Addio a Gigia Cannizzo, coraggiosa sindaca antimafia di Partinico

Gigia Cannizzo (Foto antimafiaduemila.com)

È scomparsa a 91 anni, il 5 marzo, Gigia Cannizzo, grande sindaca di Partinico negli anni ’90.

I funerali avranno luogo il 10 marzo nella chiesa Madre di Partinico.

“Una donna che come poche si è battuta per i diritti di tutti e di tutte, per la legalità e l’ambiente e che ha speso ogni giorno della sua vita per costruire il futuro”, ha detto Leoluca Orlando, sindaco di Palermo.

La scomparsa di Gigia Cannizzo ha colpito profondamente non solo la Sicilia ma l’Italia che si batte contro le mafie e la corruzione.

Gigia Cannizzo è stata un simbolo della rivolta morale e politica dell’Italia dei primi anni ’90. A Partinico ha lasciato un ricordo indelebile. È stata un’amministratrice capace e coraggiosa.

La ricordiamo con ammirazione e gratitudine.

 

Di seguito: il comunicato dell’Ansa, il messaggio della Commissione straordinaria comunale, il messaggio di Leoluca Orlando, il ricordo di Sandro Vitale, compagno di battaglie di Peppino Impastato, e, sempre di Vitale, “Partinico zona grigia”.

 

“Rigore morale e capacità amministrative”

ANSA – Partinico, 5 marzo 2021

 

“Si è spenta a Roma all’età di 91 anni l’ex sindaco di Partinico Gigia Cannizzo. Ex provveditore agli studi di Trapani, Gigia Cannizzo fu tra i primi sindaci donna antimafia della provincia dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio.

Molto vicina a Leoluca Orlando, amministrò Partinico per quasi due legislature. Fu eletta per la prima volta nel 1993 con il movimento politico “La Rete”, fondato proprio da Orlando, trovando poi la riconferma per un secondo mandato.

Icona antimafia, viene ancora oggi ricordata per essere stata una sindaca intransigente. Il suo rigore morale e le sue capacità amministrative agitarono le cosche locali. Rimase sotto il bersaglio delle minacce per tutto il periodo in cui rivestì la carica di sindaco.

Dopo aver rifondato la macchina burocratica degli appalti pubblici fu costretta a vivere sotto scorta a causa delle numerose intimidazioni mafiose. Nel 1998 fu trasferita per alcuni giorni in una località protetta dopo aver ricevuto a casa una lettera di minacce di morte con dei proiettili.

Durante la carica di primo cittadino le venne assegnato il titolo di commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana per le sue molteplici attività professionali, culturali, sociali, politiche ed amministrative.

Plurilaureata, ricevette anche numerosi incarichi dal ministero dell’Istruzione. La sua ultima uscita pubblica risale allo scorso settembre. Le sue condizioni di salute, data l’età avanzata, negli ultimi tempi erano peggiorate. A causa di una crisi respiratoria da tre giorni era ricoverata al Policlinico “Gemelli” di Roma, città in cui viveva da anni e dove si è spenta questa mattina.”

 

“Memoria viva in tutto il territorio”

Il ricordo della Commissione straordinaria comunale

 

Il Consiglio comunale di Partinico è stato sciolto dal governo per ingerenze mafiose il 28 luglio 2020. A reggere le sorti del Comune è stata nominata dal Ministero degli interni una Commissione straordinaria composta da tre commissarie. La Commissione ha diffuso la seguente nota di cordoglio.

“Apprendendo con vivo rammarico la scomparsa della dott.ssa Gigia Cannizzo, già sindaco del Comune di Partinico, la cui memoria è ancora viva in tutto il territorio e il cui impegno a favore della collettività è tutt’ora presente nelle opere di alto recupero che ha lasciato a testimonianza del profondo amore per le alte tradizioni storiche ed artistiche del Comune di Partinico, rivolgiamo commosse, l’ultimo saluto alla prima donna, che con riconosciuto onore, ha svolto l’incarico di sindaco di Partinico. Concetta Caruso, Maria Baratta, Isabella Giusto.”

 

“Attivista, educatrice, amministratrice

meravigliosa”

Il cordoglio del sindaco Orlando

 

Questo il messaggio di cordoglio del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, leader negli anni ’90 della “Rete”, movimento nel quale militava Gigia Cannizzo.

“Tutta la Sicilia e non solo la comunità di Partinico hanno perso oggi, con la scomparsa di Gigia Cannizzo, una donna, un’attivista, un’educatrice, un’amministratrice meravigliosa. Una persona che ha vissuto con passione e intensità per la propria città, per i propri concittadini, per la Sicilia. Una donna che come poche si è battuta per i diritti di tutti e di tutte, per la legalità e l’ambiente e che ha speso ogni giorno della sua vita per costruire il futuro”.

 

“La parte migliore di Partinico”

di Salvo Vitale

 

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

Questo il suo ricordo pubblicato su telejato.it

 

“Gigia se n’è andata all’alba. Dall’alto dei suoi 92 anni e dall’alto della sua “Torre di Giambruno” ha portato con se la parte migliore del paese di Partinico.

La sua doppia sindacatura, dal 1994 al 1999 è rimasta nella memoria dei partinicesi come quella di un momento felice in cui era possibile ribaltare il secolare andazzo delle cose e tracciare il solco di una nuova strada dove cultura e competenze fossero punti di riferimento.

Quando nel 1994 venne proposta la sua candidatura a sindaco, nessuno ci credeva. Erano i tempi in cui ancora i ras della Democrazia Cristiana, seguaci o eredi dei vari Avellone, Chimenti, Governanti, Lombardo, molti dei quali transitati nella neonata Forza Italia, ancora avevano il controllo di consistenti fasce dell’elettorato del paese.

Dalle stalle di Valguarnera i Fardazza, alleati dei Corleonesi di Riina e Provenzano, dettavano legge.

Eppure quella piccola donna, con il suo prestigio di donna di cultura, di Provveditore agli studi a Trapani, con le sue passate attività nella Fuci [Federazione universitaria cattolica italiana] partinicese degli anni ’60, riuscì a far piazza pulita delle vecchie facce e a rappresentare la voglia di riscatto e di cambiamento che nei comuni vicini era espressa da altri sindaci come Manlio Mele a Terrasini, Gaglio a Cinisi, Maria Maniscalco a San Giuseppe Jato, Pietro Puccio alla Provincia, Leoluca Orlando a Palermo e da tanti altri frettolosamente etichettati come espressione “dell’antimafia”, dopo la stagione delle stragi del ’92.

Gigia portò avanti con dignità e serietà l’attività amministrativa, al punto da provocare lamentele e congiure nella parte più retriva del paese, anche all’interno di quel partito, il PD, che avrebbe dovuto sostenerla e che invece fu il primo a firmare la mozione di sfiducia.

Non si può non ricordare, della sua amministrazione, l’acquisto, da parte del Comune, della Cantina Borbonica, il Piano regolatore, che ha salvaguardato il poco rimasto del cosiddetto “centro storico” e la pubblicazione della “Storia della Sala di Partinico”, del Villabianca, curata dal prof Nunzio Cipolla.”

 

“Partinico zona grigia”

di Salvo Vitale

 

Quella che segue è la parte iniziale di un testo, molto approfondito e dettagliato, pubblicato sul sito antimafiaduemila.com il 12 luglio 2019.

 

“Partinico: 30 mila abitanti, a 15 km dall’aeroporto di Punta Raisi, a 25 da Palermo, a 70 da Trapani. A metà strada tra le due province, con un invaso che garantisce acqua a Palermo e molto meno alle campagne circostanti, per cattiva organizzazione. E comunque l’agricoltura è ancora un settore, oggi in forte crisi, ma che ancora tira.

In passato è stato un centro di lotte per l’emancipazione, di battaglie democratiche, ma anche di controllo capillare di ogni spazio di potere attraverso la politica da una parte, la mafia dall’altra.

Gli anni 50 sono monopolizzati da notevoli figure passate alla storia, dal bandito Salvatore Giuliano, originario di Montelepre, ma di casa a Partinico, grazie alle sue alleanze con mafiosi e banditi locali, a Santo Fleres, a Nenè Geraci, componente della cupola mafiosa sino alla sua morte, a Frank Coppola, che, assieme a Tano Badalamenti e a Buscetta apre la strada ai traffici di droga con l’America.

Negli ultimi ani il vessillo di “Cosa Nostra” è stato portato alto dai “Fardazza”, soprannome della famiglia mafiosa dei Vitale, sostenitori di Bernardo Provenzano e padroni assoluti dell’economia illegale del territorio.”

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