“Nella logica del martirio”, di Rainald Becker (ricordando i giovani antinazisti della Rosa Bianca)

Da sinistra: Hans Scholl, Sophie Scholl, Christoph Probst del gruppo antinazista della Rosa Bianca di Monaco di Baviera che comprendeva anche Willi Graf, Alexander Schmorell e il professor Kurt Huber.

«I vari membri della Rosa Bianca erano una sorta di “cristiani rinati”; rappresentavano una comunità di convinzione su base ecumenica. Protestanti rinnovati, cattolici provenienti dal movimento giovanile, ma anche credenti di ritorno e convertiti alla Chiesa e perfino seguaci dell’ortodossia, come per esempio Alexander Schmorell, formavano una mentalità religiosa che rispondeva alle sfide poste dal regime e cresceva sotto di esse.» (Rainald Becker, “L’Osservatore Romano”, 23 febbraio 2023)

Nella logica del martirio

di Rainald Becker

“L’Osservatore romano”, 23 febbraio 2023

Nel pomeriggio del 23 febbraio, presso la residenza dell’ambasciata della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede, si tiene la conferenza «The “Geschwister Scholl” – Christians in opposition to Hitler» per ricordare l’ottantesimo anniversario della Rosa Bianca. Anticipiamo stralci dalla relazione del professore della Ludwig Maximilians University di Monaco.

 

I Geschwister Scholl, ovvero i fratelli Hans e Sophie Scholl, il primo studente in medicina, la seconda studentessa in biologia e filosofia, hanno dato il loro nome a uno dei gruppi più iconici e prolifici di opposizione al regime nazionalsocialista in Germania durante la Seconda guerra mondiale.

Nel 1942-1943, quindi ottant’anni fa, i due formarono una rete molto vasta di resistenza cospiratoria e segreta contro Hitler. Geograficamente si rivolgeva a un vasto pubblico nel sud e nell’ovest della Germania, come anche in Austria e a Berlino.

Stampando e distribuendo migliaia di volantini o pamphlet, i Flugblätter der Weißen Rose (Volantini della Rosa Bianca), i fratelli Scholl non cercarono solo di richiamare l’attenzione sul totalitarismo del Terzo Reich, ma anche di sollecitare un vero cambio di regime.

La loro attività non passò inosservata. La conseguenza fu che le autorità arrestarono e incarcerarono i due fratelli. Dopo un processo farsa tenuto dal Volksgerichtshof (corte popolare) di Monaco, entrambi furono condannati a morte per ghigliottina. La sentenza fu eseguita il 22 febbraio nel carcere di Stadelheim nei pressi di Monaco.

Già nel novembre 1945, solo sette mesi prima della resa tedesca, Romano Guardini aveva proclamato la Rosa Bianca un «simbolo di nobiltà umana». Nel suo discorso La bilancia dell’esistenza (Waage des Daseins), il noto teologo e filosofo cattolico, poi professore presso la Ludwig-Maximilians Universität, spiegava che i fratelli Scholl erano stati «cristiani per convinzione» e che la loro azione si poneva «nell’irradiamento del sacrificio di Cristo». Secondo Guardini si era trattato di una lotta tra il divino e il diabolico.

Da una prospettiva storica, le forme di memoria contemporanea tralasciano un aspetto degno di nota, ovvero quello della motivazione cristiana. Le narrative si concentrano su come i fratelli Scholl abbiano forgiato valori comuni di umanità universale: coscienza, dignità umana, libertà, giustizia, responsabilità.

Queste interpretazioni offrono una visione generalizzata, che potrebbe essere accessibile anche a un osservatore non religioso, ma il cui prezzo è una visione altamente de-cristianizzata delle cose. La ricerca moderna tende a minimizzare e perfino a ignorare i principi autentici alla base della Rosa Bianca. Di fatto, tali principi non possono essere scissi dall’ambiente religioso in cui i fratelli Scholl vivevano.

Da questo punto di vista, l’ottantesimo anniversario della Rosa Bianca rappresenta una buona opportunità per ricostruire il loro messaggio nel suo significato autentico.

Per questo, il primo passo sarà di riesaminare le biografie spirituali dei principali protagonisti. Il secondo sarà di gettare nuova luce sul contenuto della campagna di volantinaggio del 1942 e 1943.

I vari membri della Rosa Bianca erano una sorta di “cristiani rinati”; rappresentavano una comunità di convinzione su base ecumenica. Protestanti rinnovati, cattolici provenienti dal movimento giovanile, ma anche credenti di ritorno e convertiti alla Chiesa e perfino seguaci dell’ortodossia, come per esempio Alexander Schmorell, formavano una mentalità religiosa che rispondeva alle sfide poste dal regime e cresceva sotto di esse.

Sotto questo aspetto, la Rosa Bianca si distingueva fortemente dalla resistenza dell’ambiente cattolico tanto diffusa tra l’opposizione bavarese a Hitler durante il Terzo Reich. Dopo la presa di potere del nazionalsocialismo nel 1933, l’opposizione cattolica classica al regime seguì uno schema più istituzionalizzato.

Gli studenti della Rosa Bianca non percepivano la loro attività politica semplicemente alla luce della necessità politica o morale, ma anche nella logica del martirio.

In questo contesto, è interessante sapere che la Rosa Bianca ha una particolare importanza spirituale sia per la Chiesa cattolica sia per quella ortodossa: la Chiesa cattolica ha accolto Graf, Huber e Probst nel Martirologio del xx secolo, mentre i cristiani ortodossi onorano Alexander Schmorell come santo.

I volantini propongono una società ideale, nella quale si fondono le filosofie aristotelica, agostiniana e tomista. Secondo questo pensiero, la giustizia, la libertà e il benessere costituiscono la base di tutto l’ordine. Questo ordine deve rispecchiare i principi dell’ordine divino.

Facendo in particolare riferimento alla Civitas Dei di sant’Agostino, la Rosa Bianca proponeva una società che consentisse all’individuo di cercare la prosperità insieme alla sua famiglia e di «raggiungere il suo fine naturale e la sua felicità terrena vivendo ed agendo in piena libertà e indipendenza».

Il pensiero dei fratelli Scholl non prediligeva specifici sistemi di governo. Lo Stato cristiano può essere realizzato nella democrazia, nella monarchia costituzionale o perfino in forme più antiche di sistema monarchico. Secondo gli autori, il compito principale dello Stato rinnovato è di mettere fine all’«insaziabile demone», al «messaggero dell’Anticristo» e all’«arroganza di un inumano». Era così che i volantini chiamavano Hitler e il Terzo Reich.

La Rosa Bianca rifletteva sul futuro dell’Europa post-bellica. Così, chiedeva con forza un’integrazione europea sulla base di valori comuni, ponendola sotto gli auspici del mondo anglosassone, con gli Stati Uniti e l’Impero Britannico come potenze leader. I valori europei condivisi dovevano trarre ispirazione dal retaggio storico, poiché era nato dalle basi della civiltà giudeo-cristiana.

La Rosa Bianca, in perfetto accordo con il pensiero romantico sull’Europa, nel quarto volantino si riferisce in modo programmatico a Friedrich Novalis, uno dei grandi poeti del Romanticismo tedesco: «Solamente la religione può svegliare l’Europa e assicurare i diritti dei popoli instaurando visibilmente il cristianesimo sulla terra con un nuovo splendore, nella sua funzione di apportatore di pace».

di Rainald Becker