Trent’anni fa nasceva il movimento politico “La Rete”

«Questo sistema, espressione nel dopoguerra delle liberta riconquistate, è diventato oggi una cappa soffocante per le fondamentali libertà dei cittadini. È in atto al suo interno una combinazione di spinte antidemocratiche provenienti da oligarchie partitiche, da presenze crescenti di economia illegale e, in forme più brutali, dai poteri occulti e criminali mafiosi che assaltano pressoché indisturbati lo Stato di diritto.»

«Di fronte a questo sentiamo tutto il diritto e tutto il dovere di affermare che la persona umana e i valori della libertà e dell’onestà devono essere al centro della politica; e che una politica che uccide o lascia uccidere, che ruba o lascia rubare, che modifica il consenso, che disprezza il limite impostole dai valori, dai diritti e dalle risorse, che dissemina il pianeta di dittature o le arma in nome di interessi economici o di “campo”, non è una politica compatibile con l’idea di democrazia.»

 

Sono questi i passaggi fondamentali del Manifesto costitutivo del Movimento per la democrazia-La Rete che veniva presentato pubblicamente a Roma il 24 gennaio 1991 da Leoluca Orlando, Nando Dalla Chiesa, Diego Novelli, Alfredo Galasso, Claudio Fava, Carmine Mancuso.

La Rete fu un piccolo ma importante movimento che in quella difficile fase politica del nostro Paese pose con forza la questione morale (prima dell’inchiesta di Mani Pulite che svelò Tangentopoli) che ci ha visti impegnati in prima persona, con passione e determinazione.

 

Vai a Manifesto costitutivo del Movimento per la democrazia-La Rete.

Vai a L’utopia politica della “Rete”.

Vai a Per la rinascita democratica dell’Italia. È nata la “Rete”…

Vai a Trent’anni di carcere per la strage di Pizzolungo.

 

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci di una inedita “Storia della Rete trentina” scritta alcuni anni fa da Marco Dalbosco e Flavio Santini, che del movimento sono stati anche coordinatori del Trentino-Alto Adige, e poi consigliere regionale il primo e consigliere comunale a Trento il secondo.

Speriamo di avere presto di questa “storia” una versione interamente pubblicabile.

 

La “Rete” e l’asse Palermo-Trento

di Marco Dalbosco e Flavio Santini

 

«Così, alla mancanza di trasparenza da parte della pubblica amministrazione e al prevalere, ben dopo il crollo del muro di Berlino, delle appartenenze di partito sulla capacità spassionata di valutare persone e cose in politica, si aggiungeva il culto dell’immagine (nel quale fu maestro Mario Malossini, presidente della Giunta provinciale di Trento dopo che alle elezioni regionali del 1998 risultò votatissimo) e della parola politica vacua, con il progressivo appannarsi delle antiche tradizioni locali di buona amministrazione; nonché la volontà di minare l’indipendenza della magistratura ed imbrigliare per quanto possibile la voce critica dei mezzi di informazione.

Insomma, i sintomi di un degrado crescente della vita politica erano molti e preoccupanti anche in Trentino. Ma le voci che si levavano con forza a denunciare questo stato di cose erano poche.

In questo clima, il sindaco della primavera di Palermo Leoluca Orlando tornò a Brentonico in Trentino nell’agosto 1990 per partecipare come relatore alla “Scuola estiva di formazione politica” promossa dall’associazione Rosa Bianca e dalla rivista Il Margine.

Vi era già stato nel 1988, e vi tornerà nel ’91 e nel ‘92. Orlando era molto vicino alla Rosa Bianca e al Margine, espressioni del cattolicesimo democratico.

Ancora iscritto alla Democrazia Cristiana, Orlando annunciò a Trento in quegli stessi giorni, insieme al sindaco della città Lorenzo Dellai, la nascita di un nuovo movimento, La Rete.

Nel partito di maggioranza relativa molti accolsero con favore tale prospettiva, purché non venisse consumato alcuno strappo dalla DC. Era l’idea della prima Rete, che però, come abbiamo visto, fu superata nella realtà nel giro di pochi mesi.

Il sindaco di Trento rimase nella DC e non aderì alla Rete che invece fu fondata in Trentino su iniziatva del gruppo del “Margine”e della Rosa Bianca.

In quei mesi dell’autunno 1990, mentre tante cose accadevano nella vita politica nazionale (dal caso Gladio alla metamorfosi di Francesco Cossiga da presidente silente in picconatore scatenato) e internazionale (incubazione della Guerra del Golfo, esplosa il 16 gennaio 1991), qualcuno stava lavorando al lancio della Rete anche in Trentino – Alto Adige.

(…)

In quei mesi cruciali Vincenzo Passerini “si mise in movimento” insieme ad un gruppetto di amici, riuscendo a coinvolgere, con un lavoro riservato ma assiduo, decine e decine di persone in Trentino ed alcune anche in Alto Adige.

Diverse di loro provenivano da esperienze politiche, per lo più lasciate dopo cocenti delusioni; la maggior parte non aveva nessuna esperienza di militanza politica.

Gli intenti del nuovo movimento, di cui come abbiamo ricordato Passerini fu uno dei promotori nazionali, vennero presentati in numerosissimi incontri privati e in una prima assemblea pubblica nell’inverno 1990 finché, finalmente, il 19 aprile 1991 a Trento avvenne la presentazione ufficiale della Rete, con gli interventi di Leoluca Orlando e di Nando dalla Chiesa, in una straboccante sala della Regione.

Iniziava la prima fase della Rete regionale, la fase più entusiasmante e travolgente, come è tipico di ogni nuovo stato nascente.

 

Nel frattempo, il 4 marzo, a Roma la Rete si era data un primo assetto definito: coordinatore Leoluca Orlando, garante Diego Novelli, il comitato esecutivo era composto da Antonio Amatulli (problemi della pace), Letizia Battaglia (ecologia), Giovanni Colombo (problematiche giovanili), Nando dalla Chiesa (organizzazione), Alfredo Galasso (istituti di democrazia), Laura Rozza Giuntella (solidarietà), Angela Locanto (informazione), Carmine Mancuso (giustizia), Riccardo Mottigliengo (economia).

 

Localmente, Vincenzo Passerini veniva eletto coordinatore regionale mentre garante divenne Michele Nicoletti, pure tra i principali animatori della Rosa Bianca e del Margine.

Fin da febbraio il movimento si era dotato di una sede, la minuscola e mitica, per chi la frequentò allora, stanza di 15 metri quadri in via Belenzani a Trento, al numero civico 58, che fu inaugurata da Leoluca Orlando l’11 marzo 1991.

Il materiale veniva riprodotto con un ciclostile a carbone acquistato d’occasione, e la sede veniva aperta tutti i giorni, l’entusiasmo arrivando dove mancavano i mezzi materiali.

 

Nel corso dell’anno si costituirono anche il gruppo di Rovereto, con sede in Via S. Maria 37, attorno a Marco Dalbosco, e il gruppo di Bolzano attorno alle figure dei fratelli Andrea e Walter Cicalò, di Renzo Caramaschi, Luca Fregona ed altri.

In agosto usciva il primo numero di “Democrazia” – foglio di collegamento del Movimento per la Democrazia La Rete di Trento”, aperto da un editoriale di Leoluca Orlando intitolato “Il bisogno di Rete”.

 

Oltre che nell’ovvio proseguimento dell’opera di convincimento ad aderire, in questa prima fase l’attività politica si esplicò da un lato in incontri sia locali che nazionali di formazione interna, dall’altro mediante numerosi interventi politici sulla stampa locale e in una intensa e molto partecipata serie di incontri pubblici sui temi qualificanti il movimento:

  • Il 23 marzo 1991 parla alla Sala della Regione di Trento Carmine Mancuso, presidente del Coordinamento antimafia. Il pubblico trentino strabocca.
  • Il 31 maggio al cinema Modena di Trento grande successo della serata organizzata dalla Rete. Sullo schermo il film “Il portaborse” di Nanni Moretti, in platea il Presidente della Provincia di Trento Mario Malossini e il segretario socialista Aldo Duca. “Ma la politica è proprio così?”
  • 21 giugno: “Riformare il Paese, riformare la pubblica amministrazione” è il titolo del dibattito organizzato dalla Rete a Trento. Relatore il prof. Gregorio Arena. La parola d’ordine è “trasparenza!”, in relazione all’importante legge 241 del 7/8/90.
  • 11 luglio: dibattito pubblico “Chi informa, chi legge, chi paga: Provincia e mondo dell’informazione dalla parte del cittadino?”, a Trento, sala della Circoscrizione S. Giuseppe, confronto tra i cittadini e Mario Malossini, presidente della Giunta provinciale, Walter Micheli, vicepresidente, ed i direttori dei maggiori quotidiani, settimanali ed emittenti locali, coordinato da Vincenzo Passerini.
  • 16 ottobre: la Rete di Rovereto inaugura la riapertura del Supercinema di Rovereto con “Il muro di gomma” di Marco Risi. Anima il dibattito Alfredo Galasso, avvocato di parte civile nel caso Ustica. In sala non restano posti a sedere e molte persone devono restare all’esterno.
  • 25 ottobre: dibattito sul tema della giustizia alla Sala della Regione di Trento, sempre affollatissima. Sono presenti Carmine Mancuso, Felice Lima magistrato a Catania (uno dei “giudici ragazzini” bersaglio del Presidente Cossiga), Alfredo Galasso, Felice Casson (pubblico ministero a Venezia), Maurizio De Luca direttore de “Il mattino” di Padova. Centinaia di persone e moltissimi giovani si affollano ovunque, fin sulle gradinate. »

 

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