«Viene da pensare, in questi tragici giorni di guerra, che le avranno risparmiato di sapere dello spaventoso scempio di vite umane a cui stiamo assistendo in Israele e a Gaza, tra orrendi massacri di civili ebrei, anche bambini, da parte di Hamas e terribili ritorsioni da parte israeliana che non hanno risparmiato i civili di Gaza, tra cui anche i bambini.
Le avranno risparmiato questa indicibile sofferenza, a lei, che aveva vissuto, come peraltro Dossetti, molti anni a Gerico e Betania, e poi in altri villaggi palestinesi, come ponti di spiritualità e fraternità tra cristiani ed ebrei, tra palestinesi ed israeliani, tra musulmani, cristiani ed ebrei, tutti figli dello stesso padre spirituale Abramo.»
Vincenzo Passerini
Addio suor Cecilia, donna della pace
di Vincenzo Passerini
“l’Adige”, 6 novembre 2023
Suor Cecilia Impera si è spenta a 97 anni domenica mattina 5 novembre, a Oliveto, nel comune di Monteveglio, sull’Appennino bolognese, circondata dalle sorelle e dai fratelli della sua comunità monastica, la Piccola Famiglia dell’Annunziata fondata da Giuseppe Dossetti che fu tra i protagonisti della politica del dopoguerra e tra i padri della Costituente prima di scegliere il sacerdozio e il monachesino.
Una grande donna, suor Cecilia, minuta, dal cuore tenero e dal carattere d’acciaio, di vastissima e profonda cultura, sorretta da una fede appassionata che si nutriva della Bibbia, studiata, amata, pregata, secondo i modi e i ritmi molto esigenti che Dossetti aveva impresso alla comunità.
Una vita vissuta molti anni all’estero, con la sua comunità religiosa, in Grecia, in Israele-Palestina, in India.
Studio, preghiera, aiuto ai più poveri, impegno con tutte le sue forze per la fraternità tra le religioni e i popoli, e per la pace, perseguita con ostinazione e incrollabile speranza.
Viene da pensare, in questi tragici giorni di guerra, che le avranno risparmiato di sapere dello spaventoso scempio di vite umane a cui stiamo assistendo in Israele e a Gaza, tra orrendi massacri di civili ebrei, anche bambini, da parte di Hamas e terribili ritorsioni da parte israeliana che non hanno risparmiato i civili di Gaza, tra cui anche i bambini.
Le avranno risparmiato questa indicibile sofferenza, a lei, che aveva vissuto, come peraltro Dossetti, molti anni a Gerico e Betania, e poi in altri villaggi palestinesi, come ponti di spiritualità e fraternità tra cristiani ed ebrei, tra palestinesi ed israeliani, tra musulmani, cristiani ed ebrei, tutti figli dello stesso padre spirituale Abramo.
Una comunità monastica particolare, quella fondata da Dossetti, tanto spiritualmente rigorosa, quanto sempre immersa nella storia umana. Nelle sue tragedie e nelle sue speranze.
Una comunità che vive del proprio lavoro e che ha come caposaldo lo studio e la meditazione della Bibbia. Una comunità fatta di religiosi e religiose, ma anche di donne e uomini sposati. C’è chi vive in monastero, e chi fuori, nella società.
E così è accaduto che domenica suor Cecilia si spegnesse poco prima della messa che vedeva riunirsi la comunità anche per il battesimo di un nuovo nato. La celebrazione è così diventata una festa commossa di commiato e di benvenuto. Di grande significato, perché nella spiritualità cristiana tutto si tiene nella comunione dei santi, e i vivi e i morti stanno insieme, sempre.
Un mese fa, il 5 ottobre, suor Cecilia aveva festeggiato il compleanno all’aperto, in carrozzina, nel giardino della casa della comunità, presente anche la sorella Adriana che vive a Trento e che le è sempre stata vicino, soprattutto in questi ultimi anni segnati dalla malattia.
Nella famiglia Impera c’era anche un fratello, Eugenio. Ma fu trucidato a 19 anni dai nazifascisti nella strage di partigiani avvenuta tra Riva del Garda, Arco e Nago Torbole il 28 giugno del 1944 dopo la soffiata di un infiltrato. Quel giorno furono uccisi undici partigiani e altri cinque trovarono la morte nei giorni seguenti. Tra i caduti anche il capo della resistenza trentina, Giannantonio Manci, e l’avvocato roveretano Angelo Bettini.
Fu l’episodio più tragico della resistenza trentina e che ha segnato indelebilmente anche la vita di suor Cecilia. Finché le forze gliel’hanno consentito non ha mai mancato, insieme alla sorella Adriana, di partecipare con l’Anpi alle celebrazioni in memoria dei partigiani del 28 giugno.
La famiglia Impera viveva a Riva del Garda. Il padre, Giovanni, di origini calabresi, era carabiniere. La madre, Veronica Bazzoli, proveniva da Roncone.
In precedenza i coniugi Impera avevano vissuto alcuni anni a Cavalese e lì era nata Romana, poi suor Cecilia, il 5 ottobre 1926. Lì, l’anno prima, il 27 febbraio, era nato anche Eugenio.
I due fratelli erano molto legati. Condivisero al liceo Maffei di Riva i primi sentimenti antifascisti seminati da alcuni professori.
L’assassino di Eugenio avvenne in casa e l’ha descritto la stessa suor Cecilia nella sua autobiografia, “Al monte santo di Dio”, pubblicata da Il Margine nel 2012.
Suonarono alla porta di casa e bussarono con violenza. Erano in due, un agente in borghese delle SS e un fascista. In casa c’erano tutti, eccetto la madre che era in visita da parenti. Uno tenne a bada il papà, la giovane Romana e la piccola Adriana mentre l’altro entrò nella camera di Eugenio e lo trucidò.
Romana fu segnata da quella violenza e la sua vocazione religiosa fu anche una risposta a quella tragedia.
Non possiamo dimenticare, infine, che suor Cecilia ebbe la forza di accettare la proposta che Dossetti le fece di andare in India, a 55 anni, e studiare la filosofia e la religione dell’induismo a Benares. Era importante per la comunità religiosa che qualcuno affrontasse quell’immenso tesoro filosofico e spirituale così impenetrabile per i cristiani.
Suor Cecilia affrontò la difficile impresa da par suo e si laureò a Benares passati da poco i sessant’anni. E poi rimase ancora diversi anni in India tra le poverissime comunità cristiane dove la miseria era sconfinata. E continuò ad aiutarle, con il sostegno di tante persone.
Fraternità, Bibbia, preghiera, studio, impegno per la pace. La vita di una grande donna.
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Piccola Famiglia dell’Annunziata – Monteveglio
Vedi anche: Eugenio Impera, “figlio della montagna”