Festa della Repubblica, viva la Repubblica. Grazie al cielo.
Ma con tutti i discorsi e le medaglie profusi in 75 anni di celebrazioni, la Repubblica non è stata ancora capace di ammettere le responsabilità dell’Italia nelle stragi coloniali in Africa.
Particolare del monumento allo Yekatit 12 di Addis Abeba (da I. Campbell, “Il massacro di Addis Abeba”)
Il 19 febbraio, Yekatit 12 per gli etiopi, deve diventare una data in cui ogni anno anche noi italiani facciamo memoria, con pietà e vergogna, della strage fascista di migliaia di innocenti ad Addis Abeba nel 1937.
Per l’Etiopia lo Yekatit 12 è il solenne e doloroso Giorno dei Martiri.
Ieri ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, si è ricordato, con cerimonie, discorsi e preghiere, il “Giorno dei martiri”.
Ci riguarda direttamente, ma l’Italia dimentica.
Il 19 febbraio 1937, secondo il calendario etiope Yekatit 12, gli italiani, che avevano invaso il Paese, sanguinosamente conquistato nel maggio dell’anno precedente, diedero inizio alla strage di Addis Abeba.
Arrivano da noi su pericolanti e mortali barconi, a mani vuote. Ci spaventano perché sono poveri e magari perché sono neri. Abbiamo mai pensato a come invece siamo andati noi da loro? Noi bianchi, noi europei, noi italiani?
Ci siamo andati con le navi negriere, con le cannoniere, imbracciando fucili e mitragliatrici, con i bombardieri.
“La sua opera ce la troveremo davanti anche al momento del Giudizio Universale” scrisse Claudio Magris nell’aprile del 1987 quando Primo Levi morì.
Ricordate? “Voi che vivete sicuri/ nelle vostre tiepide case /… considerate se questo è un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / … considerate se questa è una donna / senza capelli e senza nome / senza più forza di ricordare…”.