Archivio dell'area tematica: Mondo

Appello di Oxfam ai leader mondiali: “Armi: guadagni record nel 2022, mentre la fame uccide 9 mila persone al giorno”

«La spesa militare globale (incluso il commercio di armi) nel 2022 ha toccato la cifra record di 2.200 miliardi di dollari, sufficienti a coprire oltre 42 volte gli aiuti richiesti dalle Nazioni Unite per fronteggiare le più gravi crisi umanitarie nel mondo (pari a 51,7 miliardi di dollari) e 11 volte l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo globale (pari a 206 miliardi di dollari).

È l’allarme lanciato da Oxfam, in occasione della riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che fino a domani discuterà di strategie utili a garantire la sicurezza dei civili nei Paesi in guerra. L’appello urgente è che si adottino politiche per salvare la vita di milioni di persone intrappolate in zone di conflitto, agendo concretamente contro il moltiplicarsi di guerre e la proliferazione di armi.» (dall’appello di Oxfam, 24 maggio 2023)

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La risoluzione dell’Onu per una pace “giusta, completa e duratura” condanna l’invasione russa dell’Ucraina e chiede a Mosca di ritirare il suo esercito

Pensiero del giorno

Il 23 febbraio 2023 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con 141 sì, 32 astenuti, 7 contrari una risoluzione che condanna con parole forti e chiare l’invasione russa dell’Ucraina.

Quattro i punti essenziali della risoluzione: “La necessità di una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite”; l’impegno per la “sovranità, l’indipendenza, l’unità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”; “la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe dal territorio ucraino”. (ANSA)

Hanno votato contro, insieme alla Russia: Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea, Mali,

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È iniziata la grande campagna di Amnesty International per i diritti umani. Firmiamo gli appelli per salvare i coraggiosi “testimoni” di adesso, le “tracce nella nebbia” dei nostri giorni

“Sono molto grata per le vostre lettere. La campagna mi ha tenuta viva. Ha dissuaso le persone che volevano uccidermi perché si sono rese conto che dietro di me c’eravate voi!”  Jani Silva, ambientalista, Colombia

 

Dal 2001, nelle ultime settimane dell’anno, l’organizzazione raccoglie lettere, post, e-mail e cartoline a sostegno di persone ingiustamente imprigionate o perseguitate: dalle 2326 lettere raccolte il primo anno si è arrivati a oltre 4 milioni e mezzo di azioni nel 2021.

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L’immigrazione in Italia è sempre più climatica: ingiustizia climatica e ingiustizia sociale si saldano (dal Dossier statistico immigrazione 2022 di IDOS)

Il Dossier statistico immigrazione di Idos è stato presentato il 27 ottobre 2022 a Roma e in tutte le Regioni.

«Viviamo su un pianeta in grande sofferenza, dove 1 persona su 78 è costretta a lasciare la propria abitazione. Alla fine del 2021, il mondo contava 89,3 milioni di migranti forzati, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente, arrivati a superare la soglia dei 100 milioni dopo l’invasione russa dell’Ucraina dello scorso 24 febbraio.

A questi si aggiungono i migranti forzati per cause climatiche, il cui numero resta per lo più non dichiarato, visto che in Italia e in Europa ai migranti climatici in quanto tali non viene riconosciuto lo status di rifugiato(Centro studi e ricerche Idos)

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Da un’economia che uccide a un’economia della vita. Il testo del “Patto di Assisi 2022” firmato dal Papa e dai giovani di “The Economy of Francesco” e il discorso del Papa (24 settembre 2022)

Francesco e i giovani: patto per una nuova economia (foto agensir.it)

«Noi, giovani economisti, imprenditori, changemakers,
chiamati qui ad Assisi da ogni parte del mondo,
consapevoli della responsabilità che grava sulla nostra generazione,
ci impegniamo ora, singolarmente e tutti insieme,
a spendere la nostra vita affinché l’economia di oggi e di domani diventi una Economia del Vangelo… »

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La drammatica crescita dei profughi (sfollati e rifugiati) nel mondo: 100 milioni! Da dove fuggono, chi li accoglie

“Ogni anno, nell’ultimo decennio, i numeri sono aumentati”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. “Se la comunità internazionale non unirà le forze per far fronte a questa tragedia umana, risolvendo i conflitti in corso e individuando soluzioni durature, questa terribile tendenza continuerà.”

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“Una specie di testo di educazione civica fatto con le testimonianze”

Aleksandr Solzenicyn tra i cento Testimoni

Primo Levi tra i cento Testimoni

«Questo libro [Tracce nella nebbia] vuole essere anche una specie di testo di educazione civica, fatto con le testimonianze.»
«I profili sono semplici e sono adatti a tutti, ma hanno una loro complessità: negli sguardi di queste persone si riassume in poche righe una tragedia collettiva.”

«Storie diverse accomunate dal bisogno di verità che non conosce confini. Nel libro non ci sono scelte ideologiche: troviamo i martiri dei Gulag e quelli dei Lager, figure di ogni ambito ideologico e religioso, credenti e non.”

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“Testimoni scomodi” (di Patrizia Niccolini)

Alexander Langer, uno dei cento testimoni di “Tracce nella nebbia”.

“Sono luci, o per meglio dire, lanterne e fiaccole che si intravedono in lontananza e muovendosi lasciano una ‘scia’ che squarcia nebbie di ignoranza, indifferenza, pigrizia, disimpegno.

Sono scomodi per lo stesso motivo, perché portano alla luce ciò che altri vogliono nascondere, ignorare, far finta di non vedere”.

(Patrizia Niccolini, dall’articolo sulla presentazione di “Tracce nella nebbia”)

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Le associazioni per la pace e i diritti umani presentano a Rovereto “Tracce nella nebbia” il 16 dicembre

Giorgio Ambrosoli, uno dei testimoni raccontati nel libro.

Con l’intervento, oltre che dell’autore, di Beatrice Taddei Saltini, dell’Atlante dei conflitti e delle guerre, e di Paolo Mantovan, vicedirettore del quotidiano “Alto Adige, un gruppo di associazioni impegnate sul fronte della pace e dei diritti umani promuove a Rovereto la presentazione del libro “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni”. L’appuntamento, patrocinato dal Forum trentino per la pace e i diritti umani, è giovedì 16 dicembre 2021 alle ore 20.30 presso il Centro Civico del Brione.

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Presentazione a Trento e Rovereto di “Tracce nella nebbia”. Ecco i volti di alcuni dei cento testimoni

Nadia De Munari, la volontaria di Schio uccisa in Perù nell’aprile 2021.

Sabato 11 dicembre presentazione a Trento di “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni”, con alcuni familiari di testimoni e, in streaming da Roma, il direttore de “L’Espresso” Marco Damilano.

A Rovereto presentazione il 16 dicembre. 

Ecco i volti di alcuni dei 100 testimoni…

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“Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”, di Vincenzo Passerini- La prefazione di Marco Damilano – Recensioni, segnalazioni, filmati

È in libreria “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”, il nuovo libro di Vincenzo Passerini.

I testimoni, scrive nella prefazione Marco Damilano, “sono tracce nella nebbia, sono impronte nel deserto, sono segnali nel buio, ti mostrano la strada che loro hanno percorso per primi, spesso cercandola da soli, guidati dalla loro coscienza nel momento di dire un sì o un no, animati dalla passione per la vita.”

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Le nostre vite hanno importanza! Malaria, cosa vuol dire avere un vaccino: un svolta storica

Foto nigrizia.it

Il vaccino è come la libertà: bisogna non averlo per apprezzarlo. Bisogna vivere nell’Africa subsahariana per sapere cosa vuol dire non avere un vaccino contro la malaria. E vedere migliaia e migliaia di bambini morire ogni anno di questa malattia.

Ecco perché l’annuncio, fatto il 6 ottobre scorso, da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che è stato approvato il primo vaccino contro la malaria è di portata storica.

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Nell’anno della pandemia, 82,4 milioni di sfollati e profughi

“Nonostante la pandemia, nel 2020 il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito a quasi 82,4 milioni, secondo l’ultimo rapporto annuale Global Trends dell’Unhcr pubblicato oggi a Ginevra. Si tratta di un aumento del quattro per cento rispetto alla cifra record di 79,5 milioni di persone in fuga toccata alla fine del 2019.” (20 giugno 2021, Comunicato stampa dell’Unhcr)

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“Senza false frontiere. Umanesimo e voglia di fratellanza” (di Sandro Calvani)

“Il futuro dei popoli, l’unico possibile, è senza false frontiere e la gente ha voglia di fratellanza.

Il sottotitolo di questo libro è ‘voglia di fratellanza’. L’ho scelto perché racconto dei fatti che fanno capire le situazioni, cosa la gente sta vivendo e come vorrebbe cambiare per sentirsi meglio in mezzo agli altri e più a proprio agio con gente diversa”.

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Yemen: le macerie, la scuola che resiste e le nostre armi

Un’aula tra le macerie. Una scuola che resiste. Simbolo incredibile di tutte le scuole che resistono. In guerra e in pace, nonostante le bombe o nonostante il Covid 19. Sotto l’imperversare della malaria o del colera, in mezzo alla miseria più nera o l’oppressione più dura, in una zona terremotata  del Centro Italia o in

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Nessuno difende i Rohingya

Habiburahman

Tanti popoli stanno vivendo un momento drammatico. Per il Covid 19, per le guerre, le oppressioni, la miseria.

Ma nessuno patisce un martirio come i Rohingya.

Non riconosciuti, perseguitati, massacrati, costretti a fuggire dal loro Paese, il Myanmar (ex Birmania) del Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, i Rohingya sperano che le elezioni dell’8 novembre prossimo portino qualche cambiamento. Sperano con la forza della disperazione.

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La tragedia dei profughi sul confine greco-turco

Gli elicotteri italiani in uso all’esercito turco del “cattivo” Erdogan sono macchine micidiali. Un’arma insostituibile per il secondo esercito della Nato (29 Paesi). Sono gli Agusta A 129 Mangusta, prodotti in Italia o costruiti in Turchia su licenza della Leonardo italiana, la nostra azienda di Stato. Florida azienda. Le “prodezze” dell’elicottero contro i curdi sono state filmate dai turchi nel febbraio di due anni fa.

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Le scuole trentine in Madagascar

Più che emozionati, sono incantati. Per quei bambini il primo giorno di scuola è un sogno che si realizza. Sanno che non tutti possono andarci. Sentono di essere dei privilegiati e ce la mettono tutta. Lo si vede dai loro gesti, dalla voglia di apprendere, dalla disciplina, dal rispetto reciproco e dalla gratitudine nei confronti degli insegnanti, degli adulti e degli anziani. La noia non esiste.

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Il mondo povero è giovane

Il mondo ricco è vecchio, il mondo povero è giovane. America del Nord, Europa benestante, Russia, Giappone, ma anche la Cina hanno sempre più anziani e sempre meno bambini. America del Sud, Africa, Asia meridionale, Europa non benestante hanno tanti bambini e tanti giovani, ma anche tanta povertà.

E allora succede quello che è sempre successo nella storia del mondo: le persone si spostano, i poveri vanno nei Paesi più benestanti a cercare futuro e a portare futuro.

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Trump: debole con i forti, forte con i deboli

Debole con i forti, forte con i deboli. Se c’è un Paese sotto accusa per aver alimentato, finanziato, diffuso il terrorismo internazionale questo è l’Arabia Saudita, ma essa è esclusa dall’ordine esecutivo firmato venerdì 27 gennaio dal presidente Donald Trump, con cui si vieta, senza limiti temporali, ai rifugiati siriani l’ingresso negli Stati Uniti, si sospende per quattro mesi l’ammissione nel Paese di tutti gli altri rifugiati e si blocca per tre mesi l’ingresso dei cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana: Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen.

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«Fanno il deserto e gli danno il nome di pace»

Vento e neve hanno reso più difficile in queste ore l’evacuazione dei civili rimasti ad Aleppo est, crocifissa da quasi cinque anni di guerra e da sei mesi di assedio feroce. Eppure, dopo tante bombe cadute dal cielo quei fiocchi di neve sembrano portare un messaggio di salvezza a quelle donne, a quei bambini, a quei vecchi affamati e traumatizzati.

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Partono perché vogliono vivere

Perché partono? Perché affrontano questi viaggi pericolosi se sanno di rischiare la vita? Se sanno che magari non saranno accolti neanche bene? È una domanda che tanti si pongono, e che spesso mi pongono. Rispondo con i versi di una canzone.

 

«Vestiti di stracci, in grandi greggi,

noi, carichi di un incredibile dolore,

ci recammo nella terra grande e lontana.

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La solitudine di Omran

Disegno di Giorgio Romagnoni

C’è tutta la solitudine delle vittime nell’immagine di Omran Daqneesh, il bimbo di cinque anni salvato da un bombardamento ad Aleppo e seduto in un’ambulanza, il volto coperto di sangue e polvere, lo sguardo immobile.

È la solitudine del più indifeso degli esseri umani, il bambino, di fronte a qualcosa che può solo subire e non capire.

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L’atlante mondiale delle migrazioni

“Vestiti di stracci in grandi greggi,noi, carichi di un incredibile dolore, ci recammo nella terra grande e lontana. Alcuni di noi affogarono davvero. Alcuni di noi morirono davvero di stenti. Ma per ogni dieci che morirono,un migliaio sopravvisse e tenne duro. Meglio affogare nell’oceano che essere strangolati dalla miseria. Meglio ingannarsi da sé, che essere ingannati dai lupi. Meglio morire a modo nostro che essere peggio delle bestie.”

Sono versi strazianti del Canto degli emigranti.

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Profughi e migranti: le tre grandi questioni

L’esodo drammatico dei profughi e dei migranti che stiamo vivendo da molti mesi, e da molti anni, con intensità crescente e con conseguenze così tragiche da scuotere anche le coscienze e le istituzioni più fredde se non ostili (come l’immagine atroce del corpicino del bimbo siriano, Aylan, adagiato sulla spiaggia turca), pone alla nostra attenzione almeno tre grandi questioni: la questione umanitaria; la questione demografica, che comincia a farsi largo nel dibattito pubblico; la questione delle guerre e delle ingiustizie internazionali di cui si parla pochissimo, ma che è alla radice dell’imponente fuga di popolazioni.

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I doveri di questa generazione

La spaventosa tragedia della notte fra sabato 18 e domenica 19 aprile che ha visto un barcone con più di settecento (forse novecento) profughi a bordo rovesciarsi tra la Libia e Lampedusa e lasciare infine pochissimi superstiti è l’ultimo e più angosciante capitolo di un dramma che non è solo italiano o europeo.
È un dramma mondiale.
È la grande responsabilità di fronte alla quale è messa la generazione presente.

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