Non una riga per quelle 39 vittime. Il razzismo dell’omertà nazionale

Il razzismo del silenzio è il peggiore. Quello della cattiveria almeno ti prende in considerazione. Almeno suscita la reazione di chi non ha perduto l’umanità.

Il razzismo del silenzio, invece, grida: tu non conti nulla. Tu non meriti la nostra attenzione, né la nostra pietà. Tu non sei.

I maggiori quotidiani italiani non hanno dedicato una riga alle 39 vittime, tra cui 4 bambini, del naufragio di due imbarcazioni che dalla Tunisia si stavano dirigendo verso l’Italia, in direzione di Lampedusa, avvenuto mercoledì 9 marzo. 165 migranti sono stati salvati.

Solo Avvenire e Il Manifesto ne hanno scritto, e con giusto rilievo.

Il Corriere della sera, la Repubblica, La Stampa, Il Fatto quotidiano non una riga. Le loro edizioni online hanno fatto fuggevolmente trapelare la notizia, subito fatta sparire. Le edizioni cartacee, di cui ho ripetutamente sfogliato le edizioni digitali, hanno ignorato completamente la tragedia. Tutti giornali di centrosinistra, più o meno. Lasciamo stare quelli di destra.

Tanto spazio al razzismo nella casa reale inglese. Ma ignorare quei poveri morti è un razzismo peggiore. Non contano nulla. Non ci riguarda. Fatti loro. Questo grida il razzismo del silenzio.

Fatti loro?

Sono le vittime non solo dei trafficanti e di potenti personaggi del luogo, che si spartiscono il bottino dei viaggi della speranza, ma soprattutto dei muri creati dalle politiche migratorie italiane ed europee.

Muri legislativi e militari. Ci riguardano, eccome, quelle povere vittime.

La pandemia del Covid dilaga, le preoccupazioni sono altrove, si dirà. Ma guardateli i giornali, cartacei e online, guardatele le televisioni.  Il Covid non impedisce che vi dilaghino chiacchiere e idiozie a non finire. Per queste c’è sempre posto.

Il 20 febbraio c’era stato un altro naufragio nel Mediterraneo con 41 morti, tra cui 3 bambini.

Il 28 febbraio altro naufragio di un barcone partito dalla Libia: 15 morti.

Tutto questo soltanto nelle ultime tre settimane.

Non ci riguardano quei morti?

Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, proprio il giorno dell’ultimo naufragio aveva diffuso un comunicato che, come ricorda Nello Scavo su “Avvenire”, è  un vero e proprio atto di accusa:

“I paesi europei non riescono a proteggere i rifugiati e i migranti che cercano di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo”, le loro politiche migratorie sono “causa di migliaia di morti evitabili”.

Migliaia di morti evitabili.

Mai adeguarsi al feroce razzismo del silenzio. Quelle donne, quei bambini, quegli uomini che muoiono in mare mentre cercano un futuro migliore sono nostri. Nostri.

Il governo di unità nazionale non può essere un governo di omertà nazionale di fronte a queste stragi.

 

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