Covid, memoria delle vittime. “E intanto i giorni” (di David M. Turoldo)
“E tu perduto
in un mare senza sponde,
e l’interminabile corridoio…”
“E tu perduto
in un mare senza sponde,
e l’interminabile corridoio…”
Il razzismo del silenzio è il peggiore. Quello della cattiveria almeno ti prende in considerazione. Almeno suscita la reazione di chi non ha perduto l’umanità.
Il razzismo del silenzio, invece, grida: tu non conti nulla. Tu non meriti la nostra attenzione, né la nostra pietà. Tu non sei.
È scomparsa a 91 anni, il 5 marzo, Gigia Cannizzo, grande sindaca di Partinico negli anni ’90.
I funerali avranno luogo il 10 marzo nella chiesa Madre di Partinico.
“Una donna che come poche si è battuta per i diritti di tutti e di tutte, per la legalità e l’ambiente e che ha speso ogni giorno della sua vita per costruire il futuro”, ha detto Leoluca Orlando, sindaco di Palermo.
«Affrontare la Divina Commedia, misurarsi con Dante, è, come per tutte le grandi opere dell’umanità, approfondire la conoscenza di noi e della nostra storia, scoprire una dimensione dell’uomo.
La visione del mondo – e in essa dell’uomo – che ci si offre dalle pagine di questo capolavoro, che si colloca al centro della storia europea, tra l’evo antico e l’evo moderno, è tra le più vaste e profonde della letteratura di ogni tempo, nella sua consapevole pretesa di abbracciare con l’umano tutta la realtà: “discriver fondo a tutto l’universo”.»
Il “pellegrinaggio” di Papa Francesco in Iraq è un profetico ritorno là dove tutto è cominciato.
Per testimoniare che nuovi inizi ci attendono. Che vivere è ricominciare. Che siamo chiamati a scrivere nuove pagine di speranza, dopo aver ben letto e meditato le pagine della storia. Luminose, ma anche terribili.
“La vita è vita dappertutto, la vita è in noi stessi e non fuori di noi. Accanto a me ci saranno degli esseri umani ed essere uomo fra gli uomini e restarlo sempre, in nessuna sventura avvilirsi o perdersi di animo, – ecco in che consiste la vita, ecco il suo compito.” (F. M. Dostoevskij)
Achille Ardigò (San Daniele del Friuli, 1 marzo 1921 – Bologna, 10 settembre 2008) è stato uno dei più importanti sociologi italiani e un intellettuale cattolico tra i più impegnati e ascoltati in ambito ecclesiale, sociale, politico.
Docente universitario, unì sempre l’elaborazione teorica all’immersione attiva nella vita del Paese e della sua città, Bologna. Fu anche presidente dell’Istituto Trentino di Cultura.
Fu impressionante. Era tale la stanchezza di guerra, di morti, di distruzioni e la speranza di pace che l’intera città di Butembo, nella provincia del Nord Kivu, là dove è stato ucciso l’ambasciatore Attanasio, ci accolse con una gioia immensa, ci sommerse di abbracci e di strette di mano, di canti, di suoni e di danze.
100 mila persone ad accogliere 300 pacifisti italiani, impolverati e sfiniti dal lungo viaggio. Indescrivibile.
L’uccisione in una imboscata avvenuta lunedì 22 febbraio nella Repubblica Democratica del Congo dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, di 43 anni, del carabiniere Vittorio Iacovacci, di 30 anni, che lo proteggeva, e del loro autista Mustapha Milambo ci addolora profondamente.
Dopo l’edizione digitale dell’Abecedario della buona battaglia, ecco quella dell’Abecedario biblico della buona battaglia, a cura di Rosa Bianca e itlodeo.info.
Rispetto alla prima edizione del 2003, questa edizione è stata completamente aggiornata e rivista alla luce della versione Cei del 2008.
Presto la trilogia sarà completata con l’edizione digitale del Terzo Abecedario della buona battaglia.
Il 22 febbraio 1943 il Tribunale nazista di Monaco di Baviera condanna a morte i fratelli Hans (25 anni) e Sophie Scholl (22), e il loro amico Christoph Probst (24), appartenenti
Dopo la raccolta di vestiti e di cibo, ora per i profughi di Lipa, in Bosnia, costretti a sopravvivere in condizioni disumane in questo gelido inverno, è stata avviata la costruzione di alcune strutture di accoglienza e un refettorio.
Dante Alighieri (1265-1321) trascorse in esilio, come rifugiato politico, 21 dei 56 anni della sua vita. In esilio scrisse le sue opere, in esilio morì. Sempre cercando accoglienza, in una città o nell’altra. Sempre in povertà. Forse, più che ostacolarlo, questa condizione, tra le più estreme che possano capitare in una vita, gli consentì di comprendere più a fondo il bene e il male che c’è negli esseri umani e nella storia, e di reagire con una creazione poetica senza pari.
Un anno dall’inizio della pandemia in Italia è trascorso, ma non è tempo di bilanci.
L’emergenza è ancora grave, i morti, purtroppo, sempre tanti. In Trentino, in Alto Adige, in Italia, nel mondo.
I profughi istriani e dalmati che tra il 1943 e la metà degli anni ’50 furono costretti ad andarsene, e a lasciare tutto, non trovarono una buona accoglienza in Italia. Nemmeno in Trentino. Anna Maria Marcozzi Keller, finita a Rovereto con la sua famiglia, ricorda che “l’indifferenza ostile fu totale”. In città, a scuola, sui posti di lavoro.
(Articolo di Vincenzo Passerini pubblicato in questo blog il 19 febbraio 2021)
“Oggi 18 febbraio, grande festa nel mondo dell’arte: si onora il Beato Angelico, fra Giovanni da Fiesole, patrono universale degli artisti, l’umile frate domenicano che con la sua pittura dolce e luminosa si pone all’alba del Rinascimento.”
(Giacomo Bonazza)
Migranti picchiati e torturati, respinti alle frontiere, costretti a vivere in condizioni disumane. Accade lungo la rotta balcanica.
La storia di M.Z., giovane pakistano di 27 anni che ha vinto un ricorso presso il Tribunale di Roma, ci aiuta a capire le responsabilità di questa barbarie.
L’Italia ha rimandato indietro i profughi sapendo che andavano incontro a violenze e torture.
“Non può passare lo schema per cui le istituzioni pubbliche buttano in strada le persone, o ve le lasciano, e che ci pensino la Chiesa o i volontari e le loro associazioni, che per fortuna ci sono e si danno seriamente da fare.
La solidarietà è un dovere vincolante per le istituzioni, non un optional. E solidarietà verso tutti gli esseri umani, senza distinzione.”
“Mai come adesso abbiamo sentito il bisogno di comunità buone, fondate su valori forti: di amicizia, di solidarietà, di attenzione verso i più deboli, chiunque essi siano.
Mai come adesso abbiamo sentito quanto sia dannoso l’egoismo, quanto sia pericoloso l’odio, quanto sia disumana l’indifferenza verso chi soffre, chiunque esso sia.”
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“La tragedia era annunciata, si sapeva che i posti letto per le persone indigenti in Trentino sono inadeguati per chi ha necessità di sostare d’inverno al caldo durante le ore diurne o dove stare per dormire.”
Walter Lübcke fu assassinato da un estremista xenofobo e neonazista per la sua politica di accoglienza dei profughi il 2 giugno 2019.
Fu il primo assassinio di un alto esponente politico in Germania ad opera dell’estrema destra dal 1945. Lübcke, 65 anni, era presidente del comprensorio di Kassel e apparteneva alla Cdu (Unione cristiano democratica), il partito centrista di Angela Merkel.
L’assassino, Stephan Ernst, 47 anni, è stato condannato all’ergastolo giovedì 28 gennaio 2021 dalla Corte di appello di Francoforte.
«Al direttore Marco Travaglio.
Su “Il Fatto Quotidiano” del 4 settembre 2012, Massimo Fini, riprendendo un suo lontano articolo pubblicato sull’ “Indipendente” il 27 gennaio 1993, accusava il cardinale Martini di aver parlato in ritardo, “fuori tempo massimo”, di corruzione e rinnovamento della politica:
“Tutto questo è a tal punto solenne, vittorioso e fiero, che cominciate a sentir un peso sul cuore…
… Voi percepite che occorre molta resistenza spirituale e un’eterna capacità di negazione per non cedere…”
Partecipata, forte e sentita serata online di letture per il Giorno della Memoria, promossa dall’associazione Rosa Bianca e dalla rivista Il Margine, introdotta da Fabio Caneri e Vincenzo Passerini e con interventi di Albertina Soliani, Massimo Giuliani, Elza Ferrario, Francesco Ghia, Lina Verrillo, Alidad Shiri, Federica Pannocchia, Tommaso Giuntella, Giuliana Martirani.
“Ripenso a voi, nobili e cari e indimenticabili amici che ci siete venuti incontro nell’ora del dolore…
Una parola fu coniata per voi: “pietisti”, e vi fu gettata in faccia come un’accusa.”
Pubblichiamo la lettera di un lettore al direttore di “Avvenire” sulla situazione dei bambini profughi sull’isola di Lesbo e la sua risposta che chiama in causa chi deve intervenire dopo la risposta del presidente del Parlamento europeo David Sassoli al nostro appello del 14 gennaio.
È morto di freddo in un edificio abbandonato a Mori Stazione, a pochi chilometri da Rovereto, “Matiu”, come era chiamato, un uomo di 57 anni originario del Marocco.
«Questo sistema, espressione nel dopoguerra delle liberta riconquistate, è diventato oggi una cappa soffocante per le fondamentali libertà dei cittadini. È in atto al suo interno una combinazione di spinte antidemocratiche provenienti da oligarchie partitiche, da presenze crescenti di economia illegale e, in forme più brutali, dai poteri occulti e criminali mafiosi che assaltano pressoché indisturbati lo Stato di diritto.»
Con una lettera al quotidiano “Avvenire”, pubblicata venerdì 22 gennaio 2021, il Presidente del Parlamento europeo, David Maria Sassoli, ha risposto all’appello per salvare i bambini profughi sull’isola di Lesbo.
L’azione più vergognosa e disumana della politica di Trump è stata la separazione dei bambini dai loro genitori quando venivano arrestati dopo aver illegalmente attraversato il confine tra Messico e Stati Uniti.
La decisione venne adottata nella primavera del 2018 nell’ambito della politica di “tolleranza zero” verso gli immigrati e portò alla deportazione e separazione di circa 3.000 bambini, anche molto piccoli, 60 di loro di età inferiore ai 5 anni.
Gli uni e gli altri rinchiusi in centri di detenzione diversi e molto distanti.
Una spietata barbarie.