Con Nataliya, che ha dato la vita per i suoi amici

Nataliya Dimitrova Beliyova

La storia di Nataliya Dimitrova Beliyova ha attraversato come un lampo le nostre cronache. Poi il silenzio: non era un omicidio, non era uno scandalo.

Nataliya ha salvato da un incendio i due anziani che stava assistendo. Ma lei non è riuscita a salvarsi.

La ricordiamo in questi giorni solenni. A lei si addicono.

 

 

Più che le cronache banali, che scavano per mesi nel nero, a lei si addice la luminosa solennità della memoria della Settimana Santa. A lei si addice la memoria dolorosa che riconcilia con la vita. E apre squarci di luce nell’ora più buia.

A lei, una delle innumerevoli, semplici, grandi donne venute da lontano per dare un futuro ai loro figli assistendo giorno e notte i nostri anziani. “Non c’è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici”, dice Gesù nel grande discorso dell’Ultima cena nel Vangelo di Giovanni.

Che risuoni in qualche sacra memoria, liturgica o domestica, anche il nome di Nataliya.

Aveva 57 anni e da una quindicina aveva lasciato la Bulgaria e lavorava in Italia come badante. Meglio sarebbe dire assistente familiare, come giustamente vogliono essere chiamate. Assistono, non badano. Si bada alle bestie.

Nataliya viveva a Cicerale, paese in provincia di Salerno. Ma stava prestando servizio presso una coppia di anziani, Concettina e Elio Iemma, 86 e 88 anni, a Battipaglia, distante una quarantina di chilometri.

Come ha scritto Stefania Battista sul quotidiano salernitano “La Città”, nell’abitazione dei due anziani è scoppiato un incendio nella notte tra il 7 e l’8 marzo scorsi. Nataliya ha immediatamente telefonato ai Vigili del Fuoco e alla figlia della coppia.

Ancora in pigiama e scalza ha portato in salvo uno alla volta i due anziani. Poi è rientrata cercando di recuperare il suo borsone. Ma non ce l’ha fatta. Il fumo l’ha soffocata.

A Cicerale il sindaco ha proclamato il lutto cittadino e tanta gente, compatibilmente con l’emergenza Covid, ha partecipato ai funerali, celebrati nella chiesa di San Giorgio Martire dal parroco don Damiano Modena.

Da Sanremo, dove risiede, è arrivata la figlia, Alyna, col marito e i due figli. L’altro figlio di Nataliya vive in Bulgaria e a causa la pandemia non ha potuto essere presente. Per dare un futuro ai suoi figli Nataliya aveva scelto di fare quel  duro lavoro in un paese lontano. Ora riposa a Cicerale.

Ci vuole una tragedia e un atto di eroismo perché ci accorgiamo di loro? E magari soltanto fugacemente?

Le assistenti familiari sono almeno un milione in Italia, ma neanche la metà sono censite dall’Inps. Nelle stragrande maggioranza sono straniere.

Tengono in piedi il nostro sistema di assistenza alle persone non autosufficienti. Tengono in piedi le nostre famiglie. Senza di loro salterebbe il sistema e salterebbero le famiglie.

Se questo nostro paese fosse meno avvelenato dall’odio contro i migranti sparso da tanta politica volgare, noi dovremmo ogni giorno ringraziare queste donne immigrate. E renderci conto degli enormi sacrifici che fanno per noi e che nessuna retribuzione può pagare.

Il governo sta finalmente sostenendo le famiglie con figli. Era ora, dopo tante chiacchiere, anche cattoliche, sulla famiglia, mai accompagnate da provvedimenti conseguenti.

Ma l’altro aspetto delle difficoltà in cui versano le famiglie è l’assistenza agli anziani e soprattutto alle persone non autosufficienti. Che stanno aumentando vertiginosamente. È un dramma sociale perché non riconosciuto e sostenuto.

Ci vogliono serie agevolazioni fiscali e seri sostegni per aiutare le famiglie, far uscire dal nero tanta assistenza, pagare adeguatamente chi svolge un così delicato e duro lavoro.

Se tante e odiose parole contro i migranti fossero spese per far crescere questa consapevolezza e far prendere le necessarie e urgenti decisioni, le nostre famiglie starebbero meglio.

E meglio starebbero le assistenti familiari. Che salvano le nostre vite anche nella normalità di ogni giorno, non solo nella straordinarietà di una commovente ed eroica vicenda come quella di Natalia Dimitrova Beliyova.

 

Editoriale pubblicato sul settimanale “Vita trentina” uscito l’1 aprile 2021 con data domenica 4 aprile 2021.

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