Ci ha lasciato don Giovanni Nicolini, innamorato della Bibbia e dei poveri, dei carcerati e dei malati

Don Giovanni Nicolini (Mantova, 20 marzo 1940 – Bologna, 26 febbraio 2024)

Don Giovanni Nicolini si è spento il 26 febbraio scorso, prossimo agli 84 anni. Una grande folla gli ha dato l’ultimo saluto nella cattedrale di San Pietro a Bologna. Il cardinale Matteo Zuppi ha presieduto la concelabrazione della messa e ha pronunciato una intensa e commossa omelia. Figlio spirituale di don Giuseppe Dossetti, don Giovanni è stato un prete innamorato della Bibbia e dei poveri, degli ammalati e dei migranti, dei carcerati e di tutti gli esclusi. Lascia una testimonianza indelebile. È stato anche amico della Rosa Bianca, nostro amico.

Pubblichiamo due articoli di Massimo Selleri per “Il Resto del Carlino”, lo storico giornale di Bologna. E diamo, infine, alcuni link per conoscere meglio questa grande figura di uomo  e di prete.

 

Addio a don Nicolini. Una vita in prima linea per aiutare i più deboli e diffondere speranza

di Massimo Selleri, “Il Resto del Carlino”, 27 febbraio 2024

 

Il sacerdote è morto all’età di 83 anni dopo una breve malattia. Con la sua ‘Associazione delle Famiglie della Visitazione’. ha aiutato poveri, tossicodipendenti, malati terminali e stranieri

Addio a don Nicolini. Una vita in prima linea per aiutare i più deboli e diffondere speranza

Bologna, 27 febbraio 2024 – Trasmettere ragioni di vita e di speranza; conoscere senza giudicare; la pace come ponte tra le diversità. Non è possibile disegnare un ritratto di don Giovanni Nicolini senza tenere conto di questi tre tratti che hanno contraddistinto il suo quotidiano fino alla giornata di ieri, quando si è spento dopo mezzogiorno a causa di una breve malattia legata all’intervento chirurgico necessario per ridurre la frattura di un femore.

Don Giovanni nasce a Mantova nel 1940 e nel 1959 si iscrive alla facoltà di medicina all’Università di Padova, ma dopo un solo anno di frequenza la sua sete di sapere lo porta a dirottare i suoi studi verso la filosofia. Frequenta, così, l’Università Cattolica di Milano, e a 23 anni sente di essere chiamato alla vocazione sacerdotale.

Dopo essersi laureato si sposta a Roma dove si iscrive alla facoltà di teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Durante il tempo della formazione fa suo uno dei principi della Gaudium et Spes, il principale documento del Concilio Vaticano II, decidendo ‘di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza’.

Con il permesso del Cardinal Lercaro l’estate la trascorre nella ‘rossa’ Bologna dove, nascondendo il fatto di essere un futuro prete, lavora come operaio agli impianti dell’azienda Calzoni al Santa Viola. “Della nostra diocesi – raccontava agli amici – ho conosciuto prima la casa del popolo e poi la casa di Dio. Gli amici della fabbrica sapevano che ero uno studente e mi chiedevano di andare a parlare del Concilio nei loro circoli pensando che io fossi un laico rivoluzionario. Rimasero sorpresi quando diventai diacono, ma questo non intaccò il nostro rapporto”.

Dal cardinal Poma riceve l’ordinazione diaconale nel 1967 e nel 1972 quella presbiterale.

Dal 1977 al 1999 ha guidato le Parrocchie di Sammartini, di Ronchi di Crevalcore e di Caselle di Crevalcore e all’inizio di questa esperienza, su indicazione di don Giuseppe Dossetti, fonda l’associazione di fedeli denominata ‘L’associazione delle Famiglie della Visitazione’, riconosciuta canonicamente come comunità di vita consacrata dal cardinale Giacomo Biffi nel 2003.

Con questa comunità si occupa degli ultimi dai poveri ai tossicodipendenti e dai malati terminali di Aids agli stranieri, costruendo una serie di cooperative ad hoc per la loro integrazione e il loro sostegno.

“Non ci sentivamo pronti per accogliere chi non parlava la nostra lingua – sono sempre le parole di don Nicolini – e facemmo una veglia per mettere davanti al Signore questo nostra mancanza. Fummo noi ad andare a lezione da loro e a capire che la pace e convivenza non sono una tregua armata, ma una serie di ponti tra le diversità”.

Dal 1998 al 2006 è stato anche Vicario Episcopale per il Settore Carità e Cooperazione missionaria tra le Chiese e nel 1999 il cardinal Biffi lo ha nominato parroco di Sant’Antonio da Padova a La Dozza, la parrocchia che ha nel suo territorio il carcere della Dozza. In altre parole arriva l’investitura (pratica) ad occuparsi dei detenuti.

Tra le centinaia di reclusi di cui si occupa, fa la conoscenza anche di Anna Maria Franzoni che viene accolta proprio nei locali della chiesa durante i permessi di lavoro. “La notizia fece molto clamore – disse il sacerdote –, ma non c’era nulla di anomalo. Fu condannata per aver ucciso il figlio, ma io non ho mai detto che l’avesse ucciso. Stava scontando la sua pena: conoscevo i fatti ma non ho mai pensato di poter giudicare qualcuno. Come cristiano io devo perdonare e, infatti, diventammo amici”.

Dal 2009 al 2023 è stato anche vicario Curato di Sant’Orsola nel Policlinico e nel 2017 ha ricoperto l’incarico di assistente spirituale nazionale delle Acli.

Infine dal 1998 al 2018 ha curato una rubrica settimanale sulle pagine del Carlino il cui titolo, ‘Cose di questo mondo’, venne suggerito dal cardinal Biffi.

Per conoscere la Comunità delle Famiglie della Visitazione VEDI

Intervista a Monica Mondo per TV 2000 VEDI

Intervista alla rivista Ambiente di cui curava la rubrica Uguali VEDI