Un anno di pandemia, ma le bugie imperversano

Foto Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento.

Un anno dall’inizio della pandemia in Italia è trascorso, ma non è tempo di bilanci.

L’emergenza è ancora grave, i morti, purtroppo, sempre tanti. In Trentino, in Alto Adige, in Italia, nel mondo.
Piangiamo anche la morte per Covid di Federica Ferino, di soli 49 anni, sposa e madre di tre figli, operatrice socio-sanitaria dell’ospedale di Rovereto.

E in Italia, non dimentichiamolo, abbiamo il più alto numero di medici morti in servizio in Europa.

Con immensa gratitudine ricordiamo chi muore assistendo i malati. E ricordiamoli con un supplemento di responsabilità.

Perché se troppi sono ancora i morti, troppi i contagi e lente le vaccinazioni, veloci e più devastanti che mai sono, invece, le bugie e le sottovalutazioni che continuano a imperversare.

Come non avessero insegnato nulla le stragi per Covid avvenute nel Regno Unito prima del ravvedimento a 360 gradi di Boris Johnson, e soprattutto negli Stati Uniti e in Brasile per colpa delle menzogne di Trump e Bolsonaro.

Le bugie possono uccidere più delle armi, e loro hanno mentito nella maniera più spudorata e devastante.

Ma la menzogna del potere è diffusa e trasversale, tocca ogni schieramento. Né il Trentino e l’Aldo Adige ne sono rimasti immuni.

Il potere, quando può, mente, e il ruolo della stampa è invece quello di cercare la verità. Tanto più della stampa cattolica. La verità vi farà liberi, dice il Vangelo. E noi sogniamo una Chiesa appassionata di verità.

Questo è un mondo in cui la menzogna trova potentissimi alleati nei social, nella rete e nella peggior politica che usa social e rete scientificamente, investendovi montagne di soldi. I cittadini sono più che mai in balia della menzogna.

La più grande questione morale è oggi quella della verità dell’informazione. Ed è il primo dei diritti umani, anche nelle democrazie, senza il quale non ci può essere difesa degli altri diritti umani.

Anche l’ingiustizia uccide. In ben 130 paesi al mondo, ha denunciato il quotidiano “Avvenire”, non si è ancora visto un vaccino anti Covid. Paesi poveri, naturalmente.

Invano papa Francesco ha alzato la voce per chiedere che il vaccino sia per tutti e che i poveri non siano lasciati ancora una volta all’ultimo posto. La tragedia del Covid ripropone la più grande tragedia dell’ingiustizia internazionale.

Troppi i poveri privati di sanità e ora anche dei vaccini. La violenza dell’ingiustizia fa più morti delle guerre e del terrorismo. La voce dei poveri è esclusa dal dibattito politico.

È tempo di rimettere in primo piano la vergogna dell’ingiustizia internazionale e l’urgenza di politiche non guidate dalla grande finanza e dalle logiche economiche neocoloniali. È tempo di far ripartire i progetti di cooperazione internazionale drasticamente ridotti in questi anni. Anche dal Trentino.

C’è un fortissimo bisogno di solidarietà anche nelle nostre comunità. Verso chi ha perso il lavoro, chi l’ha visto pesantemente ridotto, chi ha subito lunghe chiusure della propria azienda o della propria attività, chi si è trovato di colpo impoverito.

Ci vogliono interventi efficaci e veloci di aiuto. L’ente pubblico deve semplificare le procedure burocratiche, accorciare i tempi, stare vicino, non sopra, alle imprese e ai lavoratori. Le attese per il governo Draghi non devono andare deluse.

Anche i cittadini possono fare la loro parte aiutando e dando lavoro alle aziende e alle persone del proprio territorio. E mobilitandosi, come si sta facendo in alcune bellissime esperienze di “quartiere solidale” o di “paese solidale”, per stare concretamente accanto a chi si è trovato più povero e solo.

Sì, la pandemia ha fatto nascere anche nuove esperienze comunitarie di solidarietà. Moltiplichiamole.

 

Editoriale pubblicato sul settimanale “Vita Trentina” uscito giovedì 18 febbraio 2021 (data di testata 21 febbraio 2021)

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