Carlo Maria Martini: un ponte tra credenti e non credenti (Da “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”)

Carlo Maria Martini con Giuseppe Dossetti.

«Nell’87 dà vita alla “Cattedra dei non credenti”, dialoghi in duomo con personalità laiche: Cacciari, Natoli, Dioguardi, Vegetti Finzi, Boncinelli, Gustavo Zagrebelsky…

“Ciascuno di noi ha dentro di sé un credente e un non credente”, dice il cardinale. “Vorrei individui pensanti.”»

A dieci anni dalla morte (31 agosto 2012) la lezione biblica, pastorale, sociale dell’arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, è più necessaria che mai.

 

Carlo Maria Martini
Un ponte tra credenti e non credenti

di Vincenzo Passerini

Testo tratto dal libro Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni

 

Il cardinale Carlo Maria Martini fu un grande testimone del dialogo fra credenti e non credenti. Non per convertire, né per conversare. Ma per abbattere il muro del pregiudizio e riconoscere che siamo tutti in ricerca di fronte alle grandi domande della vita.

Nasce a Torino il 15 febbraio 1927, secondogenito di Olga Maggia e Leonardo, ingegnere e imprenditore edile. Entra nella Compagnia di Gesù.

Presbitero nel ’52, consegue a Roma due dottorati: teologia fondamentale, all’Università Gregoriana, e Sacra Scrittura, all’Istituto Biblico. Ancora giovane è tra i massimi studiosi della Bibbia.

Nel ’69 è rettore del Biblico e nel ’78 della Gregoriana.

Sorprendendo tutti, Giovanni Paolo II lo nomina nel ’79 arcivescovo di Milano, dove fa il suo ingresso il 10 febbraio 1980. Uno studioso nella più grande diocesi del mondo? Mai scelta fu più indovinata.

Il terrorismo imperversava. Sono assassinati Vittorio Bachelet a Roma, Paolo Poletti a Monza, Guido Galli e Walter Tobagi a Milano…

Martini si immerge nelle tragedie e nelle speranze di Milano e dell’Italia. Cominciando dagli incontri della “Scuola della Parola”, in duomo, cui partecipano migliaia di giovani, perché “il fondamento dell’educazione cristiana è la Bibbia”.

Il pastore continua tra il popolo la missione del biblista.

Si rivolge a tutti: “Credo che il Vangelo sia il patrimonio più ricco cui possa attingere un uomo che si assume la responsabilità di altri”, dice. Tre anni dopo è cardinale.

Accetta il dialogo con i terroristi in carcere. Nessuna indulgenza, ma attenzione umana. Il 13 giugno 1984 viene consegnato in arcivescovado un gran quantitativo di armi con una lettera di “rinuncia alle armi” da parte di un leader del terrorismo.

Ecumenismo, povertà, legalità, educazione alla politica sono altri temi al centro del suo magistero. Spesso avversato da Comunione e Liberazione.

Nell’87 dà vita alla “Cattedra dei non credenti”, dialoghi in duomo con personalità laiche: Cacciari, Natoli, Dioguardi, Vegetti Finzi, Boncinelli, Gustavo Zagrebelsky… “Ciascuno di noi ha dentro di sé
un credente e un non credente”, dice il cardinale. “Vorrei individui pensanti”.

 

Tutti i dialoghi delle Cattedre dei non credenti, svoltesi a Milano dal 1987 al 2002, sono raccolti in un volume, con prefazione di papa Francesco, pubblicato da Bompiani nel 2015 (euro 25).

 

Nel 2002, a 75 anni, si ritira a Gerusalemme. Colpito dal Parkinson, torna a Milano. Nell’ultima intervista dice: “La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni”.

Muore il 31 agosto 2012.

A Georg Sporschill che gli chiese (nel magnifico libro-intervista Conversazioni notturne a Gerusalemme) come un adulto doveva comportarsi con i giovani rispose: “Consegna ai tuoi figli un mondo che non sia rovinato. Fa’ che siano radicati nella tradizione, soprattutto nella Bibbia. Leggila insieme a loro. Abbi profonda fiducia
nei giovani, essi risolveranno i problemi. Non dimenticare di dare loro anche dei limiti. Impareranno a sopportare difficoltà e ingiurie se per loro la giustizia conta più di ogni altra cosa”.

 

Vedi anche:

Massimo Fini sbaglia: il cardinale Martini denunciò la corruzione prima di Mani Pulite (Lettera al Fatto Quotidiano non pubblicata – 2012)

“Carlo Maria Martini e gli Anni di piombo”, un importante libro di Silvia Meroni