“Nessun gruppo sociale, non una comunità religiosa o professionale o scientifica in Germania e in Europa si oppose allo sterminio…” (S. Friedländer)

Nella Giornata della memoria dello sterminio degli ebrei non si possono dimenticare alcune semplici e atroci verità. Sulle quali riflettiamo troppo poco. Ce le ricorda lo storico Saul Friedländer, nato a Praga nel 1932, cittadino francese e israeliano, docente a Tel Aviv e Los Angeles. I suoi due volumi sono quanto di più completo, inequivocabile, documentato si possa trovare sulla Shoah e sulle responsabilità collettive della Germania, ma anche dell’Europa, nello sterminio.

 

Pubblichiamo alcuni passi tratti dal libro

Gli anni dello sterminio. La Germania nazista e gli ebrei (1939-1945)

di Saul Friedländer

Traduzione di Sara Caraffini, Garzanti, Milano 2020, p. 974, euro 22

 

 

«Non un gruppo sociale, non una comunità religiosa, non un’istituzione erudita o associazione professionale in Germania e in Europa espressero la propria solidarietà agli ebrei (alcune chiese cristiane dichiararono che gli ebrei convertiti facevano parte del gregge, fino a un certo punto); al contrario, numerose compagini sociali, numerosi gruppi di potere furono direttamente coinvolti nell’esproprio degli ebrei e si mostrarono ansiosi, sia pure per cupidigia, di vederne la completa scomparsa.

Così le politiche naziste e le correlate politiche antiebraiche poterono dipanarsi fino ai loro livelli più estremi senza l’interferenza di alcun rilevante interesse contrario.

Il 27 giugno 1945 la chimica ebrea e austriaca di fama mondiale, Lise Meitner, emigrata nel 1939 dalla Germania alla Svezia, scrisse all’ex collega e amico Otto Hahn, che aveva continuato a lavorare nel Reich. Dopo avere puntualizzato che lui e la comunità scientifica in  Germania erano stati al corrente della sempre più grave persecuzione degli ebrei la Meitner aggiunse:

Tutti voi avete lavorato per la Germania nazista e non avete mai tentato nemmeno una resistenza passiva. Certo, per lenire la vostra coscienza avete aiutato qua e là qualche persona bisognosa, ma avete permesso l’uccisione di milioni di persone innocenti senza che si udisse mai alcuna protesta.

Questo grido accorato, rivolto attraverso Hahn ai più eminenti scienziati della Germania, nessuno dei quali era coinvolto in attività criminali, avrebbe potuto applicarsi altrettanto efficacemente all’intera élite intellettuale e religiosa del Reich (con alcune eccezioni, naturalmente) e ad ampie sezioni delle élite nell’Europa occupata o satellite.

E ciò che si applicava alle élite si applicava più facilmente (anche in questo caso con alcune eccezioni) al popolo. In questo ambito, come già menzionato, il sistema nazista e il contesto europeo erano strettamente legati. (pp. 18-19).»

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Il primo volume dell’opera di Saul Friedländer sulla Shoah è:

Gli anni della persecuzione. La Germania nazista e gli ebrei (1933-1939)

Traduzione di Sergio Minucci, Garzanti, Milano, nuova edizione 2021, p. 446, euro 20,00.