L’orrore di Mariupol: crimini contro l’umanità

A Mariupol crimini come ad Aleppo. “Fanno il deserto e lo chiamano pace” (Tacito). (Immagine tratta da avvenire.it)

«A Mariupol ogni pietà è morta. Cittadini ammazzati volutamente dai cecchini russi, bombardati nei rifugi e negli ospedali, lasciati morire tra le fiamme causate dai bombardamenti, sepolti nelle fosse comuni.» (Vincenzo Passerini, editoriale su “l’Adige”, 30 marzo 2022).

 

L’orrore di Mariupol: crimini contro l’umanità

di Vincenzo Passerini

Editoriale pubblicato sul quotidiano “l’Adige” il 30 marzo 2022

 

Mentre l’Onu ci ricorda che più di 10 milioni di persone,  un quarto della popolazione dell’Ucraina, sono state finora costrette ad abbandonare le loro case dalla feroce invasione dell’esercito russo, non dimentichiamo gli ucraini che non possono abbandonare le loro case.

Non possono mettersi in salvo.

Come a Mariupol, dove tra le 150 e le 200 mila persone (la bella città sul mar d’Azov contava più di 500 mila abitanti prima di questa folle guerra) vivono sotto assedio in condizioni disumane, senza acqua, senza cibo, senza aiuto, adesso, in questo momento, mentre da noi i filo-Putin , o i neutrali, o gli equidistanti, pontificano, “ragionano”, e mentre altri fanno i comprensivi con questa ripugnante guerra alla popolazione civile.

A Mariupol ogni pietà è morta.

Cittadini ammazzati volutamente dai cecchini russi, bombardati nei rifugi e negli ospedali, lasciati morire tra le fiamme causate dai bombardamenti, sepolti nelle fosse comuni. Matilda Bogner, capo della missione dell’Onu in Ucraina, ha confermato la presenza di fossi comuni. In una ci sarebbero almeno 200 corpi.

L’assedio di Mariupol è la peggior vergogna di questa vergognosa aggressione di Putin all’Ucraina.  Un crimine contro l’umanità.

Ha detto il console greco Manolis Androulakis: “Vengono presi di mira i civili, in modo cieco e sfrenato. L’ho visto e spero nessun altro debba vederlo come me. Mariupol entrerà nella storia delle città totalmente distrutte dalla guerra: Guernica, Coventry, Aleppo, Grozny, Leningrado. Se ci interessa la dignità umana, la sofferenza umana, chiediamo il cessate il fuoco e l’uscita dai civili”.

Proprio a Grozny, in Cecenia, e ad Aleppo, in Siria, l’esercito di Putin ha già fatto vedere cosa vuol dire assediare e distruggere una città.

Mi permetto di ricordare proprio quello che scrivevo su questo giornale il 24 dicembre 2016  di fronte alla distruzione di Aleppo perché, davvero, a Mariupol si ripongono quei crimini : “Si può dire con Tacito: «Là dove fanno il deserto, gli danno il nome di pace». [Assad e Putin] hanno fatto il deserto di ogni barlume di umanità. Hanno deliberatamente bombardato ospedali e infermerie, scuole, case, mercati, moschee. Hanno usato bombe a grappolo vietate dal diritto internazionale perché mirano a dilaniare i civili.”

Ieri ad Aleppo, oggi a Mariupol. Quella che era un bella città oggi è un inferno. Un inferno voluto da Putin e dal suo amico ed alleato il patriarca ortodosso di Mosca Kirill, che ha benedetto come una “guerra santa” questa guerra ripugnante, questa violenta aggressione, questo massacro insensato come invece l’ha definita papa Francesco. Un macello anche della cristianità. Qualcosa di cui vergognarsi in eterno.

Dei 10 milioni di ucraini che sono stati costretti a lasciare le loro case, 3 milioni e 700 mila hanno lasciato il Paese. Altri se ne aggiungeranno. Un esodo impressionante.

La risposta dell’accoglienza da parte degli altri Paesi è generosa. Anche quella dell’Italia, anche quella del Trentino. Grazie al cielo.

Se la politica non ci mette le parole dell’odio, come spesso è accaduto in questi anni, la gente accoglie, aiuta, non ha paura. L’odio e l’amore convivono nel cuore umano, pronti a incendiarsi. La politica è un potente attizzatoio, dell’uno o dell’altro.

Che questa immane tragedia, che questa ripugnante aggressione all’Ucraina e al suo popolo ci faccia capire che attizzare l’odio contro i profughi, contro qualsiasi profugo, è sempre un comportamento barbaro e disumano. Da espellere, come la guerra, come i dittatori, come gli invasori del Paese altrui, dalla nostra civiltà.

 

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