Archivio della parola chiave: Senza dimora

A cento anni dalla nascita del priore di Barbiana: “L’orsa, Anatolie, l’ingiustizia e lo schiaffo di don Milani”.

Don Lorenzo Milani non invecchia mai. Nasceva a Firenze cento anni fa, il 27 maggio 1923. La sua testimonianza e la sua parola sono sempre vive, provocatorie, anticonformiste, anche rispetto al fronte cosiddetto progressista che l’ha fatto suo. Ma lui non è di nessuno, se non del Vangelo e del suo popolo. E ne ha per tutti. Riproponiamo questo articolo del 2014 e ricordiamo gli altri pubblicati in questo blog.

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“Dante Clauser, amico di coloro che non hanno amici” (di Vincenzo Passerini, da “Tracce nella nebbia”)

Don Dante Clauser, prete di Trento, moriva dieci anni fa, l’11 febbraio 2013, prossimo al compimento dei 90 anni. Era l’amico delle persone senza dimora, l’ “amico di coloro che non hanno amici”.

Creò a Trento alla fine degli  anni ’70 la cooperativa sociale “Punto d’incontro” che da allora apre ogni giorno le sue porte alle persone che vivono in strada.

“Se fosse vivo tuonerebbe contro quelli che calpestano i profughi sventolando rosari. Svergognerebbe la bestemmia. Altro che salamelecchi, come spesso si vede nel basso e nell’alto clero. Dalla parte degli ultimi non ci si sta impunemente.”

Ecco il suo profilo tratto da “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni“.

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Senza dimora: la carità c’è, manca la giustizia (editoriale di Vincenzo Passerini per “Vita trentina”)

Mostafa Abdelaziz Mostafa Aboulela, 19 anni, egiziano, morto dormendo all’aperto, a Bolzano, nella notte tra l’8 e il 9 dicembre 2022 perché c’erano pochi posti nei dormitori.

“Sempre più persone finiscono in strada. E sempre più vi muoiono. Nella solitudine e nell’abbandono. Uno scandalo. Uno schiaffo che dovrebbe farci cambiare rotta nel modo con cui affrontiamo questo dramma sociale.

Lo scorso anno sono morte in Italia 388 persone senza dimora. Nel 2021 erano state 250. Nel 2020, 212. Non si muore in strada solo d’inverno, ma in tutte le stagioni.”

(V. Passerini, editoriale su “Vita trentina”, 26 gennaio 2023)

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Aveva mai ascoltato le loro storie?

Foto di Oleh Rud – Tratta da “Trento. Voci e luoghi di chi non ha casa”.

Aveva mai parlato con  loro l’assessore leghista di Voghera, Massimo Andreaci, che dopo un alterco e un pugno ha sparato e ucciso una persona senza dimora e malata, Youns El Boussettaoui, sposato e padre di due bambini? Ha mai ascoltato le loro storie?

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La solidarietà è marchiata a fuoco nella Costituzione (Primo editoriale sul settimanale diocesano “Vita Trentina”, giovedì 4 febbraio 2021)

L’ex macello di Mori Stazione, vicino a Rovereto, dove è morto Maati. (Foto di Gianni Zotta per “Vita Trentina”)

“Non può passare lo schema per cui le istituzioni pubbliche buttano in strada le persone, o ve le lasciano, e che ci pensino la Chiesa o i volontari e le loro associazioni, che per fortuna ci sono e si danno seriamente da fare.

La solidarietà è un dovere vincolante per le istituzioni, non un optional. E solidarietà verso tutti gli esseri umani, senza distinzione.”

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“La morte di Maati, una tragedia annunciata”. Pubblica denuncia e appello alle istituzioni di un gruppo di persone

Dal giornale “l’Adige”: un angolo dell’ex macello di Mori Stazione (Trento).

“La tragedia era annunciata, si sapeva che i posti letto per le persone indigenti in Trentino sono inadeguati per chi ha necessità di sostare d’inverno al caldo durante le ore diurne o dove stare per dormire.”

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Uomini e cani

L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle ha visto lo spirito di umana solidarietà umiliato e offeso dal nuovo potere politico. Con parole, comportamenti, leggi. Ma ha visto anche un bel pezzo di società reagire con coraggio a questa degenerazione e affermare con parole, comportamenti e azioni che non intende abbandonare la solidarietà nelle mani dei suoi distruttori.

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Far sparire i poveri

Come la periferia di Betlemme, allora, anche quella di Trento, oggi, ha tante capanne abitate durante la notte. Sono sotto i ponti, nelle fabbriche abbandonate, nei boschetti, nelle case diroccate. Sono fatte di lamiera, di legno, di teli di plastica, di stracci. Le Marie, i Giuseppe, i poveri Cristi che le abitano sanno che il segreto per farle durare non è la robustezza dei materiali. Quel che conta è che siano nascoste, che non si vedano.

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L’orsa, Anatolie, l’ingiustizia. E lo schiaffo di don Milani

A quest’ora, alle 17, il Punto d’incontro, qui vicino in via Travai, come ben sanno i trentini, chiude, dopo essere stato aperto tutto il giorno per accogliere tra le 150 e le 200 persone senza dimora.

A quest’ora i senza dimora piano piano si incamminano verso il convento dei cappuccini dove saranno accolti per la cena.

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