Un’altra agghiacciante predica del patriarca di Mosca Kirill che santifica le stragi. Mentre troppi pacifisti sono scandalosamente equidistanti e silenziosi

Putin bacia l’icona mentre Kirill, a sinistra, guarda compiaciuto. Trono e altare sono saldamente uniti nella “guerra santa” all’Ucraina. L’asfissiante propaganda politico-religiosa costruisce il consenso popolare alla feroce aggressione.

 

Domenica 3 aprile 2022, nella cattedrale delle Forze Armate (dove nei mosaici dovevano esserci anche Stalin e Putin), il patriarca ortodosso di Mosca Kirill è tornato a santificare la feroce aggressione all’Ucraina dopo l’allucinante omelia pronunciata il 6 marzo nella cattedrale di Cristo Salvatore. Ha ripetuto, facendone lo stesso uso blasfemo, il passo del Vangelo di Giovanni citato da Putin all’adunata del 18 marzo. Per lui gli ucraini e l’Ucraina non esistono, esistono solo “russi“. Gli altri sono nazisti da eliminare, o corrotti e depravati per colpa dell’Occidente che vanno “corretti” con le bombe e riportati, vivi o morti, all’ovile russo. Questo il motivo della guerra “santa” voluta da lui e da Putin. Non la Nato. Il feroce disegno imperialista politico-religioso, però, sta fallendo per la resistenza del popolo ucraino.

 

L’imponente cattedrale delle Forze armate nel parco di Kubinka, appena fuori Mosca, inaugurata nel 2020 dopo nemmeno due anni di lavoro.

 

Putin ha preso atto che non può conquistare Kiev e il Paese intero e installare un governo fantoccio come in Bielorussia e piega sul Donbass che sta cercando di annettersi a suon di massacri. Massacri di inaudita ferocia anche nelle zone occupate o assediate compiuti prima di ritirarsi e con i quali ha voluto vendicarsi per il fallimento del suo progetto.

Vale la pena dare alcune notizie sulla cattedrale delle Forze armate perché aiutano a capire i rapporti tra chiesa ortodossa e potere in Russia e quelli tra Kirill e Putin.

La cattedrale delle Forze armate è dedicata alla Resurrezione di Cristo e sorge nel parco di Kubinka, appena fuori Mosca. È stata aperta al culto nel maggio 2020 dopo appena 600 giorni di lavori (vedi la cronaca di Alberto De Filippis su euronews.com).

È tra le più grandi cattedrali ortodosse al mondo. Celebra la vittoria russa su Hitler nella Seconda guerra mondiale e lo strettissimo legame tra Chiesa e potere politico-militare. Le 6 cupole dorate della cattedrale sono dedicate ai santi patroni di ciascun ramo delle Forze armate.

 

Nei mosaici e negli affreschi dovevano esserci anche Stalin e Putin

Nei mosaici e negli affreschi che decorano l’interno della cattedrale c’erano anche i volti di Stalin e di Putin (e di altri politici, tra cui il ministro degli esteri Lavrov).

Ma le proteste avevano costretto le autorità religiose e politiche a togliere i loro volti prima dell’inaugurazione della cattedrale (vedi reportage su asianews.it ).

Anche una scritta inneggiante all’annessione della Crimea, Krym nash! (La Crimea è nostra!), il grido di esultanza di Putin del 18 marzo 2014 (giorno del referendum per l’annessione), è stata rimossa a causa delle proteste e sostituita con una meno imperialista, My vmeste! (Noi siamo insieme!).

 

Il volto di Stalin (in alto a destra), sterminatore di esseri umani, tra cui moltissimi cristiani, nei Gulag, nel mosaico della cattedrale delle Forze armate, volto poi cancellato per le proteste prima dell’inaugurazione (immagine di asianews).

 

Anche Putin e altri politici russi, tra cui il ministro degli esteri Lavrov, figuravano in un affresco della cattedrale delle Forze armate. I loro volti e la scritta Krym nash! (La Crimea è nostra!) sono stati poi cancellati per le proteste (immagine di asianews).

 

La seconda agghiacciante omelia di Kirill che cancella gli ucraini e ripete la bestemmia di Putin

Nella omelia-comizio di domenica 3 aprile tenuta nella cattedrale delle Forze armate, alla presenza dei vertici militari, Kirill è tornato sul tema centrale della propaganda di Putin: la Russia sta combattendo il nazismo (o fascismo, perché col termine “fascismo” all’estero si comprende anche il nazismo), così come ha fatto nella Seconda guerra mondiale.

“Siamo un Paese che ama la pace e non abbiamo alcun desiderio di guerra, ma amiamo la nostra Patria e saremo pronti a difenderla nel modo in cui solo i russi possono difendere il loro Paese”, ha detto Kirill.

E poi: “Il Signore ci aiuti anche oggi, affinché noi, popolo pacifico, amante della pace e modesto, siamo insieme pronti, sempre e in ogni circostanza, a proteggere la nostra casa”. Proteggere la nostra casa o bombardare quelle degli ucraini?

“La maggior parte dei Paesi del mondo sono ora sotto l’influenza colossale di una forza, che oggi, sfortunatamente, si oppone alla forza del nostro popolo. E poiché è cosi’, poiché c’è una grande forza, allora dobbiamo anche essere molto forti”, ha aggiunto il patriarca.

Il servizio nelle Forze armate, ha detto, è “una vera impresa”, che richiede a coloro che hanno prestato giuramento per difendere la patria di essere disposti a “dare la propria vita per i nostri amici, come dice la parola di Dio”. E qui Kirill riprende la citazione del Vangelo di Giovanni fatta da Putin all’adunata propagandistica del 18 marzo.

Il passo evangelico “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici” viene trasformato da Putin e Kirill in un grido di guerra e di assassinio. Una vergognosa benedizione dei bombardamenti sulle case, le scuole, le stazioni, gli ospedali, i teatri, delle feroci stragi di civili innocenti, delle esecuzioni massa, degli assassinii deliberati di bambini e donne, degli stupri e delle torture.

Uno stravolgimento blasfemo del Vangelo. “Una bestemmia”, la definì il teologo e vescovo Bruno Forte quando fu pronunciata da Putin. Una bestemmia oggi di Kirill.

Giorni orrendi, questi, per il popolo ucraino. Ma anche per il cristianesimo.

E io mi domando perché tanti amici pacifisti sono equidistanti e silenziosi. Lo considero scandaloso.

 

Fonti:

Katherine Kelaidis, The Russian Patriarch Just Gave His Most Dangerous Speech Yet …, religiondispatches.org

Alberto De Filippis, Inaugurata a Mosca la cattedrale delle Forze armate, euronews.com

Vladimir Rosanskij, Mosca, dalla chiesa della Vittoria scompaiono i volti di Stalin e Putin…, asianews.it

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