Archivio della parola chiave: Cittadinanza italiana

Intervista a Daniela Fatarella «Ecco perché il referendum sulla cittadinanza è un’occasione storica» (Diego Motta, “Avvenire”, 17 maggio 2025)

«Il referendum sulla cittadinanza va visto con gli occhi dei bambini stranieri nati e cresciuti nel nostro Paese. “È in gioco il loro futuro” ripete Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia, una delle realtà protagoniste della mobilitazione in corso dentro la società civile in vista della consultazione dell’8 e 9 giugno.»

 

«I tempi per la concessione della cittadinanza nei principali Paesi europei sono decisamente più bassi rispetto a quel che accade da noi. L’eventuale esito positivo del referendum ci porterebbe ad avere una legge, in tema di naturalizzazioni, simile a quelle in vigore in Francia, Germania e Svezia.»

 

Diego Motta, “Avvenire”, 17.5.2025

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Mons. Perego (responsabile commissione immigrazione dei vescovi italiani): “Lo ius Italiae? Un passo indietro segnato dalla paura”

Immagine tratta dal sito www.gaiaedizioni.it

“Questo cambio di nome, ius Italiae – per segnalare che si tratta di un modello italiano – non mi convince, anzi non vedo nessun modello, piuttosto un passo indietro rispetto allo ius scholae.

Dieci anni sono troppi, non hanno senso per tanti studenti che sono nati in Italia e hanno fatto un percorso prima di arrivare a fare la scuola elementare nel nostro Paese. Quindi credo che la proposta dello ius scholae sia più significativa nei tempi precedentemente indicati.

Se è vero che la scuola è il luogo fondamentale della formazione anche del cittadino, come è vero, credo che come vale per gli altri bambini, debba valere anche per i bambini di altre nazionalità che frequentano la nostra scuola e il più delle volte sono nati in Italia”. (Mons. Giancarlo Perego)

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Scuole di cittadinanza: dove lo Ius Scholae esiste già (intervista di Sara De Carli a Eraldo Affinati, dalla rivista “Vita”)

Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, fondatore della Scuola Penny Wirton

«La cittadinanza non deve essere concepita come un premio. Significa riconoscere i diritti di chi vive e lavora in Italia, paga le tasse, è già parte della comunità nazionale. Il successo o l’insuccesso scolastico non devono entrarci. Dovrebbe valere solo la frequenza scolastica a testimonianza di una presenza attiva nel Paese, nel rispetto reciproco delle regole di convivenza, il che comporta diritti e doveri, secondo il dettato costituzionale.» (Eraldo Affinati)

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