Agitu, sei stata un dono al Trentino

Agitu Ideo Gudeta (Foto giornale “Trentino”)

L’articolo di Vincenzo Passerini su Agitu Ideo Gudeta pubblicato sul quotidiano “Trentino” giovedì 31 dicembre 2020.

Sei stata un dono al Trentino

 

Agitu è stata un dono dell’Africa al Trentino. Meraviglioso. Uno di quei doni che i razzisti, resi ciechi dalla loro mediocrità, sono incapaci di vedere.

Un vero talento Agitu Ideo Gudeta. Cultura, competenza, lavoro, imprenditorialità, creatività, tenacia, cordialità.

Una morte crudele e ingiusta ha posto fine a tutto questo. Avrebbe compiuto fra poco 43 anni. Un dono che ci mancherà.

E mancherà al Trentino, impoverito da questo atroce commiato. Che ha sconvolto le tante persone a cui ha voluto bene e che le hanno voluto bene. Che l’hanno ammirata, aiutata, incoraggiata nell’avviare le sue aziende agricole, in Val di Gresta prima, e in Valle dei Mocheni poi.

E che hanno goduto della sua amicizia, dei suoi talenti, della sua umanità. E dei prodotti del suo allevamento, “La capra felice”, di cui era giustamente orgogliosa.

 

Foto giornale “Trentino”.

 

Sì, è stata un magnifico dono dell’Africa al Trentino. Certo, nato da una fuga dalla sua Etiopia perché perseguitata. Nato dalla sofferenza e dal distacco.

Ma sempre un dono.  Come lo sono tanti altri rifugiati come lei. Doni che spesso non riescono a esprimersi, o ne sono impediti per la montagna di pregiudizi  alimentata dalla propaganda razzista.

Agitu è stata esempio di integrazione, sicuramente, di capacità di inserirsi in una comunità diversa mettendo in gioco tutte le qualità buone di cui disponeva.

E tanti immigrati e rifugiati possono raccontare la stessa storia, anche se lei brillava di una luce speciale. Sono poco meno di 50 mila gli stranieri che vivono in Trentino e tantissimi di loro hanno messo in gioco le qualità buone di cui dispongono. E di cui il Trentino deve essere loro grato.

 

Foto giornale “Trentino”.

 

Ma non è stata solo il simbolo dell’integrazione dei migranti in questa terra, ma anche il simbolo della resistenza al razzismo.

È stata una vittima della propaganda di odio xenofobo e razziale, in questa provincia non meno feroce che altrove.

“Torna al tuo paese”, “Vattene, brutta  negra”. Agitu era forte. Ha resistito.

Lei denunciò gli insulti e le aggressioni di un vicino. Con coraggio. A nome anche di tanti altri e di tante altre che subivano in silenzio. E che subiscono in silenzio.

Ci vuole molto coraggio a denunciare. E ad affrontare un processo di questo tipo. Soprattutto quando l’episodio da lei denunciato accadde.

I mesi tra il 2018 e il 2019 sono stati i peggiori nella storia del nostro Paese in fatto di xenofobia e  razzismo. Che si erano insediati  al governo nazionale e provinciale.

Sono i mesi dei famigerati decreti cosiddetti “sicurezza”, della  cacciata dalle strutture di accoglienza di tanti migranti, del dilagare delle parole d’odio legittimate dall’alto.

Il 14 febbraio 2019 cominciò il processo.

Lei mi aveva chiesto di essere suo consulente esperto al processo. Accettai, naturalmente. Ma il giudice decise altrimenti.

Al processo andai, comunque, insieme ad un bel gruppo di sue amiche e amici, per farle sentire solidarietà e amicizia in un momento così difficile.

L’udienza a porte chiuse durò quattro ore. Intorno alle 19.30 uscì. Eravamo rimasti in quattro ad attenderla sul corridoio.

Era contenta, ma anche provata e amareggiata. Andammo al bar a prendere qualcosa di caldo. Il processo era stato aggiornato a maggio.

Agitu era amareggiata per certe deposizioni di testimoni autorevoli che avevano sminuito la sua denuncia. E non se ne capacitava. Il processo si è concluso nel gennaio di quest’anno con la condanna dell’aggressore a  9 mesi, ma è caduta l’aggravante dell’odio razziale.

Ricordo Agitu molto preoccupata dopo quella prima fase del processo. Smetteranno le minacce e gli insulti? Chiedeva. Cercammo di rassicurarla. Smetteranno.

Non si sentiva difesa da chi doveva difenderla. Ma ha resistito, in quella disgraziata stagione del razzismo dilagante. Che ha fatto il successo politico dei razzisti.

Agitu, grande donna etiope donata dall’Africa al Trentino, è stata esempio di integrazione ma anche di resistenza al razzismo. Insieme a quel pezzo di Trentino che oggi sinceramente la piange.

 

 

Foto giornale “Trentino”.

 

Articolo pubblicato sul quotidiano “Trentino” giovedì 31 dicembre 2020.