Archivio dell'autore: Vincenzo Passerini

“Don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana”. Il numero speciale del “Margine” con gli interventi al convegno del 1983

Nel febbraio del 1983 la rivista mensile “Il Margine”, pubblicata dall’associazione Oscar A. Romero, organizzava a Trento una serie di tre incontri dedicati al priore di Barbiana. Relatori: gli ex allievi di don Milani, Guido Carotti, Nello Baglioni e Mileno Fabbiani;  don Cesare Mazzoni, parroco, e Gian Paolo Meucci, presidente del Tribunale dei minori di Firenze, amici del priore; e poi don Marcello Farina, Fabrizio Mattevi, Vincenzo Passerini dell’associazione Oscar A. Romero. Gli interventi furono pubblicati in un numero speciale del mensile che potete leggere qui.

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«Cercasi un fine.» Don Lorenzo Milani, prete e maestro (Firenze, 27 maggio 1923 – 26 giugno 1967)

Pensiero del giorno

Don Lorenzo Milani e i ragazzi della scuola di Barbiana.

«Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null’altro che d’essere uomo. Cioè che vada bene per credenti e atei.

Io lo conosco. Il priore me l’ha imposto fin da quando avevo 11 anni e ne ringrazio Dio. Ho risparmiato tanto tempo. Ho saputo minuto per minuto perché studiavo.

Il fine giusto è dedicarsi al prossimo.

E in questo secolo come vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte. Contro i classisti che siete voi, contro la fame, l’analfabetismo, il razzismo, le guerre coloniali.»

Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa,

Libreria Editrice Fiorentina, 1967, p. 94.

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Appello di Oxfam ai leader mondiali: “Armi: guadagni record nel 2022, mentre la fame uccide 9 mila persone al giorno”

«La spesa militare globale (incluso il commercio di armi) nel 2022 ha toccato la cifra record di 2.200 miliardi di dollari, sufficienti a coprire oltre 42 volte gli aiuti richiesti dalle Nazioni Unite per fronteggiare le più gravi crisi umanitarie nel mondo (pari a 51,7 miliardi di dollari) e 11 volte l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo globale (pari a 206 miliardi di dollari).

È l’allarme lanciato da Oxfam, in occasione della riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che fino a domani discuterà di strategie utili a garantire la sicurezza dei civili nei Paesi in guerra. L’appello urgente è che si adottino politiche per salvare la vita di milioni di persone intrappolate in zone di conflitto, agendo concretamente contro il moltiplicarsi di guerre e la proliferazione di armi.» (dall’appello di Oxfam, 24 maggio 2023)

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“Non compiacere gli umori delle folle”. Il testo del discorso del presidente Mattarella in ricordo di Manzoni nel 150° della morte

Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1985 – 22 maggio 1873)

«Ma – nella sua visione – è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti.»

«Il romantico e cattolico Manzoni, in verità, non rinnega i valori della Rivoluzione Francese, anzi, li approva e li condivide, insistendo soprattutto sul quello più trascurato, la fraternità. La Rivoluzione Francese, secondo Manzoni, aveva tradito questi valori, perché, con il giacobinismo, si era trasformata nell’ideologia del Terrore e della violenza.»

«La “Storia della Colonna infame” – un capolavoro di letteratura civile, compreso e rivalutato soltanto a partire dal secolo scorso – ci ammonisce di quanto siano perniciosi gli umori delle folle anonime, i pregiudizi, gli stereotipi; e di quali rischi si corrano quando i detentori del potere – politico, legislativo, giudiziario – si adoperino per compiacerli a ogni costo, cercando soltanto un consenso effimero.»

 

Sergio Mattarella

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“Debre Libanos, i monaci uccisi dai fascisti” (di Vincenzo Passerini, “Vita trentina”, 18 maggio 2023)

Debre Libanos (Etiopia), maggio 1937: un gruppo di monaci ortodossi in attesa dell’esecuzione da parte dell’esercito italiano.

«Il massacro comincia il 20 maggio e si conclude il 29. Prima sono uccisi i monaci inabili e ammalati. Poi via via tutti gli altri, caricati a gruppi sui camion, portati ai bordi di un precipizio o di fosse comuni e mitragliati. I corpi coperti di terra.

I dati ufficiali italiani parlano di 452 uccisi, ma gli studiosi ritengono che siano tra i 1400 e i 2033. Altri saranno uccisi nei mesi seguenti, altri moriranno nei campi di concentramento.» (Vincenzo Passerini)

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A cento anni dalla nascita del priore di Barbiana: “L’orsa, Anatolie, l’ingiustizia e lo schiaffo di don Milani”.

Don Lorenzo Milani non invecchia mai. Nasceva a Firenze cento anni fa, il 27 maggio 1923. La sua testimonianza e la sua parola sono sempre vive, provocatorie, anticonformiste, anche rispetto al fronte cosiddetto progressista che l’ha fatto suo. Ma lui non è di nessuno, se non del Vangelo e del suo popolo. E ne ha per tutti. Riproponiamo questo articolo del 2014 e ricordiamo gli altri pubblicati in questo blog.

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“Il nonno più invidiato del quartiere” (di Paolo Giuntella)

Pensiero del giorno

Paolo Giuntella (5 ottobre 1946 – 22 maggio 2008)

«Papà [Vittorio Emanuele Giuntella] era il nonno più invidiato del quartiere. Un nonno con la lunga barba bianca come quello dei cartoni animati, un nonno che divideva la sua attività tra un’infinita serie di conferenze in tutte le scuole d’Italia sulla Resistenza  e i lager, e i suoi nipoti, che proprio da lui hanno ricevuto e interiorizzato la lezione della nonviolenza, dell’ecumenismo, l’amicizia per gli ebrei e dunque la sensibilità acutissima contro certi ambienti di morte e certe volgarità antisemite e razziste, che erano di ritorno, purtroppo, tra i loro compagni di scuola.»

Paolo Giuntella

 

Da Paolo Giuntella e Vittorio E. Giuntella, Il gomitolo dell’alleluja. Di padre in figlio il filo della fede, a cura di Laura Rozza Giuntella, prefazione alla nuova edizione di David Sassoli, Ave, Roma, 2009).

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L’associazione “Luogo Comune” tiene viva la testimonianza di Agitu, indimenticabile pastora

L’associazione “Luogo Comune” di Riva del Garda ha acquistato il piccolo rimorchio/bancarella con il quale Agitu, indimenticabile pastora, vendeva i suoi prodotti caseari ai mercati e lo utilizza per iniziative di comunità.

Il 17 maggio scorso, inoltre, ha promosso la presentazione del libro di Benedetta Capezzuoli “Il mondo di Agitu è anche il nostro” che inaugura una serie di incontri al femminile.

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Eraldo Affinati, «La mia scuola per i migranti valorizza il dono» (intervista di Francesca Fattinger, “il T”, 18 maggio 2023)

Eraldo Affinati

«Insegnare la lingua italiana significa aiutare a strutturare il pensiero. Il dono ci consente di uscire dalla dimensione retributiva che ci imprigiona. Io ti do e tu mi dai. No, non così. Noi dovremmo credere in ciò che facciamo a prescindere dal risultato che potremo ottenere. Questa posizione etica è sempre stata storicamente rivoluzionaria, ma oggi lo è ancora di più perché viviamo sotto l’impero del numero.» (Eraldo Affinati)

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Vladimir Kara-Murza, grande testimone di pace e di giustizia: condannato a 25 anni di galera per aver criticato la guerra all’Ucraina e il regime di Putin (editoriale su “Vita trentina” di V. Passerini)

Vladimir Kara-Murza

«Questo, al momento, è il prezzo che si paga in Russia per non voler stare zitti. Ma so anche che verrà il giorno in cui le tenebre sul nostro paese si disperderanno. In cui il nero sarà chiamato nero e il bianco, bianco; in cui si riconoscerà ufficialmente che due più due fa comunque quattro; in cui la guerra sarà chiamata guerra e l’usurpatore, usurpatore; e saranno detti criminali quelli che l’hanno fomentata e scatenata, e non quelli che hanno cercato di fermarla.»

(Vladimir Kara-Murza ai giudici)

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Aldo Moro, allargare le basi sociali della democrazia (dal libro “Tracce nella nebbia”)

Aldo Moro, al centro, tra Giorgio La Pira, alla sua destra, e Giuseppe Dossetti, alla sua sinistra, all’ Assemblea Costituente (1947).

«Più passa il tempo e più la sua grandezza si impone, mentre più torbido si rivela l’intreccio di brigatismo e camaleontico golpismo che, probabilmente, ne decretò la fine. La loggia massonica P2 imperava, anche in cruciali istituzioni della Repubblica.»

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Peppino Impastato, il ragazzo che si ribellò alla mafia (dal libro “Tracce nella nebbia”)

Peppino Impastato (1948-1978)

«Peppino si schiera contro quel mondo che zittisce e uccide. Fonda il giornalino “L’idea socialista” e aderisce al Psiup, nuovo partito della sinistra.

Si impegna nelle lotte sociali, con gli edili, i contadini, contro la terza pista dell’aeroporto e il malaffare che su questo si concentra (l’aeroporto di Palermo è nel Comune di Cinisi).»

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Giovanni Bianconi, “Terrorismo italiano”: sintesi magistrale di un tragico capitolo della nostra storia

350 morti e più di 1000 feriti: è il bilancio delle vittime del terrorismo italiano. Rosso e nero.

Giovanni Bianconi, cronista e studioso di terrorismo, ne racconta in una sintesi magistrale la tragica storia.

Un piccolo e importante libro che si distingue per chiarezza, solidità e obiettività.

Utile a tutti, sia ai giovani che non hanno vissuto quegli anni terribili, determinanti per la storia d’Italia, sia agli adulti che li hanno vissuti ma che cercano ancora di capire come e perché è accaduto tutto questo.

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Il testo del discorso di Mattarella a Cuneo per il 25 aprile. Le parole necessarie nell’Italia governata dall’estrema destra che non ripudia il fascismo

«La Costituzione sarebbe stata la risposta alla crisi di civiltà prodotta dal nazifascismo, stabilendo il principio della prevalenza sullo Stato della persona e delle comunità, guardando alle autonomie locali e sociali dell’Italia come a un patrimonio prezioso da preservare e sviluppare.

Una risposta fondata sulla sconfitta dei totalitarismi europei di impronta fascista e nazista per riaffermare il principio della sovranità e della dignità di ogni essere umano, sulla pretesa di collettivizzazione in una massa forzata al servizio di uno Stato in cui l’uomo appare soltanto un ingranaggio.» (Sergio Mattarella)

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Irena Sendler, l’angelo del Ghetto di Varsavia. Salvò dalla morte 2500 bambini ebrei (da “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”)

Irena Sendler (Varsavia 1910-2008)

Il 19 aprile è stato ricordato l’80° anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia quando 750 ebrei si ribellarono agli occupanti e sterminatori nazisti. La rivolta durò fino al 16 maggio. Pochi i superstiti di quell’eroica Resistenza. Il presidente della Repubblica di Germania Frank-Walter Steinmeier, partecipando alla commemorazione insieme ai presidenti di Polonia e Israele, ha detto: “Oggi sono davanti a voi e chiedo perdono per i crimini che i tedeschi hanno commesso qui”. E poi: “I tedeschi hanno pianificato e realizzato meticolosamente il crimine umano della Shoah. I tedeschi hanno perseguitato, ridotto in schiavitù e ucciso gli ebrei europei e gli ebrei di Varsavia con una crudeltà e una disumanità inimmaginabili”.

Ricordiamo la tragedia del Ghetto di Varsavia con la storia bellissima di Irena Sendler, che riuscì a salvare 2500 bambini, pubblicata nel nostro libro “Tracce nella nebbia”.

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A proposito di “sostituzione etnica”

Pensiero del giorno

SOSTITUIAMOLI!

 

Il ministro Francesco Lollobrigida non vuole che i migranti sostituiscano gli italiani. “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica”, ha detto.

Perché non prendere sul serio il ministro? Perché sprecare tante parole? Proviamo a rifiutare adesso, immediatamente, e in concreto questa sostituzione, così pericolosa secondo il ministro. In concreto, non a chiacchiere.

Propongo che tutti gli immigrati presenti in Italia

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“La Resistenza non fu una guerra civile, ma una scelta di campo tra due civiltà”. La lezione di Ermanno Gorrieri (editoriale su “Vita trentina” di V. Passerini)

Ermanno Gorrieri (1920-2004), partigiano e politico.

«Ermanno Gorrieri è libero da schematismi di parte. È una bussola affidabile. Esalta il valore della Resistenza, senza la quale gli italiani avrebbero ottenuto la democrazia soltanto dagli Alleati, come un dono a un popolo schiavo, incapace di battersi per la propria libertà. Ma non ne nasconde limiti ed errori.» (Vincenzo Passerini)

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Il primato della coscienza contro l’indifferenza (a 80 anni dal martirio dei giovani antinazisti della Rosa Bianca)

Sophie Scholl

I volantini che diffondono i giovani antinazisti della Rosa Bianca si rivolgono sì al popolo tedesco, ma ancora di più a ogni singola coscienza: “Ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole!”, “Chiedo a te che sei cristiano…”, “Se ognuno aspetta che sia l’altro a dare avvio all’opposizione…”.

Un appello immortale. Oggi raccolto da tante coscienza libere. In Iran, in Afghanistan, in Russia.

 

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Lo scandalo del Crocifisso e gli scandali coloniali (di Vincenzo Passerini, editoriale di “Vita trentina”, 6 aprile 2023, sulla “Nota” vaticana che ripudia la “dottrina della scoperta”)

Papa Francesco tra le croci dei bambini morti nelle scuole residenziali canadesi.

«Le chiese saranno anche state piene una volta, quando eravamo in regime di cristianità, quando “tutti” si dicevano cristiani. Ma la cristianità era anche piena di tradimenti del Vangelo. Era in se stessa, diceva il grande filosofo cristiano Kierkegaard, un tradimento: “La cristianità è una congiura contro il cristianesimo del Nuovo Testamento”. Contro lo scandalo del Cristo crocifisso.

Lo scorso anno, a luglio, papa Francesco è stato finalmente in Canada. Finalmente, perché i popoli indigeni e lo stesso governo canadese chiedevano da tempo al pontefice una visita riparatrice. Per i crimini compiuti, con la diretta partecipazione della Chiesa, contro i nativi canadesi…

Ma le popolazioni indigene chiesero a papa Francesco altre iniziative, tra cui la  revoca della cosiddetta “dottrina della scoperta”.» (Vincenzo Passerini)

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“Cristi abbandonati” (dall’omelia di papa Francesco nella domenica delle Palme)

«Oggi, cari fratelli e sorelle, sono tanti “cristi abbandonati”. Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; ci sono migranti che non sono più volti ma numeri; ci sono detenuti rifiutati, persone catalogate come problema.

Ma ci sono anche tanti cristi abbandonati invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli – può essere tuo papà, tua mamma forse, il nonno, la nonna, abbandonati negli istituti geriatrici –, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore. E non trovano altra strada se non il suicidio. Gli abbandonati di oggi. I cristi di oggi.» (papa Francesco)

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Il Margine, festa del ringraziamento

Pensiero del giorno

 

«…una festa del ringraziamento… Il Margine per molti di noi non è stato solo una rivista, ma un pezzo della nostra vita. Ha rappresentato qualcosa di profondo, vitale, indispensabile, anche se piccolo e fragile, sottoposto ai cambiamenti… Forse le fondamenta ideali erano buone, e anche per questo è durato 43 anni. Il miracolo è questa durata. La ricchezza dei contributi raccolti in questo numero specialissimo e quelli scaturiti dalla serata, testimoniano che attenzione, preoccupazione, speranza, sono vive, che siamo cioè al margine di un funerale o di un battesimo, perché non sappiamo ancora bene cosa sia. Confidiamo di trovare un momento successivo in cui fare tesoro delle riflessioni emerse, per vedere se qualcosa può ancora maturare» (Vincenzo Passerini, dall’articolo di Gabriella Brugnara per il quotidiano “Il T”, 26 marzo 2023)

PDF Il T domenica 26 marzo 2023 IL MARGINE

Leggi il testo sul sito de Il T

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“La vita è breve, amatevi”. Il testamento di Uday, il giovane palestinese morto nel naufragio di Cutro (Adnkronos)

Pensiero del giorno

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Uday Ahmed

“Tanti familiari, tanti amici sono morti nella guerra in Palestina. Scappiamo dalla guerra, dalla povertà. La vita non si ferma per nessuno, anche se siamo addolorati per tutte le nostre perdite. La vita è breve, amatevi.”  (Uday Ahmed)

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Colletta nazionale a sostegno delle popolazioni di Turchia e Siria colpite dal devastante terremoto. L’azione della Caritas. Come aiutare concretamente

Dal sito web di Caritas Italiana.

“In entrambi i Paesi gli operatori e i volontari di Caritas stanno distribuendo cibo, acqua, coperte, materassi agli sfollati accolti nei diversi centri, e stanno verificando i bisogni e le condizioni di sicurezza per la pianificazione di interventi più organici.
Caritas Siria è attiva con 295 operatori e volontari siriani ad Aleppo, Lattakia e Hama, all’interno dei vari centri che accolgono gli sfollati in scuole, chiese, moschee, palestre o campi spontanei. Particolarmente grave la situazione per i tanti anziani, più vulnerabili al freddo e al disagio nei centri di accoglienza, nonché al trauma di aver perso le proprie abitazioni.” (dal sito web di Caritas Italiana, 17 marzo 2023)

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La lezione del Covid: difendere la sanità pubblica (editoriale su “Vita trentina”)

Bergamo: nella notte tra il 18 e il 19 marzo 2020 un convoglio  di camion militari porta in altre città le salme per la cremazione.

“Il Covid ci ha insegnato, semmai l’avessimo dimenticato, che solo un forte sistema sanitario pubblico è in grado di affrontare emergenze simili. Cure costosissime, spesso prolungate, sono state assicurate a chi ne aveva bisogno, non a chi aveva i soldi per pagarle come è accaduto e accade in tanti Paesi del mondo, ricchi e poveri. La sanità privata può integrare quella pubblica, non può sostituirla. Quindi non si può accettare che venga indebolito il pubblico per favorire il privato.” (Vincenzo Passerini)

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Oscar Arnulfo Romero: “In nome di Dio, cessate la repressione!” (da “Tracce nella nebbia”)

Il vescovo Oscar Arnulfo Romero (1917-1980) con il suo popolo.

Il 24 marzo 1980 il vescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, che aveva denunciato ripetutamente le repressioni dell’esercito e le ingiustizie sociali, veniva assassinato mentre celebrava la messa. Combatté la buona battaglia accanto al suo popolo, ma isolato dalle gerarchie ecclesiastiche e lasciato solo dal Vaticano. Papa Francesco lo ha proclamato santo. Un testimone indimenticabile. Questo il suo profilo tratto dal libro Tracce nella nebbia.

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Lo straziante e dettagliato racconto di Alidad Shiri su Fanpage dei suoi giorni accanto ai familiari delle vittime della strage di Cutro (Crotone)

Il recupero di una salma della strage di Cutro (Crotone). (da globalist)

“Mi conferma la triste notizie: su quella nave si trovava anche nostro cugino, che io non avevo mai visto perché ha solo 17 anni. Pur non conoscendolo, non riesco a trattenere le lacrime. Conosco quel tipo di viaggio che ho intrapreso, bambino, proprio 17 anni fa, e che mi ha portato dalla Turchia alla Grecia.

Conosco quelle paure, quel silenzio di notte in cui anche se non c’è niente intorno, si teme quasi di essere notati, quel mal di mare che ti fa vomitare, quel tanfo che deriva dall’essere in così tanti stretti dentro lo scafo senza poter prendere una boccata d’aria. Ci unisce la speranza di arrivare in un posto dove potere vivere, avere diritto di parlare, di ascoltare la musica, di studiare, di lavorare, di poterti radere la barba senza che qualcuno te ne controlli i centimetri, di vestirti come vuoi, anche di pregare, ma senza costrizioni da parte della polizia morale del regime, senza che qualcuno ti frusti e ti arresti perché non frequenti la moschea…” (Alidad Shiri)

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“Mi sveglio con gli incubi di quei bambini morti”. Alidad Shiri racconta la strage di Cutro e lo strazio dei familiari delle vittime (intervista al quotidiano “Alto Adige”)

Alidad Shiri (foto “Alto Adige”)

“Ho fatto tutto il possibile per mettere in contatto le famiglie con la polizia scientifica. C’erano file di cavaveri senza nome. Madri, padri che ci chiamavano disperati e ci mandavano le foto…”

“Mi sveglio con gli incubi di quei bambini morti…”

Alidad Shiri

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“Addio all’ultima Rosa Bianca. A 103 anni, a Charleston, è morta Traute Lafrenz, un amore di Hans Scholl, sopravvissuta al carcere nazista” (di Paolo Ghezzi, “Il Dolomiti”)

Traute Lafrenz (foto da www.ildolomiti.it)

“Aveva un volto splendido da ultracentenaria, Traute: le rughe come la carta geografica della sua vita, come le vene dei suoi dolori e dei suoi amori, lunghe e intrecciate come il secolo breve.

Traute Lafrenz è l’ultima protagonista della Rosa Bianca a lasciare questo mondo. Aveva 103 anni, e dal dopoguerra viveva negli Stati Uniti dove ha lavorato lunghissimi anni come pediatra.” (Paolo Ghezzi)

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Francesco: per i miei dieci anni da Papa, regalatemi la pace (ascoltiamo in un podcast la voce di Francesco)

Papa Francesco

“Popecast”, il Papa si racconta in un podcast realizzato dai media vaticani nel decennale del pontificato: “Non pensavo che sarei stato il Papa nel tempo della Terza guerra mondiale”. “Il momento più bello? L’incontro con i vecchi a San Pietro. Quello che non avrei voluto vedere sono i ragazzi morti per i conflitti.(da Vatican News)

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