Archivio della parola chiave: Comunismo

Le stragi delle foibe e l’esodo degli italiani di Istria e Dalmazia: nel Giorno del Ricordo il forte discorso del presidente Mattarella

“Vessazioni e violenze dure, ostinate, che conobbero eccidi e stragi e, successivamente, l’epurazione attraverso l’esodo di massa. Un carico di sofferenza, di dolore e di sangue, per molti anni rimosso dalla memoria collettiva e, in certi casi, persino negato. Come se le brutali vicende che interessarono il confine orientale italiano e le popolazioni che vi risiedevano da secoli rappresentassero un’appendice minore e trascurabile degli eventi della fosca epoca dei totalitarismi o addirittura non fossero parte della nostra storia.” (Sergio Mattarella, 10 febbraio 2023)

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“Ciao amico mio, portatore di pace”. Michail Gorbacev nel ricordo di Dmitry Muratov, premio Nobel per la pace 2021

Il premio Nobel per la pace 2021 Dmitry Muratov, direttore della “Novaja Gazeta”, il giornale, sul quale scriveva anche Anna Politkovskaja, costretto a chiudere da Putin poco dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, ha reso omaggio alla salma di Michail Gorbacev, insieme a migliaia di persone che hanno sfidato l’aperta ostilità del regime, portando un ritratto del grande statista.

“Lui disprezzava la guerra. Lui disprezzava la real politik. Era convinto che il tempo in cui l’ordine mondiale poteva venire dettato dalla forza fosse finito. Credeva nelle scelte dei popoli. Aveva liberato i detenuti politici. Aveva fermato la guerra in Afghanistan e la corsa al riarmo nucleare.

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Rutilio, Romero, Focherini: la verità delle vittime e l’anticomunismo

Padre Rutilio Grande

Oscar Arnulfo Romero

Odoardo Focherini

 

 

 

 

 

 

 

 

«Storie di martiri, storie di conversione, di cambiamenti profondi davanti alle vittime del potere. La vita non è la recita di una parte. La fedeltà al Vangelo può sconvolgerla. Anche se si è adulti. Anche se si è vecchi. Basta non stancarsi mai di stare in ascolto della Parola.»

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“L’inizio e la fine” (Pavel Florenskij)

Pensiero del giorno

Pavel Florenskij (1882-1937)

«Ricordo spesso la morte di papà. Egli faceva dei sogni (o forse erano visioni)
di viaggi, o piuttosto di migrazioni di nomadi negli spazi sconfinati
dell’Asia. Il pensiero dell’abbondanza lo terrorizzava. “Normalmente si
pensa che l’umanità morirà per la carenza di qualcosa – diceva. – Per me
invece è chiaro che morirà per l’abbondanza.”
Anche a me il molto ha sempre fatto paura, fin dall’infanzia, perché ti
sembra che irrompa il caos senza forma, che non sei in grado di governare e
che non puoi fare tuo.
Dove non c’è una composizione, non ci può essere neanche comprensione,
ma la composizione comporta il limite. Che cos’è la cosa più importante in
un’opera d’arte? La cornice, la ribalta, il confine nel tempo, l’inizio e la fine.
Se non ci sono limiti, non è possibile neanche la serenità.»

 

Pavel Florenskij

 

(da Pavel Florenskij, Non dimenticatemi, a cura di Natalino Valentini e Lubomir Zák, Milano, Mondadori 2000, p. 310); vedi  in questo blog Terzo Abecedario della buona battaglia).

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L’indistruttibile speranza di Nadežda Mandel’štam

Nadežda Mandel’štam

Nadežda vuol dire “speranza contro ogni speranza”.

A Nadežda Mandel’štam, grande scrittrice russa e indomabile resistente sotto il comunismo sovietico, moglie del più grande poeta russo del ‘900, Osip Mandel’štam, perseguitato e poi ucciso nel gulag, è dedicato uno dei profili del libro Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni di Vincenzo Passerini. Lo pubblichiamo integralmente.

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(Dantedì) Osip Mandel’štam e la “Conversazione su Dante” respinta dalla censura sovietica

Osip Mandel’stam

Osip Mandel’štam, uno dei più grandi poeti russi del Novecento (per alcuni il più grande), tra la primavera e l’estate del 1933 soggiornò, insieme alla moglie, Nadežda Chasina, a Koktebel, sulla costa orientale della Crimea.

Lì compose la Conversazione su Dante che la censura sovietica gli impedirà di pubblicare.

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Cinema, arte e spiritualità: Andrej Tarkovskij

È davvero singolare, almeno apparentemente: il più grande regista spirituale della storia del cinema è cresciuto e ha prodotto la maggior parte dei suoi film in Unione Sovietica, nella Russia comunista.

Stiamo parlando di Andrej Tarkovskij di cui abbiamo da poco ricordato i vent’anni dalla morte avvenuta in un ospedale di Parigi nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1986.

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