che cercavano di restituire in parte quello che i nostri antenati avevano derubato.
Ho detto che la nostra ricchezza era stata costruita anche sulla loro povertà e che questo dovevano insegnare agli studenti.
Stare accanto alla sofferenza, alla povertà, alla voglia di vivere e sopravvivere delle persone ci aiuta a vedere anche il nostro mondo in modo diverso. Quanto ce ne sarebbe bisogno!
Le scene che vediamo e le parole che udiamo in questi tempi in Italia ci riempiono di amarezza e di vergogna.
Cari fratelli neri, cari fratelli bengalesi o dei tanti popoli oggi presenti fra noi, a molti di noi è capitato diverse volte in questi anni di essere accolti in villaggi e città nei Paesi dai quali siete partiti per venire in Italia.
Progetti di volontariato e di coppe razione internazionale ci hanno dato l’occasione di apprezzare il calore dell’accoglienza e della generosità tipiche delle vostre culture.
Il dono di un chicco di caffè, l’acqua per lavare i piedi o le mani, un po’ di frutta e tante altre cose belle ci hanno dato il benvenuto dovunque siamo arrivati.
La ricerca di dignità e di libertà vi ha costretti a lasciare la vostra terra e a mettervi in mano, talvolta, alla parte peggiore del nostro Paese, quella dello sfruttamento e del razzismo, della schiavitù e delle mafie.
Ci sentiamo tanto in imbarazzo e non so con quale faccia torneremo d’ora in poi nei vostri Paesi.
Per la verità, stiamo tentando da anni di arginare questa deriva di barbarie che sta umiliando l’Italia, ma forse finora non abbiamo fatto abbastanza. Ci vuole di più!
Ve lo promettiamo, mentre vi chiediamo scusa. Aiutateci, con il vostro coraggio, a non perdere la speranza.
Premessa
LA SPERANZA CHE SCONVOLGE IL MONDO
di Vincenzo Passerini e Giorgio Romagnoni
Parliamo di fenomeno, parliamo di problema, ma è una rivoluzione. La rivoluzione dei profughi e dei migranti.
Non ha un centro, non ha una periferia, non ha confini. Tutto il mondo ne è messo sottosopra, tutte le società, tutte le coscienze. Una valle alpina ne è scossa come un’oasi del deserto o la periferia di una metropoli.
A muoverla è la speranza.
Le vittime viventi delle guerre e delle povertà hanno deciso di non subire immobili il loro destino. Si mettono in viaggio, guidate dalla speranza di una vita migliore. Con la determinazione e lo sprezzo del pericolo che sempre muovono coloro che si ribellano all’intollerabile.
Una parte di loro, una piccola parte, arriva da noi e sconvolge il nostro mondo. Lo scuote. Lo spacca. Solidarietà o rifiuto, amicizia o odio.
Le vittime viventi, e i morti, ci sbattono in faccia le nostre responsabilità. Chi causa le guerre? Chi le alimenta col traffico di armi?
Chi tiene in piedi un sistema economico e finanziario che produce una moltitudine di poveri e un ristretto numero di privilegiati? Chi crea i profughi e i migranti?
Sto dalla parte delle vittime anche raccontando questa rivoluzione e cercando di spiegarla su un popolare quotidiano di Trento, “l’Adige” (che ringrazio). Il libro raccoglie molti miei articoli degli ultimi tre anni (alcuni sono stati pubblicati su altre testate a cui pure va il mio grazie).
A Giorgio Romagnoni ho proposto di disegnare delle storie. Sono contento che abbia accettato.
V.P.
Questi disegni sono i miei tre anni di lavoro con i lottatori di speranza e con il Centro Astalli di Trento.
Ricordo i dubbi e la tristezza dopo la laurea in giurisprudenza. Ricordo quel senso di inutilità mentre mi guardavo intorno in cerca di un impiego come se non servissi al mio Paese.
Stavo per diventare migrante. Poi qualcuno mi ha detto che potevo essere utile.
Ricordo che i primi giorni credevo di dar loro un’assistenza legale. Mi hanno invece fatto incontrare le loro storie, la loro umanità, le loro inimmaginabili fatiche.
Così hanno reso concreto il mio amore di studentello per un’Europa solidale fatta di popoli e fratelli. Hanno dato senso al mio studio tra le carte dei giuristi.
Mi hanno spinto a realizzare un sito come www.ilproblemadeglialtri.it dove la mia passione per il disegno fosse a disposizione delle battaglie sconosciute e quotidiane degli altri.
Insomma in loro ho riconosciuto i miei padri costituenti, le radici del mio credo e la memoria di chi nella mia famiglia non c’è più, ma è stato migrante, reduce o sfollato e mi ha voluto bene prima che venissi al mondo.
La loro compagnia quotidiana mi spinge a servire e difendere le persone che amo e il nostro futuro insieme. È una gran fatica, ma è gioia piena.
G.R.
Indice
in corsivo le storie disegnate di Giorgio Romagnoni
che in questa versione online sono state raccolte in un’unica pagina.
Vedi la pagina con le storie disegnate.
Africa dolente e meravigliosa
Corano e Bibbia insieme sull’altare
Mamma mia dammi 100 lire (storia disegnata)
I doveri di questa generazione
Rubare sui disperati
Los nadies (storia disegnata)
Non ci fermerete
Forse sarai straniero anche tu
Il sergente tra gli stranieri (storia disegnata)
Profughi e migranti: le tre grandi questioni
Bolzano e Brennero, porte della speranza
Fraternité (storia disegnata)
L’anno dei profughi
Quante orecchie, quanti morti?
Le nostre responsabilità
In Libia (storia disegnata)
Judit, Reginette e le altre sorelle
Più Europa, non più muri
Vulnerabili (storia disegnata)
L’Europa si salva con la giustizia sociale
L’Italia ha triplicato l’export di armi
Atlante mondiale delle migrazioni
Venezia (storia disegnata)
Cura democratica contro le paure
Al Brennero, oltre i muri
Fallimento del cinismo politico
Padri costituenti (storia disegnata)
La protesta degli afghani
La solitudine di Omran
Briciole che salvano l’umanità
Aleppo (storia disegnata)
Cosa possiamo fare
Prima gli italiani? Già fatto
Partono perché vogliono vivere
Il suo presidente (storia disegnata)
L’attentato
In nome di Abdoulaye
Laggiù (storia disegnata)
“Fanno il deserto e gli danno il nome di pace”
Scandalo disuguaglianze
Trump: debole con i forti, forte con i deboli
Abbiamo bisogno di loro
L’attesa (storia disegnata)
Il mondo povero è giovane
Gli angeli e i demoni degli eritrei
Massacri italiani in terra d’Africa
Lettera ai giudici (storia disegnata)
Il muro del Brennero c’è già e uccide
Morte di Adan, ragazzino iracheno
Dall’insulto all’accoglienza
In sanguine (storia disegnata)
Perché serve lo “isu soli”
Austria, sottovalutata la deriva nazista
Situazione disumana, protesta giusta
Venga nella bidonville del Trentino. Lettera aperta all’arcivescovo di Trento
Beatitudini (storia disegnata)
Josef Mayr-Nusser, la coscienza contro lo spirito del tempo
APPENDICE:
Due opposte visioni di umanità
RECENSIONE DI M.T. PONTARA PEDERIVA SU LASTAMPA.IT
PRESENTAZIONE A PADOVA CON MEDICI CON L’AFRICA
COMUNICATO STAMPA PRESENTAZIONE A PADOVA
RECENSIONE DI M.T.PONTARA PEDERIVA SU SETTIMANANEWS
LOCANDINA PRESENTAZIONE AL MUSEO DELL’INTERNAMENTO – PADOVA
LOCANDINA PRESENTAZIONE A VICENZA
LOCANDINA PRESENTAZIONE A NOGAREDO (TN)
RECENSIONE DI R. MORANDUZZO SU VITA TRENTINA
PRESENTAZIONE A CONEGLIANO (Treviso)