Briciole che salvano l’umanità

L’altra sera si discuteva a Canova di Gardolo su “quale convivenza costruire nella nostra comunità”. Canova è uno dei quartieri periferici di Trento più popolosi, più giovani e a più alta concentrazione di immigrati. Tema che crea discussioni, ma anche azioni. Esemplari.

L’incontro avveniva nel centro La Casetta dove, in uno stanzino, c’è anche un forno, il “forno sociale” del pane, gestito dall’associazione Carpe Diem in collaborazione con la cooperativa Arianna. Le donne, di storica residenza o immigrate, si trovano insieme per fare il pane. Abbattono barriere attorno al pane. Portano farina, lievito, la loro umanità e creano comunità impastando e cuocendo.

Per alcune donne straniere è l’unica occasione per parlare con le trentine. Della salute, della scuola dei figli, del lavoro dei mariti, dei genitori anziani,della nostalgia del paese di origine,della cucina, dei vestiti, dei prezzi migliori per gli acquisti. L’umanità del quotidiano dove tutti ci si trova uguali.

Ci si guarda negli occhi, ci si parla, si sente il reciproco respiro, quell’aria che ci tiene vivi tutti allo stesso modo e che a volte diventa davvero spirito di umanità, soffio di vita.

A Canova fanno grandi cose con piccoli nomi: le associazioni hanno un luogo permanente per trovarsi chiamato “Tavolino di Canova”, il luogo comunitario di incontro si chiama “La Casetta” e il forno del pane, inevitabilmente, “Mìgola”, briciola. Come volessero dire: in questo grande quartiere, in mezzo a così grandi problemi noi facciamo la nostra parte. La nostra piccola parte. E continuiamo a farla, giorno dopo giorno, malgrado quello che succede accanto a noi o lontano da noi.

Ma è così che si salva l’umanità.Tornano in mente le parole del libro biblico del Levitico: “Lo straniero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra di voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto”.

C’è un voi e c’è un tu che si alternano.

Voi, comunità civile e politica, creerete leggi e una organizzazione sociale per trattare lo straniero allo stesso modo di colui che è nato tra di voi. Voi ben conoscete la condizione dello straniero, perché lo siete stati anche voi.

Tu, tu persona, tu col tuo nome e cognome, amerai lo straniero come te stesso. L’amore è solo personale, mentre nella comunità politica ci sono diritti e doveri. L’accoglienza dello straniero passa attraverso questo voi e questo tu.Questo compito della politica e questo compito di ciascun essere umano. Di ciascun piccolo essere umano.

Se si gira un po’ il Trentino si scoprono non pochi di questi esseri umani che, come a Canova, provano ad adempiere, coi loro piccoli, normalissimi nomi, questo grandioso compito che il libro biblico assegna a ciascuno.

In ogni valle, in ogni paese, in ogni quartiere, anche nelle situazioni più difficili o impensabili state certi che troverete qualcuno di questi esseri umani.Sempre.

La madre di famiglia che è sempre disponibile ad aiutare lapersona stranierache ha bisogno di qualcosa e in paese sanno tutti che bisogna andare da lei per questo; il parroco che si prende insulti in pubblico da parte di qualche suo parrocchiano per il fatto che si è detto disposto ad accogliere degli stranieri, e lui va avanti imperterrito; l’operatore sociale che sta male perché teme che il profugo che sta seguendo con pazienza e passione non ce la faccia a superare l’ “esame” per ottenere lo status di rifugiato; l’insegnante in pensioneche insegna l’italiano al giovane del Ghana e ci mette tutta se stessa per riuscirvi, come fosse il suo primo giorno di maestra; il medico che con pazienza e amore ascolta, risponde, rispetta la paziente straniera che fa fatica a spiegarsi e a rapportarsi con lui; il contadino che tratta come fosse suo figlio l’immigrato che raccoglie mele da lui; l’artigiano che si prende sempre qualche stagista immigrato anche se gli costa tempo e fatica.

Si potrebbe andare avanti con questa lista. Esseri umani in carne ed ossa che vivono in mezzo a noi, dappertutto. La lista dei piccoli nomi, briciole, “mìgole”, e delle grandi azioni che salvano l’umanità.

 

Pubblicato sul quotidiano “l’Adige” il 23 settembre 2016