Archivio del mese Dicembre 2016

«Fanno il deserto e gli danno il nome di pace»

Vento e neve hanno reso più difficile in queste ore l’evacuazione dei civili rimasti ad Aleppo est, crocifissa da quasi cinque anni di guerra e da sei mesi di assedio feroce. Eppure, dopo tante bombe cadute dal cielo quei fiocchi di neve sembrano portare un messaggio di salvezza a quelle donne, a quei bambini, a quei vecchi affamati e traumatizzati.

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Far sparire i poveri

Come la periferia di Betlemme, allora, anche quella di Trento, oggi, ha tante capanne abitate durante la notte. Sono sotto i ponti, nelle fabbriche abbandonate, nei boschetti, nelle case diroccate. Sono fatte di lamiera, di legno, di teli di plastica, di stracci. Le Marie, i Giuseppe, i poveri Cristi che le abitano sanno che il segreto per farle durare non è la robustezza dei materiali. Quel che conta è che siano nascoste, che non si vedano.

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In nome di Abdoulaye

In una bellissima intervista pubblicata su «l’Adige» del 20 novembre scorso, Roberta Boccardi ha raccolto, con grande umanità, da una coppia di genitori cinquantenni dell’Alta Valsugana la storia di Abdoulaye, profugo senegalese di ventidue anni che loro avevano accolto in famiglia e che era morto poco giorni prima, dopo aver lottato invano con una grave malattia.
Una storia difficile da dimenticare, per diversi motivi.

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L’utopia politica della Rete, movimento per la democrazia negli anni di Tangentopoli e dei delitti di mafia: storia e storie

Per conoscere la storia della Rete sono utili questi libri di  D. Saresella, P. Bertezzolo, L. Rozza Giuntella, T. Gullo, A. Naselli, D. Camarrone, P. Giuntella, L. Orlando, E. Pintacuda, N. Dalla Chiesa, C. Fava, C. Palermo, A. Galasso. E gli Atti delle assemblee nazionali.

 

Storia e storie della rivolta etica di un piccolo movimento che, come dice la storica Daniela Saresella, fu l’utopia politica di quegli anni burrascosi e inquietanti.

 

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