Archivio della parola chiave: Profughi/rifugiati

“I bimbi di Lesbo e il pieno dovere di intervenire di chi ha potere”

Foto da “Avvenire”.

Pubblichiamo la lettera di un lettore al direttore di “Avvenire” sulla situazione dei bambini profughi sull’isola di Lesbo e la sua risposta che chiama in causa chi deve intervenire dopo la risposta del presidente del Parlamento europeo David Sassoli al nostro appello del 14 gennaio.

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Trump guidò la politica di distruzione delle famiglie migranti. E non si trovano più i genitori di 545 bambini

L’azione più vergognosa e disumana della politica di Trump è stata la separazione dei bambini dai loro genitori quando venivano arrestati dopo aver illegalmente attraversato il confine tra Messico e Stati Uniti.

La decisione venne adottata nella primavera del 2018 nell’ambito della politica di “tolleranza zero” verso gli immigrati e portò alla deportazione e separazione di circa 3.000 bambini, anche molto piccoli, 60 di loro di età inferiore ai 5 anni.

Gli uni e gli altri rinchiusi in centri di detenzione diversi e molto distanti.

Una spietata barbarie.

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Rilanciato l’appello al presidente Sassoli per salvare i bambini profughi sull’isola di Lesbo

L’appello che, giovedì 14 gennaio, abbiamo lanciato sul giornale “Trentino” perché il presidente del Parlamento europeo, David Maria Sassoli, si faccia promotore di una iniziativa urgente per salvare i bambini profughi sull’isola greca di Lesbo è stato rilanciato a livello nazionale da Laura Rozza Giuntella che ha raccolto in poche ore un significativo numero di firmatari.

Questo l’appello con i firmatari che è stato consegnato al presidente del Parlamento europeo:

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L’Etiopia e i sogni di Agitu

Le spoglie di Agitu Ideo Gudeta torneranno nella sua amata Etiopia. Grande Paese che l’aveva fatta soffrire e poi sperare. E ancora soffrire ultimamente per la guerra civile in Tigray, la regione del Nord, al confine con l’Eritrea . Guerra scoppiata in novembre e oscurata dal governo di Abiy Ahmed, premio Nobel per la pace 2019 per l’accordo con l’Eritrea che aveva posto fine a un sanguinoso conflitto.

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Un nastro rosso per salutare Agitu

Le spoglie di Agitu Ideo Gudeta torneranno in Etiopia per il funerale e la sepoltura lunedì 11 gennaio 2021.

 

Al cimitero di Trento, sabato 9 gennaio 2021 alle ore 11, ci sarà una celebrazione religiosa per l’ultimo saluto ad Agitu da parte della comunità che l’ha accolta e che lei ha arricchito con la sua presenza, la sua intelligenza, il suo lavoro, il suo amore.

 

Il Comitato delle Associazioni per la Pace di Rovereto, la Casa delle Donne di Rovereto, il Coordinamento Associazioni Vallagarina per l’Africa, l’Anpi Trentino invitano chi vuole simbolicamente partecipare al saluto (data l’emergenza Covid che vieta gli spostamenti da un Comune all’altro) ad appendere al balcone della propria abitazione un nastro rosso.

Leggi il volantino dell’iniziativa

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Cancellati i decreti sicurezza

Con la cancellazione delle norme più disumane dei decreti cosiddetti “sicurezza”, approvata dal governo lunedì notte 5 ottobre, l’Italia torna ad essere un paese civile.

Non sarà più respinta, ad esempio, una persona verso uno Stato quando rischi di subire “trattamenti inumani o degradanti”, non solo la tortura, è scritto nell’art. 1 del nuovo decreto.

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Quando la verità si fa strada

Se un preside o un autista di autobus o un dirigente d’azienda o un infermiere commettessero atti irrazionali e irragionevoli con pesanti conseguenze per gli studenti, i passeggeri, i lavoratori, i malati cosa accadrebbe?

È facile immaginarlo. Indignazioni, proteste, punizioni, cause giudiziarie, magari licenziamenti. E la pubblica gogna. Non così per i politici.

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Eglantine Jebb: salvare i figli dei nemici

Eglantine Jebb

Il volantino che Eglantyne Jebb e Barbara Ayrton Gould distribuiscono in Trafalgar Square, nel cuore di Londra, il 19 aprile 1919 è un pugno nello stomaco: un bambino denutrito, la testa sproporzionata, gli occhi sbarrati e smarriti.

Milioni di bambini come questo, recita il testo,  stanno morendo di fame. Basta sanzioni economiche!

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La tragedia dei profughi sul confine greco-turco

Gli elicotteri italiani in uso all’esercito turco del “cattivo” Erdogan sono macchine micidiali. Un’arma insostituibile per il secondo esercito della Nato (29 Paesi). Sono gli Agusta A 129 Mangusta, prodotti in Italia o costruiti in Turchia su licenza della Leonardo italiana, la nostra azienda di Stato. Florida azienda. Le “prodezze” dell’elicottero contro i curdi sono state filmate dai turchi nel febbraio di due anni fa.

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Lager libici: l’Italia finge di non sapere

Nulla è cambiato per i migranti detenuti nei lager libici. Ricatti, violenze, torture, morte continuano. L’ha ribadito nei giorni scorsi Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite nel suo periodico rapporto (datato 15 gennaio) al Consiglio di sicurezza sulla situazione in Libia. Ma l’Europa e l’Italia, che finanziano quei lager, fanno finta di nulla.

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Kompatscher e la memoria da non tradire

In molte scuole si sta ricordando lo sterminio degli ebrei da parte del regime nazista. E la collaborazione del regime fascista a questo spaventoso crimine. Ma il vero problema, oggi, non sono i giovani che non sanno, sono gli adulti che dimenticano. Dimenticano, e tradiscono i valori in cui sono cresciuti. La tragedia di oggi è il tradimento degli adulti. Contro i traditori della memoria Primo Levi scagliò a suo tempo una terribile invettiva: “Vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”.

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Usa-Iran il copione già scritto

Il copione, uno sciagurato copione, è già scritto. Se la guerra Usa-Iran ci sarà. Alla fine resteranno solo morti innocenti, profughi, vedove, orfani, invalidi, rovine. Sarà un altro fallimento politico americano nel Vicino Oriente e in Libia. L’Europa ne pagherà le conseguenze. L’Italia con essa. E anche più di essa.

Le spaventose tragedie dei migranti nel Mediterraneo (1. 287 esseri umani annegati nel 2019, almeno quelli accertati), conseguenza di quelle guerre, hanno sconvolto e sconvolgeranno il nostro Paese più di altri, inevitabilmente. I nostri sovranisti saranno ridicolizzati, ancora una volta.

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Afghanistan, le bugie rivelate

I pacifisti avevano ragione, i guerrafondai torto. I veri realisti erano quelli che si opponevano alla guerra, dicendo che avrebbe aggravato i problemi. Gli illusi, i “sognatori”, erano quelli che la volevano, dicendo che i problemi li avrebbe risolti. Il disastro umano e politico della guerra degli Stati Uniti e dell’Occidente all’Afghanistan è sotto gli occhi di tutti. Uno spaventoso fallimento. Col suo strascico impressionante di morti, feriti, profughi e poi di nuove guerre, nuovi morti, nuovi feriti, nuovi profughi, a milioni, nei Paesi limitrofi del Vicino Oriente.

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L’accordo scandaloso con la Libia si rinnova

Come è possibile che l’Italia rinnovi l’accordo con la Libia sui migranti, che verrà confermato tacitamente il 2 novembre prossimo se una delle due parti non lo mette in discussione, quando le stesse autorità libiche sono sotto accusa per aver trasformato i centri di accoglienza in prigioni-lager dove si tortura e si uccide per estorcere denaro ai migranti?

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Il coraggioso silenzio di De Marzi

Mamma e bimbo trovati, l’altro giorno, abbracciati nella barca in fondo al mare di Lampedusa.

I bambini del mare hanno gli occhi di conchiglia, / le scarpine di pezza cucite dalla mamma / prima di partire, prima di morire. / I bambini del mare sono un’ombra sulla riva, / i capelli di sole baciati dalla mamma / prima di partire, prima di morire.

Nei versi di uno degli ultimi canti di Bepi De Marzi, l’autore di “Signore delle cime”, e del suo coro, i Crodaioli, c’è tutto lo strazio della strage degli innocenti che continua a compiersi sotto i nostri occhi.

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Il capo degli scafisti? Lo paghiamo noi

In questi giorni, due fatti clamorosi, apparentemente distanti, ci ricordano la medesima verità: che le politiche estere occidentali (anche le altre, ma parliamo delle nostre), ammantate di valori altisonanti, sono spesso delle manifestazioni del più squallido cinismo e che a pagarne il prezzo sono sempre i più deboli, le persone prive di tutto, i profughi.

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L’infezione dell’animo umano

Troppi pio pio e troppi silenzi accompagnano gli atti xenofobi e razzisti del governo provinciale leghista. C’è una corsa al non dire. Non mancano le voci che si oppongono. Ma il Trentino si rivela in tutto il suo supino splendore. Dall’alto in basso. Imprenditori silenti, chiesa silente, cultura silente, scuola silente, politica pio pio, organi di informazione all’acqua di rose. E intanto, atto dopo atto, il governo provinciale leghista esclude, discrimina, caccia. Chi è il nemico? Lo straniero.

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Perché non muoia la pietà. Ricordiamo i 35.597 morti

In un nuovo spaventoso naufragio accaduto ieri nel Mediterraneo sono morte almeno 65 persone che dalla Libia erano partite per l’Italia in cerca di un futuro migliore.

I pescatori tunisini ne hanno salvato per fortuna molte altre. I pescatori hanno conservato la pietà che i nostri governanti hanno perduto. Il governo italiano è arrivato al punto di punire chi salva esseri umani che stanno annegando.

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Manuela, la seconda mamma di Delam. Una storia di buona accoglienza

Un giorno Samba Kebbeh, giovane proveniente dal Gambia e accolto come rifugiato nel paese di Valle San Felice, 260 abitanti, frazione del Comune trentino di Mori, disse a Manuela Ciaghi, volontaria: «In marzo si sposa mia sorella Delam. Noi non abbiamo un padre e nemmeno una madre. Io non posso andare in Gambia per accompagnarla

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Uomini e cani

L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle ha visto lo spirito di umana solidarietà umiliato e offeso dal nuovo potere politico. Con parole, comportamenti, leggi. Ma ha visto anche un bel pezzo di società reagire con coraggio a questa degenerazione e affermare con parole, comportamenti e azioni che non intende abbandonare la solidarietà nelle mani dei suoi distruttori.

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Venga nella bidonville del Trentino. Lettera aperta all’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi

L’interno di un contaniner del campo profughi di Marco. (Foto V. Passerini)

Domenica 14 gennaio la Chiesa cattolica ha celebrato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Lei l’ha ricordata con parole piene di spirito evangelico. Così è accaduto in altre chiese, almeno in quelle dove i profughi non sono ignorati, se non disprezzati.

Io sono andato a trovare i profughi al campo di accoglienza di Marco di Rovereto. Sono 234, stipati come sardine in diciassette container, quattordici persone per ogni ontainer, tranne uno che ne ospita otto.

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Situazione disumana, protesta giusta

Non è vero che la protesta dei richiedenti asilo accolti nel campo di Marco di Rovereto è incomprensibile, come ha affermato l’assessore provinciale alle politiche sociali Luca Zeni. È invece pienamente comprensibile.

Quello che non è comprensibile, oltre all’infelice risposta dell’assessore, è come mai questa situazione indecente di accoglienza duri da tempo malgrado le segnalazioni e le proteste venute ripetutamente da più parti nel recente passato.

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