Valerio Onida nel ricordo di Giuliano Pisapia: “È stato un maestro e un esempio di integrità e di impegno” (da repubblica.it)

Valerio Onida (a destra) con Giuliano Pisapia (foto da repubblica.it)

« L’ex presidente della Corte costituzionale è scomparso a 86 anni. L’ex sindaco Giuliano Pisapia: “Credeva molto nella buona politica, la sua porta era sempre aperta. E il suo impegno per i deboli e gli ultimi non lo dimenticheremo”. »

 

Giuliano Pisapia ricorda Valerio Onida: “Milano piange un maestro di buona politica”

di Zita Dazzi, repubblica.it, 15 maggio 2022

 

Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, è morto ieri (14 maggio 2022) all’età di 86 anni. E fra quelli che sinceramente piangono l’amico, prima che il grande giurista, c’è Giuliano Pisapia, eurodeputato ed ex sindaco di Milano, che del professore era stato allievo all’università, prima che competitore alle primarie del centrosinistra nel 2010.

Pisapia, che cosa è stato Onida per la città di Milano?
“È stato un maestro di generazioni di giuristi e costituzionalisti, a cui ha insegnato che la Costituzione indica la strada di un società giusta e che andrebbe attuata nel suo complesso perché contiene tante risposte anche ai problemi attuali. È stato un esempio di integrità, di impegno, di buona politica nel senso più ampio del termine”.

Lui stava nelle aule ma era un uomo dell’impegno concreto, vero?
“Certo, è stato grande il suo impegno per i più deboli, nel volontariato ma non solo. Non si può dimenticare anche tutto quel che ha fatto per avere carceri meno disumane e rispettose dei princìpi costituzionali, primo di tutti con il reinserimento dei detenuti. Penso, in particolare a Bollate dove aveva fondato lo “sportello giuridico”. Una lezione per tutte e tutti. Credeva molto nella buona politica e ha sempre dato il suo contributo e l’attenzione per Milano, la città in cui è nato e ha vissuto. È stato un punto di riferimento a cui rivolgersi e le sua porta era sempre aperta”.

E quanto era un uomo di Milano, un milanese?
“Era nato qui, e qui aveva fatto l’avvocato e il professore universitario, apparteneva alla tradizione migliore della città, quella che mette a disposizione della comunità il proprio sapere. Era un cattolico cresciuto nella tradizione ambrosiana che vede sempre i doveri accanto ai diritti. Dopo la presidenza della Consulta si era impegnato in prima persona per cambiare una città che gli sembrava triste e non attrattiva. Proprio per questo aveva deciso di partecipare alle primarie del 2010, un impegno che è proseguito anche dopo”.

Era un giurista, un cattolico e un uomo di sinistra, come si combinavano queste tre caratteristiche nell’uomo Onida?
“La partecipazione e l’impegno per la nostra città si vedevano dal numero di convegni, dibattiti, confronti alle quali ha partecipato sia a Milano, dal centro alle periferie, sia nella Città metropolitana. Metteva a disposizione le sue esperienze ogni volta che glielo chiedevano. Del resto a Milano il cattolicesimo democratico affonda in radici antiche. Da Montini passando per Martini sino a giungere a Tettamanzi, Scola e Delpini. Queste figure – penso in particolare Montini e Martini – hanno saputo crescere generazioni di cattolici e non cattolici impegnati con uno sguardo rivolto al sociale. Onida era sicuramente uno dei migliori figli di quegli insegnamenti”.

Vi siete sfidati alle primarie del centrosinistra, nel 2010, ma come era il vostro rapporto personale?
“Ottimo. Per noi quell’esperienza non è mai stata una “sfida”, ma una grande occasione per portare a Milano quel cambiamento che entrambi volevano. Dopo le primarie mi ha sostenuto con grandissima determinazione non solo nella campagna elettorale per il Comune, ma anche successivamente. Spesso ci sentivamo per scambiarci idee e proposte. Per me, e per la nostra Città metropolitana, le sue parole e i suoi incoraggiamenti sono stati preziosi. La nostra amicizia è cresciuta anche e soprattutto in quel periodo. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato al Parlamento europeo quando venne a parlare di diritti umani nella commissione Affari istituzionali, ma poi ci siamo anche sentiti al telefono più volte”.

Che consigli le dava quando era sindaco?
“Faccio un esempio: quando abbiamo deciso di cambiare il regolamento sulle nomine nelle società partecipate per renderle più trasparenti e partecipate, ci siamo rivolti a lui per aiutarci a scrivere le nuove procedure”.

Ai referendum di Renzi sulla Costituzione, lui si schierò contro. Quando la Regione varò la cosiddetta legge “anti moschee”, partecipò alla stesura del ricorso alla Corte costituzionale per chiederne la modifica.
“Era un uomo libero che si impegnava per ciò in cui credeva e poneva al centro del proprio vivere e operare il rispetto dello spirito della Costituzione frutto del confronto dei Padri Costituenti. Ci siamo sentiti alcuni giorni prima dei referendum e abbiamo condiviso tutto”.

Che cosa ha lasciato e quali sono i suoi eredi?
“Lascia in eredità l’esempio di un uomo libero che credeva nella giustizia sociale e nella Costituzione come garanzia di equità e progresso. Non oso indicare una o un erede più di tanti. Quello che è certo è che Onida ha formato intere generazioni di giuristi e costituzionalisti che oggi sono tra le personalità più illustri del nostro Paese, anche con importanti ruoli istituzionali”.