Un importante libro dello storico Andrea Graziosi sulla grande carestia con cui Stalin eliminò 4 milioni di ucraini. Non si può capire la guerra di oggi senza conoscere quello spaventoso crimine

Ucraina, morti per fame nella Grande carestia staliniana (foto tratta da “Gariwo. La foresta dei Giusti”).

Andrea Graziosi è il maggior storico italiano, e tra i maggiori al mondo, dell’Unione Sovietica. I suoi studi sulle terrificanti carestie del 1932-1933, provocate dalle decisioni di Stalin, sono stati pubblicati anche in Russia e negli Stati Uniti e sono un riferimento per tutti gli storici. Da poco è uscito il suo libro La grande guerra contadina in Urss. Bolscevichi e contadini 1918-1933 . Stalin eliminò per fame almeno 4 milioni di ucraini e 1 milione di kazaki.

L’aggressione armata all’Ucraina da parte della Russia di Putin, riabilitatore di Stalin, è un nuovo aberrante capitolo della storia di non riconoscimento della dignità e indipendenza del popolo ucraino da parte dello zar o despota russo di turno.

 

L’Ucraina, granaio d’Europa, affamata da Stalin per sottomettere ed eliminare i contadini e per reprimere gli ucraini

 

 

Andrea Graziosi, La grande guerra contadina in Urss. Bolscevichi e contadini (1918-1933). Con una selezione dalle “Lettere da Kkarkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso settentrionale nei rapporti dei diplomatici italiani”, Officina libraria, Roma 2022, pag. 222, euro 19.

 

«Il libro è composto da un testo sulla guerra contadina in Urss, scritto nel 1996 sulla base delle fonti d’archivio resesi disponibili dopo il crollo dell’Urss, e da un’ampia selezione dei bellissimi e terribili rapporti diplomatici italiani sulla grande carestia ucraina del 1932-1933, che l’autore pubblicò più di trent’anni fa [Lettere da Kharkov, Einaudi 1991)».

 

Kiev (Ucraina), il monumento che ricorda i 4 milioni di morti dell’«Holodomor», lo sterminio staliniano per fame degli ucraini.

 

Scrive l’autore, Andrea Graziosi, nell’Introduzione:

“Il piacere di veder ripubblicato dopo venticinque anni in italiano un piccolo libro già riedito qualche anno fa negli Stati Uniti e in Russia, dove oggi non sarebbe forse più possibile, è oscurato da avvenimenti drammatici, che gettano una luce cupa sul peso del passato sovietico e l’eredità della rivoluzione d’Ottobre.

(…)

I leader bolscevichi parlarono allora apertamente della fame come di uno strumento per impartire ai contadini una lezione pavloviana: chi non accetta la collettivizzazione (che i contadini definivano la ‘seconda servitù’) e non lavora sui campi collettivi non mangia.

Ma discussero anche, e presero, provvedimenti importanti in materia nazionale, e fu avviata una grande operazione repressiva contro l’Ucraina e gli ucraini.

I morti furono così quattro milioni in pochi mesi.

Poiché ‘un adulto in buone condizioni ci mette circa due mesi a morire di fame’, il balzo straordinario della mortalità rurale da febbraio a giugno 1933 deriva senza dubbio dalle terribili requisizioni punitive ordinate a fine 1932, che determinarono il rapido esaurirsi delle riserve dei contadini e di quelle offerte dalla natura (pesci, selvaggina, ecc.).

Ciò è tanto più vero perché l’ondata di requisizioni, sanzionata da una risoluzione dell’Ufficio politico del 14 dicembre, fu aggravata a gennaio 1933 dalla decisione di impedire ai contadini ucraini di abbandonare i loro villaggi alla ricerca di cibo, condannandoli a morte sicura (…)

Il contenuto stesso dell’appena ricordata risoluzione dell’Ufficio politico conferma il tono apertamente politico e anti-ucraino dell’Holodomor [“sterminio per fame”]…

Nei due anni successivi un’ondata repressiva, scandita da suicidi importanti tra i quali quello del capo del nazional-comunismo ucraino, Mykola Skrypnyk, già amico personale di Stalin, si abbatté sui quadri politici e intellettuali del paese. Le vittime furono decine di migliaia, anticipando in Ucraina le grandi purghe sovietiche del 1936-1938.”