Valdastico, il peso delle elezioni

Foto ladige.it

La Valdastico è la peggior minaccia ambientale che incombe sul Trentino.

Ed è la questione più grave sulla quale si voterà il 20 e 21 settembre in Trentino.

Perché se nei Comuni vinceranno le liste contrarie a quest’opera dannosa, inutile e costosa sarà difficile per la giunta provinciale, che la vuole, far finta di niente.

È una questione che riguarda tutto il Trentino, non solo la Vallagarina dove, a sud di Rovereto, è prevista ora l’uscita di questa megastrada e galleria di collegamento tra Veneto e Trentino.

La grave questione riguarda tutti. Oggi come ieri, quando l’uscita era prevista più a Nord, a Besenello. Per anni il paese di Besenello si è strenuamente battuto contro il progetto per difendere la vivibilità del proprio territorio. Insieme a persone, associazioni, esponenti politici di tutto il Trentino che da sempre si battono contro la Valdastico.

Sono tornato alcuni mesi fa a Besenello per un incontro pubblico. Paese civile e ricco di iniziative di vera solidarietà.

Ma ho anche detto: scusate, dopo battaglie durate decenni contro la Valdastico, perché molti paesani hanno votato i partiti che la vogliono fare? Si chiama suicidio o no?

O è perché adesso spostano altrove l’uscita della mega strada-galleria? Ma se era un’opera sciagurata per voi, perché non dovrebbe esserlo per gli altri?

Un’opera così imponente, dalle pesantissime conseguenze in termini di degrado ambientale, rottura di fragili equilibri, inquinamento per l’accumulo di traffico va nella direzione opposta a quella che dovremmo tutti, insieme, seguire: la via di uno sviluppo sostenibile per salvare il pianeta.

Salvare il pianeta, non solo il nostro Comune, il nostro Trentino.

Salvare il pianeta.

Lunedì 1 settembre papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale di preghiera e azione per la cura del Creato, ha detto:

Stiamo spremendo i beni del pianeta. Spremendoli come un’arancia.

Bisogna invertire la rotta. La rotta di uno sviluppo dissennato, che aumenta traffico, veleni, sperpero di territorio e risorse naturali.

In questi tempi di coronavirus quanti discorsi si sono fatti sui concetti di limite, di fragilità, di cura della salute delle persone e dell’ambiente naturale. I beni più preziosi. I più fragili. I più minacciati.

La situazione del clima peggiora di anno in anno.

Tante chiacchiere e poi si moltiplicano i fattori di inquinamento e degrado ambientale, di cui la Valdastico è il peggiore che si prospetta per quanto ci riguarda più da vicino.

 

 

Perché la si vuole?

Ormai la storia dura da cinquant’anni. Per togliere traffico alla Valsugana, si dice. Un problema molto serio.

Ma gli studi più attendibili finora presentati, come quelli dei professori Folloni, Gorla e Zucchetti del Politecnico di Milano, dimostrano che la realizzazione della Valdastico toglierà in minima parte il traffico dalla Valsugana, tanto che il problema rimarrà nella sostanza tale e quale.

Non ci sono, invece, studi seri che provino il contrario. Che con dati altrettanto attendibili dimostrino che la Valdastico toglierà molto traffico alla Valsugana. Questi studi non ci sono. E non ci sono perché non ci possono essere.

Il partito del  “traforo dorato” è però molto forte. La costruzione della Valdastico fa gola ai signori del cemento e delle gallerie, potenti in Trentino e in Veneto.

Molti Comuni hanno preso posizione contro questa opera inutile, costosa, dannosa.

Adesso tocca al singolo cittadino dire il suo no, bocciando alle elezioni comunali i partiti che la vogliono. Bisogna invertire la rotta, non a parole, ma con scelte concrete.

Dobbiamo salvare non solo i nostri territori, i nostri Comuni, ma il pianeta.

Voltare pagina. Una volta per sempre.

 

Pubblicato sul quotidiano “Trentino” il 3 settembre 2020.