Presentazione a Trento e Rovereto di “Tracce nella nebbia”. Ecco i volti di alcuni dei cento testimoni

Nadia De Munari, la volontaria di Schio uccisa in Perù nell’aprile 2021.

Sabato 11 dicembre presentazione a Trento di “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni”, con alcuni familiari di testimoni e, in streaming da Roma, il direttore de “L’Espresso” Marco Damilano.

A Rovereto presentazione il 16 dicembre. 

Ecco i volti di alcuni dei 100 testimoni…

 

Da “Vita trentina” del 2 dicembre 2021.

Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni sarà presentato a Trento, presso il Vigilianum (Via Endrici, 14), sabato 11 dicembre alle ore 10.30. Intervengono, con l’autore: Diego Andreatta, direttore di “Vita Trentina”, e Marianna Malpaga, giornalista; da Roma, in streaming, interviene Marco Damilano, direttore de “L’Espresso. Saranno presenti alcuni familiari di testimoni.

Il libro sarà presentato a Rovereto presso l’auditorium del Brione giovedì 16 dicembre alle ore 20.30. Con l’autore intervengono Maria Grazia Sighele, presidente Coordinamento associazioni volontari per l’Africa; Paolo Mantovan, vicedirettore del quotidiano “Alto Adige”.

 

Ecco i volti di alcuni dei 100 testimoni raccontati nel libro

 

Nadia De Munari, volontaria, di Schio (Vicenza), impegnata per trent’anni in Perù con i bambini poveri insieme all’Operazione Mato Grosso, uccisa nell’aprile 2021.

Christophe Munzihirwa, arcivescovo di Bukavu (repubblica Democratica del Congo), difensore dei poveri e dei profughi, ucciso nel 1996.

 

Anna Bravo (1938-2019), storica innovativa, militante nonviolenta, ha svolto ricerche originali sulla resistenza non armata, la storia delle donne, il Sessantotto, mettendo in discussione i pregiudizi della propria parte politica.

 

John Hume, politico di Derry (Irlanda del Nord), seguace di Gandhi e Luther King, è stato il principale protagonista dello storico accordo di pace del 1998 tra cattolici e protestanti.

 

Malala Maiwand, coraggiosa giornalista afghana, uccisa a 26 anni dai fondamentalisti il 10 dicembre 2020.

 

Elisa Springer (1918-2004), sopravvissuta ad Auschwitz, indimenticabile testimone della Shoah.

 

Enrico Mattei, industriale dello Stato, presidente dell’Eni, diede alla ricostruzione italiana le necessarie risorse energetiche lottando contro il monopolio delle multinazionali. Morì in un incidente (attentato?) aereo nel 1962.

 

Berta Cáceres, honduregna, indigena Lenca, difensora del suo popolo e dell’ambiente, creò un movimento popolare nonviolento contro la costruzione di una diga e per questo fu uccisa.

 

Ilaria Alpi (1961-1994), giornalista della Rai, raccontava con passione la Somalia e cercava la verità sugli scandali della cooperazione internazionale. Fu uccisa insieme al fotografo Miran Hrovatin.

 

L’Abbé Pierre, francese, sacerdote, partigiano, politico, fu l’amico appassionato delle persone senza dimora e il fondatore delle comunità Emmaus.

 

Toni Morrison è stata la prima afroamericana a vincere il premio Nobel per la letteratura e una tenace militante della lotta contro ogni razzismo.

 

Pavel Florenskij, matematico, fisico, ingegnere, filosofo, teologo, sacerdote della chiesa ortodossa russa, padre di cinque figli, fu uno dei grandi spiriti del Novecento e fu ucciso nel gulag staliniano nel 1938.

 

Azucena Villaflor, madre di un giovane desaparecidos sotto il regime dei generali argentini, fondò il gruppo delle Madri di Plaza de Mayo. Fu sequestrata, torturata e uccisa.

 

Gino Fasoli, abruzzese, medico in pensione, rientrò in servizio perché gli fu chiesto di dare una mano per assistere i malati di Covid al culmine della pandemia (marzo 2020). Morì di Covid poche settimane dopo.

 

Ken Saro-Wiwa, scrittore e poeta nigeriano, guidò la resistenza nonviolenta della minoranza Ogoni aggredita nel suo territorio dalle multinazionali del petrolio, fu incarcerato e ucciso.

 

Tina Anselmi, partigiana, parlamentare, fu la prima donna ministra nella storia della Repubblica e guidò con coraggio e determinazione la commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2.

 

Gino Strada (1948-2021), medico, con l’associazione Emergency da lui fondata, ha realizzato ospedali e ambulatori in molti paesi in guerra per assistere gratuitamente i feriti e i malati.