Covid, perché il regionalismo ha fallito/3 – Dalzocchio, lei sa cosa sta succedendo?

Il numero di morti per Covid in Trentino resta altissimo, siamo al secondo posto in Italia dopo soltanto la Lombardia. Una strage. Un numero di vittime tra i più elevati d’Europa. Contagi e ricoveri in ospedale continuano ad essere pure molto alti.

Ma nulla di tutto questo c’è nella lettera della capogruppo della Lega Salvini in consiglio provinciale, Mara Dalzocchio, pubblicata ieri dal “Trentino”, in cui, criticando il mio articolo apparso giovedì su questo giornale (“Covid, perché il regionalismo ha fallito”) mi attacca per “centralismo” e “odio” verso la Lega.

Avevo scritto nel mio articolo che se non ci fosse stato il governo centrale a tenere la barra delle regole e del rigore (peraltro molto flessibile) di fronte alla richiesta di meno regole e più deroghe provenienti dalle regioni e dalle province autonome, la situazione, già drammatica, sarebbe oggi ancor più drammatica.

Citavo dati Istat, pubblicati dal “Trentino” mercoledì 9 dicembre, secondo i quali nel 2020 in Lombardia ci sono stati il 35,3% di morti in più rispetto ai cinque anni precedenti, in Trentino il 17,2% in più, in Alto Adige il 16,4% in più.

Questi tre territori guidano l’infausta classifica nazionale dell’aumento dei morti a causa del Covid. E i dati si riferiscono al periodo gennaio-settembre 2020. Con ottobre, novembre, dicembre la situazione è di gran lunga peggiorata.

Eppure, regioni e province autonome continuano a chiedere deroghe, meno regole e ad accusare Roma di centralismo.

Infantilismo irresponsabile e pericoloso, ho scritto. E lo ribadisco.

Nella lettera della consigliera Dalzocchio trovo citazioni del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, della Dichiarazione di Atene, della Conferenza permanente tra Stato, Regioni e Province autonome, eccetera eccetera. Non trovo un dato sulla drammatica situazione Covid in Trentino. Ma dove vive la capogruppo della Lega Salvini? Sa cosa sta succedendo qui?

Nel mio articolo ho citato statistiche note a tutti, pubblicate su questo e gli altri giornali, che ci dimostrano la drammaticità della situazione. Non opinioni mie. Dati di realtà.

La consigliera Dalzocchio poteva smentirli, ma non l’ha fatto. Perché non può farlo. La realtà è quella che è. Tragica, purtroppo.

La consigliera mi chiede, poi: quando il Presidente Fugatti e l’assessore Segnana avrebbero nascosto dei dati? Ma, ancora una volta, rispondo, dove vive la consigliera Dalzocchio?

Ha letto “la dura presa di posizione collettiva contro il presidente Fugatti e l’Azienda Sanitaria” (sto citando il giornale “l’Adige”), diffusa il 18 novembre scorso in cui un autorevole gruppo di persone, tra le più rappresentative del Trentino, chiedeva “la massima trasparenza” sui veri dati dell’epidemia in Trentino?

In quel documento si faceva appello alla Provincia “perché superi ogni ritrosia e nell’interesse di tutti i cittadini e le cittadine renda note tutte le informazioni a sua disposizione sul monitoraggio dei soggetti positivi”.

Il documento era firmato da: presidente dell’Ordine dei medici Marco Ioppi, dell’ordine degli infermieri Daniel Pedrotti, dell’ordine dei farmacisti Tiziana Dal Lago, di Confindustria Fausto Manzana, delle Acli Luca Oliver, di Cnca del Trentino Claudio Bassetti, dei segretari dei tre sindacati, Grosselli, Bezzi, Alotti, e da altre personalità. E poi ha raccolto l’adesione di centinaia e centinaia di cittadini.

Non si era mai visto un appello così trasversale e autorevole che chiedeva alla Provincia di non nascondere i veri dati su una tragedia.

Non solo. Nel mio articolo ho citato le analisi sui contagi in Trentino che da mesi il professor Davide Bassi, fisico, già rettore dell’Università di Trento, pubblica sul suo blog e che lo hanno spinto a scrivere pochi giorni fa, l’8 dicembre: “ Visto che le Autorità politiche e sanitarie del Trentino ignorano le richieste di trasparenza e continuano a raccontare solo mezze verità, ho cercato di ricostruire quale potrebbe essere stato l’andamento reale delle persone identificabili come ‘attualmente’ positive dalla fine di ottobre in poi”. Per concludere: i contagiati in Trentino in novembre non sono tremila, come dice la Provincia, ma diecimila.

Che ci siano tantissimi contagi, che spiegano i tanti, troppi morti, lo sperimenta ogni giorno qualsiasi trentino.

Cara consigliera Dalzocchio, siate seri voi che comandate. Smettetela di raccontare una realtà diversa da quella che è. Smettetela di chiedere meno regole. Siamo secondi per morti in Italia. Per morti!

Difendete la vita dei trentini. Se non fate questo, fallite e con voi l’autonomia.

Nel peggiore e più triste dei modi.

 

Articolo pubblicato sul quotidiano “Trentino” il 12 dicembre 2020