Irena Sendler, l’angelo del Ghetto di Varsavia. Salvò dalla morte 2500 bambini ebrei (da “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”)

Irena Sendler (Varsavia 1910-2008)

Il 19 aprile è stato ricordato l’80° anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia quando 750 ebrei si ribellarono agli occupanti e sterminatori nazisti. La rivolta durò fino al 16 maggio. Pochi i superstiti di quell’eroica Resistenza. Il presidente della Repubblica di Germania Frank-Walter Steinmeier, partecipando alla commemorazione insieme ai presidenti di Polonia e Israele, ha detto: “Oggi sono davanti a voi e chiedo perdono per i crimini che i tedeschi hanno commesso qui”. E poi: “I tedeschi hanno pianificato e realizzato meticolosamente il crimine umano della Shoah. I tedeschi hanno perseguitato, ridotto in schiavitù e ucciso gli ebrei europei e gli ebrei di Varsavia con una crudeltà e una disumanità inimmaginabili”.

Ricordiamo la tragedia del Ghetto di Varsavia con la storia bellissima di Irena Sendler, che riuscì a salvare 2500 bambini, pubblicata nel nostro libro “Tracce nella nebbia”.

 

Irena Sendler, l’angelo del Ghetto di Varsavia

di Vincenzo Passerini

tratto dal libro Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni

Bambini nel Ghetto di Varsavia.

Raccontava che i genitori la viziavano e quando le zie rimproverarono suo padre con un “Che verrà fuori da una bambina così?”, lui rispose: “Non si sa come sarà la vita della nostra figlioletta. Può darsi che le nostre carezze siano per lei i ricordi più cari”.

Così fu. Irena Sendler ebbe una vita difficile, ma seppe trasformare quelle carezze in una mirabile opera che salvò dallo sterminio 2500 bambini ebrei.

Il padre, Stanislaw Kryzanovski, medico e socialista, aveva sposato Janina Grybowska, figlia di un irredentista deportato e morto in Siberia, e si erano stabiliti a Varsavia, dove, il 15 febbraio 1910, nacque Irena.

Il dottore curava gratuitamente i poveri, anche ebrei, e morì di spagnola nel ’18.

Quando Irena frequentava la Facoltà di lettere, l’antisemitismo polacco era tale che per assegnare
il posto in aula agli studenti veniva timbrato sul libretto “lato sinistro” agli ebrei e “lato destro” agli altri.

Lei, cancellato “lato destro”, si sedeva con gli ebrei. Le vietarono di registrare esami per tre anni.

Irena Sendler

Militante del Partito socialista, si sposò nel ’31 con Mieczyslaw Sendler, ricercatore universitario, e si laureò nel terribile ’39 che vide la Polonia invasa dai nazisti e dai sovietici e il marito arruolato.

Lavorando all’Ufficio di assistenza sociale di Varsavia poteva entrare nel ghetto come “infermiera” quando i nazisti vi rinchiusero i 400 mila ebrei della città.

Nel ghetto si moriva di fame e malattie: “Bastava uscire di casa per inciampare nei cadaveri dei bambini”, dirà.

Bambini nel Ghetto di Varsavia.

Chi aiutava gli ebrei rischiava la morte. Quando cominciò la deportazione verso i campi di sterminio (6 mila al giorno, tutti i giorni tra luglio e settembre ’42), Irena fu la principale organizzatrice di una rischiosissima azione collettiva per salvare i bambini.

Dopo la straziante separazione dai genitori, li portavano fuori dal ghetto nascosti, talvolta narcotizzati, in ambulanze, autopompe, sacchi, casse, valigie, o attraverso le condotte fognarie.

Venivano affidati a istituti religiosi e laici o a famiglie e forniti di documenti falsi.

Fu arrestata e torturata, ma non scoprirono la lista dei salvati che teneva con cura. Fu liberata dai partigiani.

Sotto il comunismo patì persecuzioni perché socialista e filo-ebrei, quando la politica anti-Israele del governo divenne antisemitismo.

Evitò l’arresto grazie alla moglie di un capo della Sicurezza, una bambina da lei salvata.

Ai suoi figli, Janina e Adam, fu impedito di iscriversi all’università. Crebbe anche due orfane ebree, si separò dal primo e dal secondo marito, e quando questo morì risposò il primo. Si definì una pessima moglie e una madre assente.

Eletta da Israele tra i Giusti, amata fino alla fine da chi salvò, furono delle studentesse americane a farla conoscere al mondo, e alla stessa Polonia, nel 1999. Morì quasi centenaria il 12 maggio 2008.

Irena Sendler con le studentesse americane che fecero conoscere la sua storia al mondo.

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Per saperne di più:

– Tilar J. Mazzeo, La ragazza dei fiori di vetro, Piemme, Casale Monferrato (AL) 2017.

–  Anna Mieszkowska, Nome in codice: “Jolanta”. L’incredibile storia di Irena Sendler, la donna che salvò 2500 bambini dall’Olocausto, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2009.