Walter Micheli, costruttore di comunità

Il Trentino gli resta debitore di alcune delle migliori leggi in materia ambientale che abbia mai avuto.

Ma ricordare Walter Micheli a dieci anni dalla morte che lo tolse improvvisamente alla sua famiglia e ai suoi amici la domenica del primo giugno 2008, vuol dire ricordare non solo l’assessore provinciale all’ambiente, ma anche un leader socialista e un uomo di grande statura morale e politica.

Un uomo che credeva negli ideali di giustizia sociale e di democrazia partecipata e popolare.

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Ricordando Pietro Scoppola alla prima scuola di politica della Lega Democratica

L’eterna questione, affascinante e tormentata, del rapporto tra fede e politica che ha accompagnato in vario modo anche i quasi tre decenni di vita del “Margine”, la nostra piccola rivista, ha trovato nelle analisi e nelle indicazioni di Pietro Scoppola, storico e intellettuale attivamente impegnato nella vita ecclesiale e civile del nostro Paese, alcune delle illuminazioni più lucide e profonde, per molti di noi diventate anche alimento e guida.

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Cinema, arte e spiritualità: Andrej Tarkovskij

È davvero singolare, almeno apparentemente: il più grande regista spirituale della storia del cinema è cresciuto e ha prodotto la maggior parte dei suoi film in Unione Sovietica, nella Russia comunista.

Stiamo parlando di Andrej Tarkovskij di cui abbiamo da poco ricordato i vent’anni dalla morte avvenuta in un ospedale di Parigi nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1986.

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Aldo Gorfer, una vita a raccontare il Trentino

Aldo Gorfer (Foto Vita Trentina)

Aldo Gorfer: una vita a raccontare il Trentino, una vita a “l’Adige”.

Se n’è andato dieci anni fa, ma i suoi libri – spesso con le bellissime foto dell’amico Flavio Faganello, scomparso lo scorso anno – ce lo conservano più vivo che mai con la freschezza di una scrittura moderna, secca, nervosa.

Con immancabili lampi di passione.

E una vena di nostalgia, sempre controllata.

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La lettera della vergogna. Visita al museo ebraico di Dublino

Il rotolo della Torah, esposto per la lettura, nella piccola sinagoga del Museo ebraico di Dublino. (Foto V. Passerini)

Difficile dimenticare il piccolo museo ebraico di Dublino in Walworth Road.

Un vecchio di origini lituane lo tiene aperto la domenica, seduto in un angusto corridoio tra vecchie foto e pile di ritagli ingialliti di giornale.

Un’unica saletta, le vetrine zeppe di oggetti e documenti, dove è in bella vista anche una foto di Joyce che fece di un ebreo il protagonista del suo capolavoro, l’ “Ulisse”, in tempi in cui l’antisemitismo contagiava anche i migliori, conformisti o anticonformisti che fossero.

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Zimbabwe, la marcia dei volontari. Dall’ospedale di St. Michael alla capitale Harare

La marcia dei volontari è durata due giorni e mezzo. Centoventi i chilometri percorsi a piedi dall’ospedale di St. Michael, nella savana dello Zimbabwe, alla capitale Harare.

A settembre l’inverno finisce e la primavera sprona gli alberi e gli arbusti a buttare foglie di un verde luminoso, quasi irlandese, che sfidano gioiose la lunga siccità.

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L’università della vita – Giuseppe Dossetti e Giuseppe Lazzati intervistati da Pietro Scoppola e Leopoldo Elia. Un libro pubblicato dal Mulino (2004)

La formazione spirituale e politica, il riferimento a Maritain, la partecipazione alla Resistenza, i rapporti con De Gasperi e la Democrazia Cristiana, la Costituente e la Costituzione, i Patti Lateranensi e la loro tutela nella Costituzione con l’art. 7, l’adesione dell’Italia al Patton Atlantico, l’addio alla politica, l’attualità ecclesiale

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Il Cristo notturno del genio inquieto. Caravaggio a Dublino

 

Leeson Street con le sue alte case in mattoni e gli eleganti portali dalle bianche colonne è una delle tipiche strade dublinesi dell’età georgiana. Al n. 35, nella parte nord della grande arteria che sbocca a ridosso del vasto parco di St Stephen’s Green, c’è una delle principali sedi dublinesi dei gesuiti.

E qui, una mattina di agosto del 1990, Sergio Benedetti, l’esperto italiano responsabile dei restauri alla Galleria Nazionale d’Irlanda, fece una scoperta sensazionale.

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Addio Margaret

Dublino piange la sua concittadina Margaret Fitzsimons Hassan brutalmente assassinata dai suoi rapitori in Iraq. È un giorno di lutto amarissimo anche per il volontariato internazionale e per il mondo della pace.

Lei poteva andarsene e invece ha voluto restare. Come era restata durante la prima Guerra del Golfo, nel 1991, e durante gli anni nerissimi delle sanzioni Onu contro l’Iraq di Saddam Hussein.

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Una parata a Belfast

Sabato 4 settembre 2004, in una calda giornata di sole, mentre anche Belfast inorridiva davanti alle cronache della strage di Beslan nell’Ossezia del Nord, da Whitewell Road partiva l’ultima grande parata estiva dei protestanti estremisti.

Ho lasciato Dublino e in treno sono andato anch’io a Belfast a vedere la parata, anche se le angoscianti notizie da Beslan invitavano soltanto a starsene seduti da qualche parte, in silenzio. Ma non potevo non andare.

 

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Primo Levi e il duce: duello in libreria

“La sua opera ce la troveremo davanti anche al momento del Giudizio Universale” scrisse Claudio Magris nell’aprile del 1987 quando Primo Levi morì.

Ricordate? “Voi che vivete sicuri/ nelle vostre tiepide case /… considerate se questo è un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / … considerate se questa è una donna / senza capelli e senza nome / senza più forza di ricordare…”.

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Ieri l’Irlanda, oggi l’Africa. Grandi carestie e grandi ingiustizie

Dublino, il “Famine Memorial” in St. Stephen’s Green (commons.wikimedia.org)

Una donna scheletrita, appoggiandosi a un bastone, porge una ciotola a un’altra donna, seduta, sfiancata. Accanto a loro un uomo, ritto sulle punte dei piedi, alza le braccia al cielo, sottili e diritte come frecce, implorando. Un cane è accovacciato, la testa piegata.

Sembra un’immagine del Sudan di questi giorni.

È il monumento bronzeo, realizzato da Edward Delaney, che si può vedere in St. Stephen’s Green, il parco principale di Dublino, dedicato alla grande carestia, la Great Famine, che tra il 1845 e il 1850 provocò in Irlanda un milione di morti, forse un milione e mezzo.

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Bloomsday. I cento anni dell’eroe di Joyce

Solo da un grande rimorso poteva nascere un così grande atto d’amore.

Dublino celebra oggi il centenario del Bloomsday, cioè dell’Ulisse del “suo” James Joyce, con una serie ammirevole di iniziative che dureranno cinque mesi e che avrebbero perfino del commovente se non ci fossero le ombre pesantissime di un passato neanche tanto lontano a disturbare in sottofondo il clima di festa e di orgoglio cittadino di questo anniversario così singolare.

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La vita che non si arrende. L’ospedale di Saint Michael in Zimbabwe

L’ospedale di St. Michael. (Foto Vincenzo Passerini)

L’ospedale della missione cattolica di Saint Michael, nel cuore della savana, dista due ore e mezzo di strada da Harare, capitale dello Zimbabwe, lo Stato che fu la colonialista Rhodesia del Sud.

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“Tante stelle un unico cielo. La risposta della società e della Chiesa alla paura dello straniero” (Scuola di formazione politica 2000)

“Tante stelle un unico cielo. La risposta della società e della Chiesa alla paura dello straniero”.

Programma della scuola estiva di formazione politica della Rosa Bianca e del Margine, S. Cosimo alla Macchia, Comune di Oria (Brindisi), 26-30 agosto 2000.

 

 

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“Spezzare le catene. Immigrati e oppressi provocano l’Europa” (Scuola di formazione politica 1999 della Rosa Bianca)

“Spezzare le catene. Anche le nostre”. Relazione introduttiva alla 19^ Scuola di formazione politica della Rosa Bianca, “Spezzare le catene. Immigrati e oppressi provocano l’Europa”, San Cosimo alla Macchia, Oria (Brindisi), 26-29 agosto 1999.

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La rabbia dei poveri sfida la politica: destra e sinistra pari sono?

Discarica di Korogocho-Nairobi, Kenya. (Foto di Francesco Fantini)

Tendiamo tutti a pensare allo stesso modo?

L’individualismo, sia sul fronte etico sia su quello sociale ed economico, accomuna le diverse culture politiche?

La scuola di formazione 1998 della Rosa Bianca.

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“Attualità di Giuseppe Dossetti” – Relazione al convegno della “Sapienza”, Roma 3-4 giugno 1998

“Dossetti e il dossettismo tra storia e attualità”. Questo il titolo del convegno promosso dalla Facoltà di Scienze politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma nei giorni 3 e 4 giugno 1998 e che ha visto la partecipazione di alcuni dei migliori studiosi di Giuseppe Dossetti e del movimento politico dei cattolici e di alcuni testimoni impegnati a livello ecclesiale, politico, culturale: Pietro Scoppola, Paolo Pombeni, Guido Formigoni, Alberto Melloni, Francesco Malgeri, Mario Tronti, Giuseppe Trotta, Giuseppe Glisenti, Franco Monaco, Fulvio De Giorgi, Armando Oberti, Vincenzo Passerini.

Le relazioni sono state raccolte in un numero monografico della rivista “Humanitas” intitolato “Giuseppe Dossetti ” (Anno LVII, n. 5, settembre-ottobre 2002)

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Parole di Fuoco (la Lettera a una professoressa di don Milani e la scuola di Barbiana)

Copertina del libro "Lettera ad una professoressa"

 

“Nell’anno scolastico 1967-1968 la Lettera a una professoressa irruppe nella nostra classe di seconda superiore come un vento nuovo, fresco e travolgente.

Imparavamo a diventare maestri e quelle parole nuove erano fuoco per noi che avevamo sedici anni”.

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“Politica: passione e timore” (pubblicato in “La ‘memoria pericolosa’ di Giuseppe Dossetti”, “Il Margine”, 8/9, 1997.)

La rivista Il Margine, mensile dell’associazione Oscar A. Romero, e l’associazione Rosa Bianca hanno organizzato a Villa S. Ignazio a Trento dal 4 al 5 ottobre 1997 un seminario sul tema “La ‘memoria pericolosa’ di Giuseppe Dossetti” a un anno dalla scomparsa del grande monaco e politico.

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“Vita di Giuseppe Dossetti” con “Nota bibliografica” (due testi pubblicati in “La ‘memoria pericolosa’ di Giuseppe Dossetti”, “Il Margine”, 8/9, 1997.

Ripercorrendo le tappe della vita e dell’opera di Giuseppe Dossetti viene da chiedersi: è possibile che un uomo abbia potuto fare così tante cose, in ambiti così diversi, sempre ad altissimo livello, sempre con sbalorditiva intensità, ovunque trasformando l’esistente, ovunque lasciando un segno di rara forza e destinato a durare a lungo, ed essere, quest’uomo, ancora così poco conosciuto?

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