Crisi Ucraina-Russia  –  Da Rovereto lettera aperta alle  istituzioni per scongiurare un’altra guerra

Paolo Bergamaschi all’incontro di Rovereto del 9 febbraio 2022. Con lui Beatrice Taddei Saltini e Vincenzo Passerini. Il pubblico ha riempito la sala.

Da Rovereto viene rilanciata una lettera aperta alle istituzioni nazionali e internazionali a partire dal confronto emerso dall’incontro “La crisi in Ucraina, tra venti di guerra e diplomazie” che si è tenuto mercoledì 9 febbraio presso la Sala conferenze Caritro.

Come italiani e come europei stiamo assistendo ad una preoccupante escalation della tensione tra la Russia, gli Stati Uniti e la Nato ai confini dell’Europa. Una escalation nella quale, allo stato attuale, nessuno dei contendenti esclude l’eventualità del ricorso alle armi e rispetto alla quale nessun osservatore esclude che possa evolvere in conflitto armato, anche nucleare, che potrebbe coinvolgere la stessa Europa.

Il Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto – in rete con varie associazioni della Vallagarina, il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, A.N.P.I. Rovereto -Vallagarina – esprime piena soddisfazione per gli argomenti trattati e l’ottima affluenza di pubblico in merito alla serata sulla situazione in Ucraina che ha visto l’intervento di Paolo Bergamaschi, già collaboratore alla Commissione Esteri del Parlamento Europeo, oltre che promotore del progetto di un Corpo Civile di pace Europeo.

 

Paolo Bergamaschi (nella foto) ha lavorato per 24 anni come consigliere politico presso la Commissione esteri del Parlamento europeo. Tra i suoi libri “Terre di nessuno” (2021), “L’Europa oltre il Muro” (2013), “Area di crisi. Guerra e pace ai confini d’Europa” (2007) tutti editi da Infinito. È anche cantautore e ha pubblicato diversi cd.

 

Video della canzone “Piazza Majdan”, di Annamaria Castelli, Paolo Bergamaschi e Simone Guiducci

La canzone, sui tragici fatti del 2014, è di Paolo Bergamaschi. Sue anche le immagini.

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Nella trattazione  Paolo Bergamaschi ha ricostruito la storia recente dell’Ucraina e le tensioni che la vedono contesa e inglobata nell’area di influenza russa. Con richiami ai trattati di Minsk e ai tanti interessi di controllo militari di queste aree, si è prospettato a una fase di continue tensioni e prove muscolari che possono portare a una balcanizzazione dell’Ucraina.

L’intervento di Vincenzo Passerini ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le reti associative e civili tra l’Ucraina e l’Italia, per poter appellarsi a un continuo lavoro diplomatico e promuovere una trattativa che porti sicurezza e scongiuri un’altra guerra alle porte dell’Europa.

 

L’incontro con Paolo Bergamaschi.

 

In particolare è stata letta una lettera aperta rivolta alle istituzioni locali e nazionali per mantenere alta l’attenzione e per dimostrare attenzione oltre che ai temi di importanza economica, anche alle ricadute sociali per scongiurare un conflitto armato.

 

  Lettera aperta

 Crisi Ucraina – Russia

Il parlamento, il governo, la società civile si mobilitino per scongiurare un’altra guerra

 

L’incontro con Paolo Bergamaschi, pacifista, ambientalista, europeista, grande esperto di Europa dell’Est, è stato un importante momento di dialogo e confronto sulle cause più profonde e controverse della questione.

 

La gravissima crisi tra Ucraina e Russia, che ha provocato una guerra da anni in corso, costata migliaia di vite umane e centinaia di migliaia di profughi, si sta aggravando. Non possiamo rimanere in silenzio.

Chiediamo al parlamento e al governo del nostro Paese di premere in tutte le sedi internazionali, Unione Europea e Nato in primo luogo, perché sia percorsa la via diplomatica e non quella della prova di forza che può sfociare in una guerra ancora più estesa e sanguinosa e in una invasione.

In occasione del ricevimento del premio Nobel per la Pace 2021, il giornalista russo Dmitry Muratov, coraggiosa voce libera che denuncia le violazioni dei diritti umani e della libertà di espressione in Russia, come fece la sua collega  Anna Politkovskaja che pagò con la vita il suo coraggio, ha detto:

“Nel nostro Paese (e non solo) è comune pensare che i politici che evitano lo spargimento di sangue siano deboli, mentre il dovere dei veri patrioti è minacciare il mondo con la guerra. I potenti promuovono attivamente l’idea della guerra. Il marketing aggressivo della guerra colpisce le persone, che iniziano a pensare che la guerra è accettabile”.

È così. I potenti promuovono attivamente l’idea della guerra anche in Occidente e il marketing aggressivo della guerra colpisce anche le nostre popolazioni.

La corsa agli armamenti è ripresa in maniera impressionante in tutto il mondo con spese enormi e investimenti giganteschi nella ricerca scientifica. Anche il nostro Paese vi partecipa. Uno scandalo vergognoso di fronte alle moltitudini di poveri e alle innumerevoli vittime  della fame e delle malattie perché prive di medicinali e di cure.

Chiediamo che l’Unione Europea persegua con coraggio una politica di dialogo e di rifiuto al ricorso alle armi per risolvere le crisi internazionali. I disastri immani e i fallimenti delle guerre di questi ultimi decenni nel Vicino Oriente e in Libia, nate anche per gravi responsabilità dell’Occidente, e che sono costate centinaia di migliaia di vita umane, distruzioni spaventose e milioni di profughi, devono insegnare qualcosa. Devono insegnare che la corsa agli armamenti e il ricorso alla guerra aggravano i problemi e non li risolvono.

Chiediamo che anche i cittadini e le organizzazioni della società civile facciano sentire forte la loro voce perché vincano le ragioni del dialogo e siano sconfitte quelle della guerra. E cessi la vergognosa corsa agli armamenti.

11 febbraio 2022

Le associazioni del Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto

 

Lettera aperta pubblicata sul quotidiano “l’Adige” il 12 febbraio 2022