Africa dolente e meravigliosa

Africa dolente e meravigliosa. Piena di amore per la vita e dove la vita vale così poco. Dove un massacro di 2.000 persone, che se accaduto altrove avrebbe provocato un terremoto di reazioni e un diluvio di lacrime, accadendo qui solleva  a mala pena qualche commento nel mondo. Lacrime poche.

Se avessimo più attenzione per quanto accade in Africa, forse capiremmo perché tanti africani fuggono e cercano di venire in Europa. Anche i morti africani, come quelli di Parigi, sono opera degli estremisti islamici.

Ma sono africani, e anche se sono molti di più valgono molto di meno per noi.

La carneficina è accaduta tra il 3 e il 7 gennaio in Nigeria, il più popoloso paese africano (160 milioni di abitanti), nella città di Braga, capitale dello stato di Borno, nel nord-est.

È il più orrendo atto terroristico dei fondamentalisti islamici di Boko Haram, legati ad Al Qaeda, che da alcuni anni stanno devastando il nord del Paese, facendo stragi di cristiani e di musulmani. I superstiti hanno raccontato di innumerevoli corpi, soprattutto di bambini, donne  vecchi, sparsi sul terreno e impossibili da contare. Tutti in quartieri musulmani.

In questi ultimi giorni, poi, ci sono stati altri attentati terroristici dove sono state usate delle ragazzine come kamikaze. Nessun limite esiste più. Gli estremisti di Boko Haram (nome che significa “L’educazione occidentale è peccato”) hanno intensificato il terrorismo in vista delle elezioni presidenziali del 15 febbraio prossimo.

Delle vittime nigeriane importa poco all’Occidente. Del petrolio nigeriano importa molto (ah, i valori dell’Occidente!). Il paese è uno dei maggiori produttori, ma tanta ricchezza finisce in mano a pochi nigeriani e alle compagnie straniere. Molta corruzione, dei potenti locali e stranieri.

Anche l’Eni, la nostra compagnia petrolifera di Stato, ha una presenza storica in Nigeria. E nei mesi scorsi sono state aperte inchieste in Italia per corruzione di dirigenti Eni in Nigeria. Il petrolio sta inoltre rovinando sempre più vasti territori, campagne, l’acqua del mare, molti villaggi.

Inquinamento, furti, violenze.

L’Africa ha bisogno di noi, noi abbiamo bisogno dell’Africa. L’Africa è piena di amore per la vita (chi la conosce da vicino, come chi scrive, l’ha sperimentato), è un continente giovane, che ha voglia di futuro, che ha una spinta interiore enorme. Porterà vita, coraggio, entusiasmo nella stanca Europa. Basta vedere i suoi atleti e calciatori. L’Europa senza l’Africa morirebbe di vecchiaia. Ma noi dobbiamo capirla, conoscerla.

Più attenzione, allora, più attenzione. Ai suoi vivi e ai suoi morti. A quelli laggiù e a quelli che sono qui da noi. Alle sue tragedie e ai suoi successi. Alla sua storia e alla sua cultura. Ci arricchiscono di pensieri, di sentimenti, di umanità. Le notti che l’attraversano passeranno.

 

Pubblicato su ladige.it il 14 gennaio 2015