Archivio del mese Maggio 2023

Romano Prodi “Questo è autoritarismo” (intervista a “La Stampa”, 31 maggio 2023)

Romano Prodi

«L’Osservatorio di Pavia ci dice che nei tg lo spazio dedicato al governo è 4 volte superiore a quello dell’opposizione. Oggi, sommando Rai e Mediaset, stiamo marciando verso un’assoluta omogeneità dell’informazione televisiva. Già allora vi era un duopolio zoppo, oggi vi è un monopolio assoluto. Il pluralismo, se ci sarà, non potrà che essere confinato su reti con minore ascolto. Certo ci sono i nuovi media, ma il messaggio che più influisce sull’elettorato è quello televisivo» (Romano Prodi)

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«MIO FIGLIO DON MILANI». La splendida intervista rilasciata da Alice Milani Weiss a p. Nazzareno Fabbretti (“Il Resto del Carlino”, 8 luglio 1970)

Don Lorenzo Milani (Firenze 1923-1967) con la madre Alice Weiss Milani (Trieste 1895-Firenze 1978).

«No, non credo in Dio. Sono ebrea, ma non credente e praticante. Anche se la Chiesa cattolica ha sempre avuto su di me una grande attrazione, vivo, religiosamente, come tanti altri, sulla “terra di nessuno”. Per quanto il caso di mio figlio mi abbia colpito profondamente, non gli ho mai detto, né allora né dopo, una sola parola che lo potesse condizionare nella sua libertà. Io ho sempre rispettato la sua libertà e lui la mia.» (Alice Weiss Milani)

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“Don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana”. Il numero speciale del “Margine” con gli interventi al convegno del 1983

Nel febbraio del 1983 la rivista mensile “Il Margine”, pubblicata dall’associazione Oscar A. Romero, organizzava a Trento una serie di tre incontri dedicati al priore di Barbiana. Relatori: gli ex allievi di don Milani, Guido Carotti, Nello Baglioni e Mileno Fabbiani;  don Cesare Mazzoni, parroco, e Gian Paolo Meucci, presidente del Tribunale dei minori di Firenze, amici del priore; e poi don Marcello Farina, Fabrizio Mattevi, Vincenzo Passerini dell’associazione Oscar A. Romero. Gli interventi furono pubblicati in un numero speciale del mensile che potete leggere qui.

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«Cercasi un fine.» Don Lorenzo Milani, prete e maestro (Firenze, 27 maggio 1923 – 26 giugno 1967)

Pensiero del giorno

Don Lorenzo Milani e i ragazzi della scuola di Barbiana.

«Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null’altro che d’essere uomo. Cioè che vada bene per credenti e atei.

Io lo conosco. Il priore me l’ha imposto fin da quando avevo 11 anni e ne ringrazio Dio. Ho risparmiato tanto tempo. Ho saputo minuto per minuto perché studiavo.

Il fine giusto è dedicarsi al prossimo.

E in questo secolo come vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte. Contro i classisti che siete voi, contro la fame, l’analfabetismo, il razzismo, le guerre coloniali.»

Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa,

Libreria Editrice Fiorentina, 1967, p. 94.

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Appello di Oxfam ai leader mondiali: “Armi: guadagni record nel 2022, mentre la fame uccide 9 mila persone al giorno”

«La spesa militare globale (incluso il commercio di armi) nel 2022 ha toccato la cifra record di 2.200 miliardi di dollari, sufficienti a coprire oltre 42 volte gli aiuti richiesti dalle Nazioni Unite per fronteggiare le più gravi crisi umanitarie nel mondo (pari a 51,7 miliardi di dollari) e 11 volte l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo globale (pari a 206 miliardi di dollari).

È l’allarme lanciato da Oxfam, in occasione della riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che fino a domani discuterà di strategie utili a garantire la sicurezza dei civili nei Paesi in guerra. L’appello urgente è che si adottino politiche per salvare la vita di milioni di persone intrappolate in zone di conflitto, agendo concretamente contro il moltiplicarsi di guerre e la proliferazione di armi.» (dall’appello di Oxfam, 24 maggio 2023)

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“Non compiacere gli umori delle folle”. Il testo del discorso del presidente Mattarella in ricordo di Manzoni nel 150° della morte

Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1985 – 22 maggio 1873)

«Ma – nella sua visione – è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti.»

«Il romantico e cattolico Manzoni, in verità, non rinnega i valori della Rivoluzione Francese, anzi, li approva e li condivide, insistendo soprattutto sul quello più trascurato, la fraternità. La Rivoluzione Francese, secondo Manzoni, aveva tradito questi valori, perché, con il giacobinismo, si era trasformata nell’ideologia del Terrore e della violenza.»

«La “Storia della Colonna infame” – un capolavoro di letteratura civile, compreso e rivalutato soltanto a partire dal secolo scorso – ci ammonisce di quanto siano perniciosi gli umori delle folle anonime, i pregiudizi, gli stereotipi; e di quali rischi si corrano quando i detentori del potere – politico, legislativo, giudiziario – si adoperino per compiacerli a ogni costo, cercando soltanto un consenso effimero.»

 

Sergio Mattarella

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“Debre Libanos, i monaci uccisi dai fascisti” (di Vincenzo Passerini, “Vita trentina”, 18 maggio 2023)

Debre Libanos (Etiopia), maggio 1937: un gruppo di monaci ortodossi in attesa dell’esecuzione da parte dell’esercito italiano.

«Il massacro comincia il 20 maggio e si conclude il 29. Prima sono uccisi i monaci inabili e ammalati. Poi via via tutti gli altri, caricati a gruppi sui camion, portati ai bordi di un precipizio o di fosse comuni e mitragliati. I corpi coperti di terra.

I dati ufficiali italiani parlano di 452 uccisi, ma gli studiosi ritengono che siano tra i 1400 e i 2033. Altri saranno uccisi nei mesi seguenti, altri moriranno nei campi di concentramento.» (Vincenzo Passerini)

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A cento anni dalla nascita del priore di Barbiana: “L’orsa, Anatolie, l’ingiustizia e lo schiaffo di don Milani”.

Don Lorenzo Milani non invecchia mai. Nasceva a Firenze cento anni fa, il 27 maggio 1923. La sua testimonianza e la sua parola sono sempre vive, provocatorie, anticonformiste, anche rispetto al fronte cosiddetto progressista che l’ha fatto suo. Ma lui non è di nessuno, se non del Vangelo e del suo popolo. E ne ha per tutti. Riproponiamo questo articolo del 2014 e ricordiamo gli altri pubblicati in questo blog.

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“Il nonno più invidiato del quartiere” (di Paolo Giuntella)

Pensiero del giorno

Paolo Giuntella (5 ottobre 1946 – 22 maggio 2008)

«Papà [Vittorio Emanuele Giuntella] era il nonno più invidiato del quartiere. Un nonno con la lunga barba bianca come quello dei cartoni animati, un nonno che divideva la sua attività tra un’infinita serie di conferenze in tutte le scuole d’Italia sulla Resistenza  e i lager, e i suoi nipoti, che proprio da lui hanno ricevuto e interiorizzato la lezione della nonviolenza, dell’ecumenismo, l’amicizia per gli ebrei e dunque la sensibilità acutissima contro certi ambienti di morte e certe volgarità antisemite e razziste, che erano di ritorno, purtroppo, tra i loro compagni di scuola.»

Paolo Giuntella

 

Da Paolo Giuntella e Vittorio E. Giuntella, Il gomitolo dell’alleluja. Di padre in figlio il filo della fede, a cura di Laura Rozza Giuntella, prefazione alla nuova edizione di David Sassoli, Ave, Roma, 2009).

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L’associazione “Luogo Comune” tiene viva la testimonianza di Agitu, indimenticabile pastora

L’associazione “Luogo Comune” di Riva del Garda ha acquistato il piccolo rimorchio/bancarella con il quale Agitu, indimenticabile pastora, vendeva i suoi prodotti caseari ai mercati e lo utilizza per iniziative di comunità.

Il 17 maggio scorso, inoltre, ha promosso la presentazione del libro di Benedetta Capezzuoli “Il mondo di Agitu è anche il nostro” che inaugura una serie di incontri al femminile.

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Eraldo Affinati, «La mia scuola per i migranti valorizza il dono» (intervista di Francesca Fattinger, “il T”, 18 maggio 2023)

Eraldo Affinati

«Insegnare la lingua italiana significa aiutare a strutturare il pensiero. Il dono ci consente di uscire dalla dimensione retributiva che ci imprigiona. Io ti do e tu mi dai. No, non così. Noi dovremmo credere in ciò che facciamo a prescindere dal risultato che potremo ottenere. Questa posizione etica è sempre stata storicamente rivoluzionaria, ma oggi lo è ancora di più perché viviamo sotto l’impero del numero.» (Eraldo Affinati)

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Vladimir Kara-Murza, grande testimone di pace e di giustizia: condannato a 25 anni di galera per aver criticato la guerra all’Ucraina e il regime di Putin (editoriale su “Vita trentina” di V. Passerini)

Vladimir Kara-Murza

«Questo, al momento, è il prezzo che si paga in Russia per non voler stare zitti. Ma so anche che verrà il giorno in cui le tenebre sul nostro paese si disperderanno. In cui il nero sarà chiamato nero e il bianco, bianco; in cui si riconoscerà ufficialmente che due più due fa comunque quattro; in cui la guerra sarà chiamata guerra e l’usurpatore, usurpatore; e saranno detti criminali quelli che l’hanno fomentata e scatenata, e non quelli che hanno cercato di fermarla.»

(Vladimir Kara-Murza ai giudici)

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Aldo Moro, allargare le basi sociali della democrazia (dal libro “Tracce nella nebbia”)

Aldo Moro, al centro, tra Giorgio La Pira, alla sua destra, e Giuseppe Dossetti, alla sua sinistra, all’ Assemblea Costituente (1947).

«Più passa il tempo e più la sua grandezza si impone, mentre più torbido si rivela l’intreccio di brigatismo e camaleontico golpismo che, probabilmente, ne decretò la fine. La loggia massonica P2 imperava, anche in cruciali istituzioni della Repubblica.»

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Peppino Impastato, il ragazzo che si ribellò alla mafia (dal libro “Tracce nella nebbia”)

Peppino Impastato (1948-1978)

«Peppino si schiera contro quel mondo che zittisce e uccide. Fonda il giornalino “L’idea socialista” e aderisce al Psiup, nuovo partito della sinistra.

Si impegna nelle lotte sociali, con gli edili, i contadini, contro la terza pista dell’aeroporto e il malaffare che su questo si concentra (l’aeroporto di Palermo è nel Comune di Cinisi).»

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Giovanni Bianconi, “Terrorismo italiano”: sintesi magistrale di un tragico capitolo della nostra storia

350 morti e più di 1000 feriti: è il bilancio delle vittime del terrorismo italiano. Rosso e nero.

Giovanni Bianconi, cronista e studioso di terrorismo, ne racconta in una sintesi magistrale la tragica storia.

Un piccolo e importante libro che si distingue per chiarezza, solidità e obiettività.

Utile a tutti, sia ai giovani che non hanno vissuto quegli anni terribili, determinanti per la storia d’Italia, sia agli adulti che li hanno vissuti ma che cercano ancora di capire come e perché è accaduto tutto questo.

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