Ricordando Hans Scholl, Sophie Scholl e Christoph Probst del gruppo antinazista della Rosa Bianca uccisi il 22 febbraio 1943

Da sinistra: Hans Scholl, Sophie Scholl, Christoph Probst

Dal 3° volantino della Rosa Bianca

“Ma se un uomo non ha più la forza di reclamare i propri diritti, allora sì che egli deve inevitabilmente perire. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino a oggi. Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate a opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra colpa.”

 

Il 22 febbraio 1943 il Tribunale nazista di Monaco di Baviera condanna a morte i fratelli Hans (25 anni) e Sophie Scholl (22),  e il loro amico Christoph Probst (24), appartenenti al gruppo resistente della Weisse Rose, la Rosa Bianca, e lo stesso giorno la sentenza viene eseguita nel carcere di Monaco-Stadelheim.

Il processo agli altri tre appartenenti alla Rosa Bianca, Alexander Schmorell (25), Willi Graf (25) e il prof. Kurt Huber (50) si svolgerà il 19 aprile. L’esecuzione di Schmorell e Huber avrà luogo il 13 luglio, quella di Graf il 12 ottobre.

Il piccolo gruppo della Rosa Bianca diffondeva volantini che spronavano i tedeschi alla resistenza e al sabotaggio.

 

Il compimento interiore della propria persona

“Anche nel caos più tremendo l’importante è che ognuno raggiunga la meta della sua vita, la sua salvezza, che non può consistere in un successo esteriore, bensì solo nel compimento interiore della propria persona. Perché la vita non comincia con la nascita per finire con la morte: anche la vita, in quanto grande compito del “divenire uomo”, è una preparazione per un’esistenza in un’altra, nuova forma. E a questo compito servono alla fin fine tutti gli altri compiti e avvenimenti più o meno grandi della vita. Certo, noi ancora non ne riconosciamo il nesso interiore, però sappiamo che devono avere un senso. Solo più avanti, un giorno cadrà una luce su tutte le cose della nostra vita, facendocele riconoscere chiaramente.”

Christoph Probst, Lettera al fratello Dieter, 27 luglio 1942

(da La Rosa Bianca. Volti di un’amicizia, Itaca, 2005, p. 22)

 

Che fresco senso di serenità e di pace!

“Sul mio comodino ci sono due rose. Lungo la foglia e lungo gli steli, che sono immersi nell’acqua, si sono allineate delle minuscole perline. Come è bello e puro questo spettacolo! Che fresco senso di serenità e di pace irradia! Che esista una cosa del genere; che il bosco continui a crescere così, semplicemente, e così il grano e i fiori; che idrogeno e ossigeno si siano uniti per formare queste meravigliose e tiepide gocce di pioggia estive: a volte prendo coscienza di ciò in modo così potente, che ne sono completamente invasa e non mi rimane lo spazio neanche per un singolo pensiero. Tutto questo esiste, nonostante l’uomo, in mezzo a tutto il Creato, si comporti in modo talmente disumano che non si può nemmeno definire animale. Anche solo il fatto che tutto ciò esista è già una grande grazia.”

Sophie Scholl, Lettera a Fritz Hartnagel, 17 giugno 1940

(da Hans e Sophie Scholl, Lettere e diari, Itaca, 2006, p. 166)

 

La vita è una grande avventura verso la luce

“Mai la mia stima per la purezza del tuo cuore è stata così grande come in questi giorni, quando la mia vita è esposta ad un pericolo costante. Ma poiché io stesso ho scelto il pericolo, devo dirigermi libero, senza vincoli, là dove potrò incontrarlo. Ho già percorso molte strade sbagliate, e lo so, gli abissi si schiudono, la notte più buia circonda il mio cuore che sta cercando – ma vi precipito dentro. Sono grandi queste parole di Claudel: La vie, c’est une grande aventure vers la lumière.”

Hans Scholl, Lettera a Rose, 16 febbraio 1943

(da Hans e Sophie Scholl, Lettere e diari, Itaca, 2006, p. 128)

 

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