Archivio della parola chiave: Shoah

Di fronte agli eredi del fascismo, oggi alla guida del governo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda le complicità del fascismo italiano nello sterminio degli ebrei (il testo integrale del suo discorso per il Giorno della memoria))

«Celebrare doverosamente i Giusti non deve far dimenticare i tanti, troppi ingiusti: i pavidi, i delatori per denaro, per invidia o per conformismo; i cacciatori di ebrei; gli assassini; gli ideologi del razzismo.

Non c’è torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o di riduzione delle colpe, personali o collettive.

Non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza –  le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei.»

Sergio Mattarella

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I libri e la testimonianza di Edith Bruck, sopravvissuta ai lager nazisti (e altri testimoni e libri)

Edith Bruck

Vedi in questo blog i libri e la testimonianza di Edith Bruck, ebrea, scrittrice italiana di origini ungheresi, sopravvissuta ai lager nazisti.

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Vedi in questo blog tutti gli articoli sulla Shoah: riflessioni, testimoninaze, letture.

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Testimoni / Edith Stein: “Santità, faccia udire la sua voce!”

Edith Stein (Breslavia-Wroclaw, 1891 – Auschwitz, 1942)

“Da settimane siamo spettatori, in Germania, di avvenimenti che comportano un totale disprezzo della giustizia e dell’umanità, per non parlare dell’amore del prossimo…Tutto ciò che è accaduto e ciò che accade quotidianamente viene da un governo che si definisce ‘cristiano’…

Questa guerra di sterminio contro il sangue ebraico non è un oltraggio alla santissima umanità del nostro Salvatore? Non solo gli ebrei, ma anche migliaia di fedeli cattolici della Germania e, ritengo, di tutto il mondo da settimane aspettano e sperano che la Chiesa di Cristo faccia udire la sua voce contro tale abuso del nome di Cristo”.

Edith Stein, Lettera a Pio XI, 1933

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L’incontro di Edith Bruck con gli studenti del Liceo Socrate di Roma. Memoria vivente della Shoah, impegno a non dimenticare la barbarie del nazismo e del fascismo

Edith Bruck al Liceo Socrate di Roma. Al microfono Antonella Caronna dell’associazione Ideerranti. Seduti, con la scrittrice al centro, l’insegnante Simona Vecchini e Vincenzo Passerini.

L’incontro di Edith Bruck con gli studenti del Liceo Socrate di Roma, programmato per il 6 febbraio e rinviato per una indisposizione della scrittrice e testimone della Shoah, si è svolto il 27 aprile scorso, a ridosso dell’anniversario della Liberazione.

Promosso dall’associazione Ideerranti, rappresentata da Antonella Caronna, e introdotto da Vincenzo Passerini, l’incontro ha visto la partecipazione diretta di oltre cento studenti e di tanti altri in collegamento dalle rispettive aule.

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Irena Sendler, l’angelo del Ghetto di Varsavia. Salvò dalla morte 2500 bambini ebrei (da “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”)

Irena Sendler (Varsavia 1910-2008)

Il 19 aprile è stato ricordato l’80° anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia quando 750 ebrei si ribellarono agli occupanti e sterminatori nazisti. La rivolta durò fino al 16 maggio. Pochi i superstiti di quell’eroica Resistenza. Il presidente della Repubblica di Germania Frank-Walter Steinmeier, partecipando alla commemorazione insieme ai presidenti di Polonia e Israele, ha detto: “Oggi sono davanti a voi e chiedo perdono per i crimini che i tedeschi hanno commesso qui”. E poi: “I tedeschi hanno pianificato e realizzato meticolosamente il crimine umano della Shoah. I tedeschi hanno perseguitato, ridotto in schiavitù e ucciso gli ebrei europei e gli ebrei di Varsavia con una crudeltà e una disumanità inimmaginabili”.

Ricordiamo la tragedia del Ghetto di Varsavia con la storia bellissima di Irena Sendler, che riuscì a salvare 2500 bambini, pubblicata nel nostro libro “Tracce nella nebbia”.

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“L’Italia tollera l’odio antisemita. E chi dovrebbe vigilare si gira dall’altra parte”. Intervista a Edith Bruck, testimone dell’Olocausto (di Emanuela Giampaoli, “la Repubblica”)

Edith Bruck (1931), ebrea, ungherese, sopravvissuta ad Auschwitz, naturalizzata italiana, scrittrice, vive a Roma.

“Abbiamo assistito inermi alle manifestazioni dichiaratamente fasciste, ai saluti romani, perfino ai funerali e ai politici con i simboli nazifascisti tatuati sulla pelle in Parlamento. Ci rendiamo conto?”

“C’è un clima di rilassamento spaventoso, un vuoto pericoloso”

“È un’Italia irriconoscibile”

Edith Bruck

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La Lega e i neonazisti. “Lettera aperta all’assessore sui testimoni della Shoah” (di Vincenzo Passerini, pubblicata sul quotidiano “l’Adige” il 1° febbraio 2023)

«Egregio assessore Bisesti, in occasione del Giorno della Memoria lei ha chiesto ai giovani di essere loro i testimoni della Shoah una volta che i sopravvissuti allo sterminio non ci saranno più.

Forse i giovani avrebbero dovuto risponderle: perché non cominciate voi adulti a fare i testimoni? Perché chiedete a noi di fare quello che non fate voi? Noi la nostra parte la faremo – avrebbero potuto dirle i giovani -, ma voi adulti la state forse facendo? Voi politici la state facendo? Voi leghisti la state facendo?

Non so cosa avrebbe potuto rispondere loro, perché il suo partito, la Lega, è alleato con i partiti europei più vicini ai gruppi neonazisti, neofascisti, antisemiti, razzisti. È questo il modo di testimoniare la Shoah?

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“Il pane perduto” di Edith Bruck. L’intenso, forte, emozionante racconto di una ragazza ebrea nel lager

“Ma la buona vicina di casa Lidi aveva donato subito la farina per il pane alla fine della festa, che cadeva quasi sempre in aprile, e le mani amate della madre con gioia visibile stavano lavorando nella madia, dando pugni e schiaffi alla pasta. Nelle grandi ciotole di legno, durante la notte, sarebbero ben lievitate per essere infornate all’alba.

La madre era già semisveglia per preparare il fuoco quando bussarono forte alla fragile porta, e si svegliarono di colpo tutti… Nel vano apparvero due gendarmi che urlavano di uscire entro cinque minuti, con un solo ricambio di abiti, lasciando valori e denari a casa.” (E. Bruck, Il pane perduto, pp. 29-30)

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“Ogni straniero è nemico”: un’infezione minacciosa dell’animo umano (l’ammonimento di Primo Levi)

Pensiero del giorno

«A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che ‘ogni straniero è nemico’. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero.

Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.»

Primo Levi

“Prefazione” alla prima edizione di Se questo è un uomo (1947)

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“La memoria della Shoah”. Dialogo con Edith Bruck, testimone di Auschwitz e scrittrice, insieme agli studenti del Liceo Socrate di Roma e a Vincenzo Passerini (lunedì 6 febbraio 2023)

“Auschwitz è stata la mia università”. Sono parole di Edith Bruck, lucida testimone di deportazioni nei lager nazisti, oggi scrittrice instancabile che ha scelto di raccontare l’orrore della Shoah anche per tutti coloro che non sono sopravvissuti. I suoi libri si imprimono nella memoria di chi legge, le sue parole sono autentiche, le sue riflessioni e la narrazione della sua esperienza sono sempre attraversate da una volontà incrollabile di credere che “in fondo al buio c’è la luce”. (A cura dell’associazione Ideerranti)

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“Sono Francesco”. Il commovente libro in cui Edith Bruck racconta la visita a casa sua di papa Francesco

L’abbraccio tra Papa Francesco e Edith Bruck (20 febbraio 2021)

“… sono rimasto colpito dalla forza calma e luminosa di questa donna… E così, nemmeno un mese dopo, andai a trovarla nella sua casa nel centro di Roma” (Papa Francesco)

“Io sto pensando come abbia fatto un Papa ad approvare la mia “Lettera a Dio” che aveva letto sul “Messaggero”. Ma cosa approvava? I miei dubbi? Papa Francesco si avvicina, come intuisse le mie domande silenziose, quasi a sfiorare il mio viso, e sussurrando dice: ‘Dio è una ricerca continua’.” (Edit Bruck)

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Rutilio, Romero, Focherini: la verità delle vittime e l’anticomunismo

Padre Rutilio Grande

Oscar Arnulfo Romero

Odoardo Focherini

 

 

 

 

 

 

 

 

«Storie di martiri, storie di conversione, di cambiamenti profondi davanti alle vittime del potere. La vita non è la recita di una parte. La fedeltà al Vangelo può sconvolgerla. Anche se si è adulti. Anche se si è vecchi. Basta non stancarsi mai di stare in ascolto della Parola.»

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Elisa Springer, morte e resurrezione dopo il lager

Elisa Springer (Vienna 1918 – Matera 2004)

«Col cuore in gola suonò. “Cosa vuole?”, le chiese la donna che le aprì. Riuscì a dire qualcosa e fu fatta entrare. Alle pareti c’erano ancora i quadri di famiglia. La donna le lasciò prenderne uno. Era “tutto” per Elisa. Lasciò la città. “Vienna non aveva più posto per i suoi figli”, dirà.»

(da Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni)

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“Nessun gruppo sociale, non una comunità religiosa o professionale o scientifica in Germania e in Europa si oppose allo sterminio…” (S. Friedländer)

Nella Giornata della memoria dello sterminio degli ebrei non si possono dimenticare alcune semplici e atroci verità. Sulle quali riflettiamo troppo poco. Ce le ricorda lo storico Saul Friedländer, nato a Praga nel 1932, cittadino francese e israeliano, docente a Tel Aviv e Los Angeles. I suoi due volumi sono quanto di più completo, inequivocabile, documentato si possa trovare sulla Shoah e sulle responsabilità collettive della Germania, ma anche dell’Europa, nello sterminio.

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“Una specie di testo di educazione civica fatto con le testimonianze”

Aleksandr Solzenicyn tra i cento Testimoni

Primo Levi tra i cento Testimoni

«Questo libro [Tracce nella nebbia] vuole essere anche una specie di testo di educazione civica, fatto con le testimonianze.»
«I profili sono semplici e sono adatti a tutti, ma hanno una loro complessità: negli sguardi di queste persone si riassume in poche righe una tragedia collettiva.”

«Storie diverse accomunate dal bisogno di verità che non conosce confini. Nel libro non ci sono scelte ideologiche: troviamo i martiri dei Gulag e quelli dei Lager, figure di ogni ambito ideologico e religioso, credenti e non.”

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Riuscita la serata di letture contro il razzismo e l’antisemitismo in ricordo di Piergiorgio Cattani

Bambini a Birkenau, particolare, da P.M.A. Cywiński, “Non c’è una fine. Trasmettere la memoria di Auschwitz”.

Partecipata, forte e sentita serata online di letture per il Giorno della Memoria, promossa dall’associazione Rosa Bianca e dalla rivista Il Margine, introdotta da Fabio Caneri e Vincenzo Passerini e con interventi di Albertina Soliani, Massimo Giuliani, Elza Ferrario, Francesco Ghia, Lina Verrillo, Alidad Shiri, Federica Pannocchia, Tommaso Giuntella, Giuliana Martirani.

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Sette storie di bene, nel secolo del male

Odoardo Focherini

Sette storie, tra le centinaia.

Il ’900, con lo sterminio degli ebrei e gli altri genocidi, è stato il secolo del male assoluto? Allora le storie di coloro che a questo male hanno contrapposto il bene, contro tutto e contro tutti, anche a costo della propria vita, vanno ricordate e tramandate come la testimonianza più vera che negli esseri umani la fraternità sa essere non meno assoluta della ferocia. E che non è solo inesauribile la fonte della ferocia, ma anche quella della fraternità.

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La lettera della vergogna. Visita al museo ebraico di Dublino

Il rotolo della Torah, esposto per la lettura, nella piccola sinagoga del Museo ebraico di Dublino. (Foto V. Passerini)

Difficile dimenticare il piccolo museo ebraico di Dublino in Walworth Road.

Un vecchio di origini lituane lo tiene aperto la domenica, seduto in un angusto corridoio tra vecchie foto e pile di ritagli ingialliti di giornale.

Un’unica saletta, le vetrine zeppe di oggetti e documenti, dove è in bella vista anche una foto di Joyce che fece di un ebreo il protagonista del suo capolavoro, l’ “Ulisse”, in tempi in cui l’antisemitismo contagiava anche i migliori, conformisti o anticonformisti che fossero.

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