Nello Scavo dall’Ucraina: “Gli orrori di Izyum hanno un volto: esumate 440 salme di prigionieri torturati” (“Avvenire”, 28 febbraio 2023)

Ucraina, Izyum: fosse comuni con le immagini delle vittime (foto Ansa / Afp – da “Avvenire”)

“L’inferno in cifre: «194 corpi di sesso maschile; 215 corpi di sesso femminile; 22 corpi di militari; 5 corpi di bambini; 11 resti non identificati». Un totale di 440 cadaveri. A Izyum è andata peggio di Bucha. Non per i numeri, ma per la ferocia sadica di chi più per capriccio che per necessità voleva imporre la legge dell’invasore facendo ascoltare i supplizi alla gente di fuori, chiusa in casa disperando che la resistenza arrivasse.”

Nello Scavo, “Avvenire”, 28 febbraio 2023

 

“Ucraina. Gli orrori di Izyum hanno un volto: esumate 440 salme di prigionieri torturati”

di Nello Scavo

inviato a Odessa, “Avvenire”, 28 febbraio 2023

 

Izyum, fossa comune (Ansa – da “Avvenire”)

 

Ce n’è voluto di tempo. Uno alla volta. Interrogati, torturati, orribilmente seviziati. Compresi cinque bambini. E cinque numeri su un fascicolo per riassumere l’inferno in cifre: «194 corpi di sesso maschile; 215 corpi di sesso femminile; 22 corpi di militari; 5 corpi di bambini; 11 resti non identificati». Un totale di 440 cadaveri.

A Izyum è andata peggio di Bucha. Non per i numeri, ma per la ferocia sadica di chi più per capriccio che per necessità voleva imporre la legge dell’invasore facendo ascoltare i supplizi alla gente di fuori, chiusa in casa disperando che la resistenza arrivasse.

Mancavano da mettere insieme gli ultimi pezzi, quel che resta di un uomo mutilato quand’era ancora vivo. «Per ucciderli hanno risparmiato proiettili», dice un medico. Non per ridurre lo spreco di munizioni, ma per impiegare il tempo nelle camere delle torture.

Ad alcuni hanno amputato le mani durante gli interrogatori, ad altri i piedi, molti hanno segni di coltellate profonde e reiterate.

C’è chi è morto dissanguato dopo essere stato evirato. E cosa abbiano fatto alle donne prima di ucciderle, ciascuno lo può immaginare.

Ieri i tecnici forensi hanno finito il lavoro in mezzo alle croci nel bosco, tra le buche di fango dove i russi prima di scappare avevano gettato i corpi. Sul registro degli esperti forensi internazionali l’ultima pagina si chiude con poche righe.

Da ottobre, quando i russi sono stati costretti alla ritirata, lavoravano nelle fosse comuni, con il timore che insieme ai resti umani i soldati avessero gettato delle mine, come poi è stato accertato con il lavoro degli artificieri che hanno messo in sicurezza l’area.

Anche a Snigurivka, più a Sud in direzione di Kherson, gli occupanti prima di essere messi in fuga hanno minato il cimitero, e uno sminatore ucraino ci ha rimesso le gambe.

Non è un caso che proprio ieri il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha spiegato che l’invasione russa ha provocato «le più massicce violazioni dei diritti umani di questi tempi». Lo ha detto nel suo intervento al Consiglio per i diritti umani a Ginevra. «L’ufficio dell’alto commissario per i diritti umani – ha ricordato Guterres – ha documentato decine di casi di violenze sessuali collegate al conflitto a danni uomini, donne e ragazze”.

Ieri la first lady ucraina Olena Zelenska ha chiesto alle Nazioni Unite l’istituzione di un tribunale speciale per i crimini commessi dai russi, in modo che «un’aggressione» come l’invasione del suo Paese «non possa accadere di nuovo».