“Ora” e “Veglia”, le più giovani donne medaglie d’oro della Resistenza

Clorinda Menguzzato “Veglia”

Ancilla Marighetto “Ora”

Furono le più giovani donne della Resistenza italiana insignite di medaglia d’oro.

La storia, semplice e grande, di Ancilla Marighetto “Ora” e Clorinda Menguzzato “Veglia”, partigiane di Castello Tesino in Valsugana, si intreccia con quella del battaglione “Gherlenda”.

 

Ancilla nacque il 27 gennaio 1927. La sorella Giacomina ricordò che nel ’43 andarono nel pavese a fare le mondine. Riso a colazione, pranzo, cena.

Clorinda  nacque il 15 ottobre 1924. Come ricorda la nipote Emily, aiutava il padre, sarto ambulante, a eseguire lavori nel Triveneto.

Diventano partigiane della formazione “Giorgio Gherlenda”, nata nell’agosto del ’44 nel Tesino e aggregata alla brigata “Antonio Gramsci” che opera sulle Vette Feltrine.

Nella “Gramsci” comunisti e cattolici stavano bene insieme. “Si leggeva Marx, ma alla sera si recitava anche il rosario” ricordò il comandante Paride Brunetti “Bruno”.

Nel Bellunese la Resistenza ebbe dimensioni sconosciute al Trentino.

Il “Gherlenda” operava su ambedue i territori. Piccolo ma valoroso, diede un rilevante contributo alla lotta di Liberazione. Ebbe molti caduti e deportati nei lager.

Giuseppe Sittoni  ne ha ricostruito la storia, unica in Trentino, in modo esemplare (Uomini e fatti del Gherlenda, Croxarie, 2005, p. 411). Ad essa attingiamo.

L’episodio più clamoroso fu l’assalto alla caserma del Cst (Corpo di sicurezza trentino) di Castello Tesino il 14 settembre del ‘44, quando catturarono 55 poliziotti e il comandante tedesco. Si tennero lui e le armi e rilasciarono gli altri.

Il mese dopo Clorinda “Veglia”venne catturata mentre, inseguita, sorreggeva il compagno “Nazzari” febbricitante. Tra l’8 e l’11 ottobre fu sottoposta a violenze e torture indicibili, anche da parte del comandante Hegenbart. Ma non rivelò i nomi dei compagni. Poi le spararono e la gettarono in una scarpata. Fu ricomposta e sepolta dai paesani. Era alla vigilia dei vent’anni.

Quattro mesi dopo, il 19 febbraio 1945, Ancilla “Ora” fu catturata mentre col compagno “Raul”, che si salvò, cercava di nascondersi. Interrogata da Hegenbart e picchiata violentemente non rivelò il nome del compagno, tra i partigiani più ricercati. Le spararono alla testa. Aveva  compiuto 18 anni il mese prima.

Il 25 aprile i superstiti del “Gherlenda”, guidati dal fratello di Ancilla, Celestino Marighetto “Renata”,  entrarono in Castello Tesino con trenta tedeschi catturati.

“Renata” li schierò al muro e diede loro una lezione. Di umanità. Disse: “Avete trucidato mia sorella, e qui fucilato mio padre e i miei compagni. Andatevene, tornatevene a casa.”

E li rilasciò.

 

Pubblicato il 21 aprile 2020 sul quotidiano “Trentino” e poi nel libro Testimoni.